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Minestra di riso e latte – La prima cena o l'ultima cena?

CULTURA E SPETTACOLO - 10 04 2021 - Ivan Bormolini

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/san agostino

(Quinta ed ultima parte di I. Bormolini) Luigina nel preparare quella cena così improvvisa non aveva dubbi sul menù da proporre ai commensali: ben sapeva quali erano i piatti preferiti da Adele e quindi dopo un ricco tagliere di affettati locali, aveva preparato minestra di riso e latte e quel famoso coniglio arrosto che Adele aveva così gradito quando Giovannino le portava gli avanzi.

Poco prima dell'ora prefissata la madre era passata dalla sala da pranzo e vedendo la tavola apparecchiata per sette aveva chiesto spiegazioni alla governate. Questa aveva risposto che aveva avuto ordine da Margherita di imbandire per sette persone ma di non sapere chi era l'ospite.

All'ora prefissata si erano presentati Giovannino e Adele, questa imbarazzatissima aveva salutato i coniugi i quali si erano premurati di farla sentire a suo agio, pochi istanti dopo era arrivata anche Margherita che diceva raggiante:

“Visto che siamo in tema di presentazioni vi faccio conoscere anche il mio fidanzato Roberto. Questo era un giovane della Tirano bene di allora, un promettente studente presso un ateneo milanese e che sicuramente avrebbe ereditato il lavoro del padre.

Certo le differenze tra lui e Adele erano abissali, ma quando Adele lo aveva visto sedersi al tavolo, era stata percorsa da un brivido ed anche Roberto le aveva lanciato un'occhiata non certo rassicurante.

Durante la cena, Roberto sembrava padrone dei discorsi e Margherita ne era entusiasta, solo Adele se ne stava zitta e sembrava essere pallida in volto tanto che la madre di Giovannino le aveva chiesto se stesse bene o se la cena non fosse di suo gradimento.

Con due parole timide, Adele le aveva risposto di stare assolutamente tranquilla e che non c'era nulla di cui preoccuparsi asserendo che non era abituata a così tanta e premurosa ospitalità.

Con un sorriso benevolo la donna aveva preso per vere le parole della ragazza ed anche Giovannino si premurava per farla sentire il più possibile a suo agio.

Intanto il logorroico Roberto nel tentativo di accaparrarsi le simpatie dei coniugi continuava le sue oratorie, diceva che l'amore che provava per Margherita era vero, basato sulla sincerità e fiducia reciproca, e che mai nessuno avrebbe potuto minare quell'unione nata in precedenza nel periodo di studi a Milano.

Così tanto per provare a frenare quei discorsi a senso unico, il padre, come sempre seduto a capotavola, aveva chiesto a Margherita come mai non ne avesse mai parlato prima in famiglia e la figlia le aveva risposto che prima delle presentazioni desiderava essere sicura che Roberto fosse il ragazzo giusto per lei.

Giovannino, piuttosto grezzo nell'esprimersi e non troppo abituato a salamelecchi di tanto in tanto durante quella cena sbuffava, nemmeno lontanamente immaginava, così come gli altri, cosa sarebbe successo nel giro di pochi minuti.

Nel parlare, Roberto aveva commesso un grave errore dicendo alla madre di Margherita che la storia d'amore proseguiva da più di un anno e che aveva pensato di invitare tutti la domenica successiva nel suo palazzo per ufficializzare il tutto anche con i suoi genitori.

Margherita era raggiante, al settimo cielo, perché appena ottenuta la laurea, Roberto aveva promesso di sposarla.

Adele, nonostante quella cena fosse stata preparata con i suoi piatti preferiti, aveva un forte logorio allo stomaco e al cuore, appena aveva visto Roberto si era ricordata di lui, però non sapeva che pesci pigliare, stare zitta o dire la verità? Non avrebbe mai voluto rovinare la grande felicità di Margherita e nemmeno intervenire, ma quando il giovane aveva asserito che la storia con la sorella di Giovannino continuava da più di un anno, improvvisamente chiedeva di andare in bagno.

Sola in quel locale, si era lavata il viso e poco dopo era tornata in quella sala.

Roberto si stava gustando quel coniglio arrosto a bocca piena, non aveva molto gradito la semplicità di quella minestra di riso e latte e tra i commenti si era permesso di lasciarlo trasparire tra l'imbarazzo di Luigina e degli altri.

