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Minestra di riso e latte - Tra amore e discussioni

CULTURA E SPETTACOLO - 09 04 2021 - Ivan Bormolini

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/san agostino

(Quarta parte di I. Bormolini) Dopo aver lasciato la sua casa, Adele si era trasferita nella nuova dimora concessa in uso dall'amico di Giovannino.

Quella spece di reclusione al fine di placare le ire e le tante voci popolane, veniva vissuta dalla ragazza come una sorta di rinascita, mai le mancava il cibo ed il pane fresco che ogni giorno il garzone alle dipendenze della famiglia di Giovannino le consegnava puntualmente.

Nonostante il buon ragazzo abbondasse con le vivande e con ogni ben di Dio, Adele in una delle sempre più frequenti visite serali, aveva detto a Giovannino di non sprecare così tanto cibo e che per lei bastava poco, una manciata di farina e due uova per farsi la pasta fatta in casa, e quell'immancabile riso e latte per la sua minestra preferita.

Adele in quella piccola casa che le pareva un castello sembrava piano, piano rinascere, aveva messo su un po' di peso e la sua bellezza sembrava più raggiante, i quattro logori vestiti che aveva portato con se sembravano un lontano ricordo, infatti Giovannino di tanto in tanto gli faceva dono di nuovi abiti.

Sera dopo sera, davanti ad una tazza di caffè i due parlavano, Adele non aveva mai visto tanta abbondanza e tanta comprensione, in quelle discussioni non si era mai sentita giudicata per i suoi trascorsi recenti e soprattutto per la prima volta nella sua vita iniziava a provare un sentimento che nemmeno lei sapeva descrivere.

In una serata il timido tepore primaverile, aveva lasciato spazio al freddo ed alla pioggia e così Adele aveva acceso quel grazioso caminetto nel salottino, all'arrivo ormai immancabile del ragazzo, i due si erano seduti sul divanetto, erano così vicini per la prima volta e un lungo bacio segnava l'inizio della loro storia.

Adele scossa in volto, aveva preferito parale subito chiaro con il tenero Giovannino che comunque in quella circostanza non si era permesso di andare oltre:

“Giovannino, anch'io provo qualcosa per te, non è un semplice modo per ringraziarti, ma il mio cuore, sera dopo sera, mi sta raccontando un sentimento che non avevo mai provato e che è lontano dallo squallore di quelle notti.

Adesso però ascoltami, se sta nascendo qualcosa questo sarà un ostacolo molto serio, come la prenderanno i tuoi che certamente conoscendo i miei trascorsi non mi accetteranno mai, cosa penseranno i tuoi amici ed i tuoi dipendenti, tutti diranno la loro ti giudicheranno e il loro parlare non sarà piacevole”.

Nell'ascoltare quelle parole che forse erano giuste e motivate, Giovannino le dava un altro bacio e poi prima che Adele proferisse altro verbo le metteva teneramente due dita sulle labbra. Fatto questo salutandola se ne andava. Sembrava non preoccuparsi di nulla, ma nel frattempo la gente non scordava Adele e si continuava a parlarne, non vedendola più in giro si pensava che fosse barricata in casa al punto che due donne, tradite dai rispettivi consorti, avevano deciso di fare irruzione in quella catapecchia ma nulla, non l'avevano trovata.

In una domenica all'ora di pranzo, Giovannino aveva deciso di “aprire il libro” con i genitori e con la sorella Margherita confessando loro il suo amore per Adele.

Quel pranzo famigliare, ricco di vivande ben preparate dallo cuoca e governate Luigina, una donnina anziana che era parte della famiglia ed aveva visto nascere ed accudito i due figli, si era trasformato in ben poco di conviviale.

Il padre, uomo di poche parole e dalle rare sentenze da sempre attento alla famiglia, era di colpo sbottato con una sequenza discorsiva che gelava il figlio, la madre con le lacrime agli occhi sentenziava:

“E così, con tutte le donzelle che ti fanno la corte vorresti portarci in casa quella poco di buono, cosa mai dirà la gente di te e di noi, sai del rispetto di cui godiamo, la stima che si nutre verso di noi cadrà e sarà una disgrazia per questa famiglia”.

