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Riflessione di un laico cattolico

CULTURA E SPETTACOLO - 28 01 2018 - Ezio

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/chiesa evangelica poschiavo

25.1. 2018. Ieri sera, alle ore 19,30  nella chiesa riformata di Poschiavo, in occasione della “ settimana di preghiera per l’unità dei cristiani“, si sono accomunati per un momento intenso di preghiera fedeli protestanti e cattolici, Presenti il pastore di Poschiavo, il parroco di Poschiavo, il prevosto di Tirano con alcuni sacerdoti e il rettore della Basilica di Madonna di Tirano con un sacerdote. Era presente un gruppo di cattolici della parrocchia di Tirano, fedeli alla bella iniziativa che si ripete ormai ogni anno nel  ritrovarsi insieme, a volte anche nel tiranese.

 

In verità mi aspettavo che la chiesa riformata fosse gremita di fedeli delle due confessioni religiose ma così non è stato, segno evidente che ambedue le chiese, in questi tempi, stanno perdendo dei fedeli oppure la fede si è di molto intiepidita per non dire entrata in “crisi“. Ma se non si può far di più, va bene anche così, purché ci sia almeno la volontà di trovarsi insieme, una volta ogni tanto, per pregare. Ed è bello pregare insieme, scordandosi per un momento le differenze teologiche che ci separano, per trovare i punti che ci uniscono e far fiorire quelli.

 

Ma che fatica, che inerzia sembra esserci in noi nel far questo; ne sentiamo il bisogno ma siamo pigri. Il parroco di Poschiavo, forse, ha pensato questo quando ha raccontato la bella storia del “falco pigro“. La racconto come mi viene. Un re ricevette in omaggio due pulcini di falco che subito consegnò al maestro di Falconeria perché li addestrasse. Dopo un poco il maestro falconiere disse al re che uno dei due falchi era perfettamente addestrato, mentre l’altro no. Il re chiese spiegazioni, ma il maestro disse: "Non capisco, quel falco deve essere ammalato di qualche malattia  rara  che non sono in grado di curare. Quel falco rimane immobile come una statua su un ramo, dove si è appollaiato dal primo giorno e sono io che devo portagli il cibo, lui non caccia”.

 

Il re convocò i migliori veterinari, guaritori, insomma, i luminari del suo tempo per poter guarire e schiodare il falco dal suo ramo e per non portagli il pasto ogni giorno arrampicandosi sull’albero.  Il re, giorno e notte, teneva d’occhio il suo falco. Niente, il falco non faceva una piega, era sempre inchiodato con i suoi artigli al ramo dell’albero e pronto a farsi servire il cibo.

 

Stanco di tutto questo, con un editto, il re riunì il suo  popolo perché lo aiutasse a guarire il suo falco dall’immobilità. Un bel mattino il re si svegliò. Apri la finestra e non vide più il falco. “Miracolo gridò, portate subito al mio cospetto l’autore del miracolo”. Gli portarono un giovane contadino. Il re gli chiese: ”Come hai fatto a guarire il mio falco?”. Lui rispose: ”Maestà, gli ho segato il ramo dove era appollaiato  e lui si è reso conto che aveva le ali ed ha incominciato ad usare le ali volando nel bosco”.  

 

Ecco, noi siamo pigri e indifferenti. Abbiamo le ali ma non le usiamo, preferiamo camminare e non volare come quel falco pigro. E’ ormai giunto il tempo di volare tutti insieme, usare le ali della nostra volontà per una “nuova e più forte  spiritualità” nella Chiesa e nei fedeli delle diverse confessioni religiose. Le scritture contengono la parola di Dio, ma vanno interpretate, esplorate, riscritte con il segno dei tempi nuovi. Teologia, filosofia, scienza devono accomunarsi nel ricercare il vero senso della vita, senza arroccamenti, senza presunzioni o esclusioni di pensiero, poiché le grandi Verità non hanno mai in seno una  visione” sola da parte dell’Uomo, ma sono diverse e spesso indeterminate, come insegna la fisica.

 

Rammento una bella espressione scritta e appesa con una targhetta ad un muro presso l’ossario accanto alla chiesa cattolica di S. Vittore Mauro in Poschiavo che dice: “O Dio, mio Padre, non ti comprendo, ma confido in te” (Mein Vater, ich verstehe Dick nicht, aber ich vertraue Dir). Chi può comprendere Dio ? Chi può dire che una religione è giusta e l’altra è sbagliata ? Chi può dire che un “contenuto di fede“ è giusto o no?

 

Rammento una bella espressione di un sacerdote a conclusione di una sua profonda riflessione: “Credere al Vangelo , rispondere all’appello” , allora significa proprio questo: non imparare o accettare una serie di contenuti o di precetti, ma affidarsi con tutto se stessi alla promessa di Dio. Questo io credo, poiché come il falco del re noi siamo nati per volare, superando le paure che ci tengono schiavi e bloccati nel pensiero. Per sentirci veramente uniti nelle diverse  credenze religiose basta una sola regola, la cosi detta “regola d’oro” che unisce nella sostanza le religioni quali l’induismo, il giainismo, la religione cinese, il buddismo, l’ebraismo, l’islam, il cristianesimo con: Fate agli altri tutto quel che volete che essi facciano a voi ( Matteo 7,12 e Luca 6,31 ). In questa frase c’è fede nell’uomo e la parola di Dio personale e impersonale.

 

Ezio

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