Ma quando quel ragazzo con il mento unto di coniglio e patate al forno, aveva pronunciato la parola fedeltà, Adele con un guizzo improvviso e nervoso batteva la mano sul tavolo e diceva guardando dritto in faccia Roberto:

“ Fedeltà? Io sono l'ultima che in questa sera deve parlare, ho le mie grandi colpe di cui me ne vergogno, tu parli di fedeltà e di amore sconfinato che dura da più di un anno? Ma come ti permetti”?

Roberto aveva perso la favella, sembrava più arrostito lui del coniglio nel piatto perché ben sapeva a cosa Adele si riferisse. Di colpo il baldo giovane si era sentito addosso gli occhi di tutti ed in particolare quelli di Margherita che aveva smesso di sorridere.

Quella domenica che doveva essere un giorno di festa come tutti gli altri, per quella famiglia si era trasformata in qualcosa di ben diverso, così udendo i toni di Adele e vedendo quelle lacrime che le scendevano dagli occhi, Giovannino aveva preso la parola chiedendo alla fidanzata di continuare e spiegare senza timori rassicurandola con un tenero abbraccio.

La confusa ragazza, in quel momento decideva di lasciare la casa, diceva che era lei quella sbagliata e di non dar alcun seguito alle sue parole.

Non aveva fatto in tempo ad allontanarsi di pochi passi che il capo famiglia si era alzato e dirigendosi verso di lei, l'aveva presa sotto braccio e con fare tenero ma preoccupato, l' aveva invitata a parlare.

Adele aveva visto nello sguardo di quell'uomo, gli occhi amorevoli e sinceri che avrebbe voluto osservare in passato in quelli di suo padre e così accettando l'invito era tornata sui suoi passi. Giovannino le aveva preso la mano per rassicurarla e in quel mentre Adele aveva incrociato gli occhi imbarazzati e supplichevoli di quella che forse un giorno sarebbe divenuta sua suocera o forse anche sua madre.

E così Adele sentenziava:

“ Io non sono qui a voler gettare zizzania, ma stasera per la prima volta mi sono sentita rispettata, da persone che nemmeno conoscevo, queste avranno mille dubbi su di me, li capisco e li comprendo, il mio passato non trova giustificazione alcuna ma proprio per i miei errori non mi sento di passare sopra e far finta di nulla.

Non eri forse tu Roberto, amico di quell'altro benestante, che pochi mesi fa per più volte hai gettato pochi soldi sul mio letto? Non sei stato tu a continuare in quell'infernale macchina del ricatto?

Vedi, non vado oltre, non desidero rendere partecipi queste persone di grande cuore, della tristezza e delle volgarità a cui mi hai costretta, solo io so della sofferenza... ”.

Margherita per prima, era scoppiata in un enorme pianto chiedendo al fidanzato chi realmente fosse, tutti erano imbarazzati e provati dalla situazione.

Roberto dal canto suo, ben prodigo di parole e con un italiano pronunciato con una grammatica perfetta, tentava di discolparsi, si arrampicava sui muri e riferendosi a Margherita la implorava di non credere alle parole di quella......Non è qui riferibile il termine.

Giovannino, con un ira incontrollata che certo non gli apparteneva, aveva pigliato per la bella cravatta Roberto intimandogli di moderare i toni. Il tutto pareva degenerasse in botte e insulti.

In quel mentre, con una calma serafica, il padre di Giovannino e Margherita, osservava senza intervenire, gli occhi della consorte lo invitavano a farlo, ma lui stava zitto, ben sapeva che l'ira del figlio non sarebbe andata oltre quel gesto e pure, con la sua saggezza, si era fatto un quadro di Roberto.

Ci aveva visto lungo! Così visto il litigioso discorrere tra i due, nel momento in cui l'arrogante Roberto, tra l'angoscia di tutti aveva tentato di alzar le mani, aveva volutamente gettato un piatto a terra.

Tanto era bastato per placare gli animi dei litiganti e ancor più esplicite erano state le sue parole:

“Prima di tutto figlio mio non ti ho mai detto o insegnato ad usare le mani per dirimere le questioni, il lume della ragione deve prevalere sempre e in ogni modo. La rabbia è cattiva consigliera, la vendetta non appartiene alla nostra famiglia.

