MENU
/macchina scrivere

Ridi che ti passa! - Marco, eroe suo malgrado

CULTURA E SPETTACOLO - 07 11 2018 - Méngu

CONDIVIDI

/Amore e dolore_foto di Wilma Del Simone
Amore e dolore - Foto di Wilma Del Simone

L’eroismo di un uomo può dipendere da molte virtù, ma anche dalle emorroidi infiammate e grosse come cocomeri che ti bruciano nel sedere a fuoco lento.

Cosi fu per il gesto eroico di un tale che chiamerò per comodità Marco. Egli non è più tra noi, ma il suo ricordo permane per quel che seppe fare nell’ormai lontano luglio del 1935 al cinema-teatro Italia in Tirano.

Così ho sentito raccontare l’altro ieri da un tale, seduto in una osteria del tiranese, in verità un poco brillo dal gran bere ma pur sempre desideroso di tramandare le fierezze del suo tempo.

 

Ecco la storia. Marco, visto di notte, sembrava un armadio ambulante.

Era un giovane che per passare dalle porte delle stalle doveva inginocchiarsi tanto era alto: era un fortissimo bevitore ma quando i fumi dell’alcol svanivano era buono e sincero. Per la verità non era tanto bello ma aveva in corpo una forza brutale.

Raccontano che un giorno quando vide in una stalla di via S. Carlo un toro che faticava nel far il suo dovere con una bellissima mucca di razza bruna perse il lume della ragione. gli sferrò un terribile pugno tra le corna .

Il toro scivolò dal dorso della mucca come olio di oliva e stramazzò al suolo.

 

Marco accarezzando dolcemente la mucca disse : “Chi ha il pane non ha i denti e chi ha i denti non ha il pane .”

Poi lo sentirono imprecare e chiamare a gran voce “ Orsolina, Orsolina mia perché non mi vuoi ? “ Disperato corse verso l’Adda per uccidersi , ma quando vide che c’era poca acqua disse che si sarebbe affogato in una botte di vino.

Gran bevitore dunque ! Così quel giorno del 29 luglio in occasione della grande adunata fascista al cinema - teatro Italia in occasione del compleanno del Duce aveva le emorroidi infiammate , rosse e grosse come palle da bigliardo perché aveva bevuto al circolo ricreativo dell’Eden quasi una petroliera di vino.

 

Gran folla ! Tutti erano in piedi al cinema- teatro Italia mentre parlava un gerarca fascista. Spiegò, in camicia nera e con gran voce, le grazie dell’illuminato governo del Duce e dell’avvenire glorioso dell’Italia nel mondo. Alla fine il gerarca , per essere sicuro che le sue parole fossero state ascoltate e raccolte nel cuore dei suoi camerati, disse

“Chi è d’accordo con me si sieda, chi non ha la sedia si sieda sul pavimento, vorrei guardare dritto negli occhi l’infame che non la pensa come noi e che rimane in piedi.”

 

All’unisono e con applausi tutti si sedettero, meno Marco che aveva due emorroidi grosse come pugni per via del vino che aveva bevuto la sera prima all’Eden.

Lui era lì dritto come un fuso e in piedi sulla piccionaia. Sembrava ergersi come il monte Masuccio sulla città di Tirano tra la gente seduta, tale era la sua imponenza. Il gerarca quando lo vide in piedi strabuzzò gli occhi ! Uno in piedi ? Uno che non ha fede nel nostro Duce?

 

Scese da palco, si avvicinò a Marco e con fare altero lo guardò fisso sbuffando e battendo i talloni. Marco non fece una piega. Era terrorizzato dal pensiero di schiacciare quelle due grosse cicche doloranti che gli sporgevano nel sedere .

Il gerarca impettito gridò ai suoi : “ Quest’ uomo ha il cervello grippato, noi glielo lubrificheremo con del buon olio di ricino .” Marco rimase in piedi con lo sguardo trasecolato, contemplando il soffitto, mentre tutti erano seduti a capo chino.

La notizia si sparse nel paese. Alcuni risero sotto i baffi poiché anche in quei tempi fascisti non tutti erano d’accordo con il Duce. Comunque tutti tacquero, ma videro in quel gesto di Marco un fatto eroico e lui se ne guardò bene dal dire il vero motivo del suo comportamento.

 

Purtroppo dopo pochi giorni ebbe la lubrificata di intestino che il gerarca gli aveva promesso e per la verità gli fece anche bene perché l’olio di ricino aveva affievolito quel potentissimo dolore e aveva potuto andar di corpo molle, molle..

Passò il tempo, passò anche la guerra , scomparvero i Gerarchi fascisti e venne il tempo dei riconoscimenti per chi fieramente si oppose al fascismo.

 

Fu così che in una solenne cerimonia si raccontò l’eroico comportamento di Marco , il quale invitato d’onore alla cerimonia ricevette una medaglia di bronzo e grandi strette di mano . Fu costretto a prendere la parola in pubblico e disse fiero : “Quel gerarca non lo temevo e nemmeno il Duce ! “ Vi furono scrosci di applausi , la gente si alzò in piedi fiera di quel tiranese , ma tra gli applausi si udì una voce femminile , ( si seppe poi che era quella di sua moglie Orsolina ) che sibilò “ Marco dì la verità . Non ti sei seduto perché quel giorno avevi le emorroidi grosse come noci e temevi di romperle nel sederti !” Ma la gente non senti per il gran battimani e a Marco appuntarono una medaglia al valore sul petto. E fu gran gloria per lui, anche se il merito fu delle sue emorroidi, ma ciò che conta nella vita, a volte, è più l’apparenza che la sostanza.

 

Méngu

LASCIA UN COMMENTO:

DEVI ESSERE REGISTRATO PER POTER COMMENTARE LA NOTIZIA! EFFETTUA IL LOGIN O REGISTRATI.

0 COMMENTI