Ora, e mi riferisco a tutti voi, io e mia moglie, siamo stati oggi spettatori e attori, abbiamo ascoltato e la buona Luigina ci ha consentito di capire. Abbiamo capito i veri sentimenti di nostro figlio e di Adele, avremmo voluto che questa cena con la presentazione inaspettata di Roberto, coronasse l'avvenire felice di tutti voi.

Eppure Roberto, ti vedo come un arrivista. Io e credo con me mia moglie - la quale annuiva - non vogliamo ombre tali da generare l'infelicità dei nostri figli, detto questo mi taccio”.

Margherita, immediatamente, aveva messo alla porta Roberto senza troppe spiegazioni, le stesse erano palesemente evidenti. In quella sera nessuno aveva dubitato di Adele!

UN ANNO DOPO.

Adele, accettata in famiglia, la sua nuova famiglia, continuava a vivere in quella dimora, le sentenze popolane si erano placate. Giovannino e Margherita, ormai padroni dell'azienda, proseguivano con entusiasmo ciò che avevano avuto dai genitori.

Un lutto aveva turbato tutti loro, la morte improvvisa di Luigina, difficile era stato per quella famiglia sostituire una così saggia e bella figura, parte integrante della loro vita.

Pure Margherita, aveva scordato quel losco amore, si narrava in giro che quel Roberto avesse preso in giro tutti, in effetti più che studiare con profitto, si era dato a mille menzogne e nel breve giro di pochi mesi il tutto era venuto a galla.

Ma da quella famosa cena che per qualcuno era stata la prima e l'ultima, ne erano seguite altre....

Adele con il suo Giovannino era felice, lo seguiva ovunque nel lavoro e da quell'umile campo coltivato dai suoi nonni, si era messa ad occuparsi in prima persona dell'unica esperienza che aveva, ovvero mettere a dimora sementi e quant'altro....Aveva persino imparato a mungere le mucche e da quel secchio così ricco, mai aveva scordato la sua minestra di riso e latte.

Nel frattempo anche Margherita, aveva trovato un nuovo “moroso”, non aveva dovuto far fatica ad accorgersi che quell'umile mastro vinaio da anni alle dipendenze della famiglia, pur più vecchio di lei di qualche anno, avrebbe fatto carte false per sposarla.

Felici erano i genitori, felici erano i figli, felice era Adele e pure quell'umile mastro vinaio con Margherita.

Ma arrivava il tempo in cui quel padre, dentro di sé si sentiva venir meno le forze, nulla aveva voluto dire ai figli, solo la sua consorte sapeva ed il medico dell'ospedale con lei.

E così una sera consapevole dei suoi malanni, aveva organizzato una bella cena. Al suo tavolo voleva vedere la continuità dei sentimenti, desiderava vedere e lasciare felicità, la quale andava ben oltre gli averi, il lavoro oppure le ricchezze.

Così era stato e così aveva detto:

“Figli miei, mia adorata moglie, mia cara Adele e mio fedele vinaio, io non so quanto mi resta da vivere, oggi siete qui, sono malato e pure in modo grave, al momento il mio fisico e la mai tempra, non vi hanno fatto accorgere di nulla.

Ho però un desiderio, vedervi sposati, uniti come me e vostra madre. Vorrei condurre te Margherita all'altare e desidero essere partecipe nel momento in cui, Giovannino verrà condotto davanti al sacerdote con Adele dalla nostra mamma. Io vi lascio liberi da scelte o vincoli, ma mi farebbe piacere vedervi sposi in santuario.

E così era avvenuto....Non per costrizione ma per amore.

La prima nascitura era stata la figlia di Margherita e del vinaio, l' avevano battezzata con il nome Giuseppina, in onore del padre di lei.

Dopo tempo, ben più ricco era stato il parto di Adele, due gemelli, maschio e femmina, in quel tempo certo non esistevano né ecografie e quant'altro, nemmeno parti in ospedale, ma in una sera di primavera Adele dava alla luce in casa il frutto di un amore. Alla femminuccia veniva dato il nome di Luigina in ricordo di quella tenera governate, mentre al maschietto, gli si attribuiva il nome al maschile della suocera, e da Anselma ed Anselmo, la riconoscenza ed i sentimenti erano gratificati.  

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