E così dicendo, prendeva dalla libreria in salotto un grosso faldone:

“ Guarda qua, leggi anzi leggete tutti e due, giovedì prossimo ci recheremo dal notaio, e tutto quello che vostro padre ha costruito sarà vostro, noi due ci ritireremo e tutto dipenderà da voi, il vostro futuro ve lo abbiamo costruito tassello dopo tassello, ora tocca a voi. Portare in casa quella ragazza sarebbe l'inizio della fine soprattutto per te figliolo mio”.

Consapevole che la sua confessione non sarebbe stata accolta con favore dai genitori, Giovannino aveva calcolato il tutto e nell'imbarazzo davanti alle parole dei suoi, così concludeva quel pranzo ancor prima che giungesse il dolce:

“Carissimi mamma e papà, la mia decisione è irrevocabile e non tornerò indietro sui miei passi, vi domando di non calpestare i miei sentimenti che sono veri e vissuti, a me del giudizio vostro e della gente non mi importa, sta a voi decidere e capire sino in fondo la storia travagliata di Adele che solo in parte conoscete già.

Oggi è domenica, mi pare che sino alla firma notarile di giovedì abbiate ancora tempo per pensare, se ancora vi mostrerete ostili, io non firmerò quei documenti e sono pronto a lasciare tutto nelle mani di mia sorella. Ora vi saluto e come sempre vi ringrazio per ciò che avete fatto e avete in programma di fare per il futuro”.

Detto questo, paonazzo in viso, Giovannino lasciava quel tavolo tra l'imbarazzo di tutti, Luigina compresa, la quale però non era poi così sorpresa da quell'evento.

Il silenzio sembrava regnare sovrano, Margherita d'un tratto si alzava e salutava, ben conosceva le abitudini del fratello e lasciava i genitori ancor prima che le chiedessero la sua opinione.

Lo aveva trovato infatti al solito posto, un luogo della dimora dove sin da piccolo Giovannino si sedeva osservando un antico dipinto raffigurante la Sacra Famiglia.

Giovannino aveva le lacrime agli occhi, non voleva mancare di rispetto ai suoi genitori, alla sua sorella ma nemmeno desiderava perdere l'unico amore della sua vita nel momento in cui, dopo tanti anni, questo andava trovando compimento.

E così in quell'angolo della casa, la buona sorella gli chiedeva di confessarsi con lei di dirle tutta la verità. Giovannino si sfogava e Margherita capiva, parola dopo parola comprendeva i sentimenti del fratello e li approvava senza emettere giudizi di qualsiasi sorta.

La ragazza, fresca di studi e ben consapevole di quanto deciso per lei e per il fratello dai genitori, aveva promesso allo stesso di parlarne la sera stessa con loro, tra i due vi era sempre stato un legame fortissimo, indissolubile e mai minacciato da nessun tipo di lite.

Dicendo a Giovannino di non prendere decisioni troppo affrettate capaci di compromettere le decisioni e mettere in scacco l'avvenire di entrambe, l'aveva invitato a rasserenarsi e fare un sonnellino.

In quel mentre nella tavola ormai semideserta, la buona Luigina portava in tavola il dolce della domenica. Nel giorno di festa era tradizione che la stessa preparasse e servisse il pranzo e la cena serale, ma per volere e riconoscenza dei coniugi, quella fedele governate doveva sedere con loro al tavolo.

Vedendo il momento di imbarazzo e crisi familiare, Luigina con timidezza, pur essendo parte integrante della famiglia, con un certo imbarazzo chiedeva ai padroni di poter dire la sua sulla vicenda.

I coniugi immediatamente le dicevano che poteva parlare liberamente e che la sua opinione era ben accetta, così quell'umile serva iniziava:

“Signori miei, mi permetto per la prima volta di dirvi due parole su Giovannino e quella ragazza.

Con immenso piacere, quando voi eravate presi dal lavoro, senza mai dimenticare l'affetto per i vostri figli, io li ho allevati sin dal momento della loro venuta al mondo, sono per me una parte ben ampia del mio cuore è come se fossero miei.

Io sapevo che Giovannino sin dai tempi delle elementari si era preso una cotta per quella sua coetanea, mai avrei pensato a quest'epilogo, che vedete non è poi tragico così come pensate. Adele è sempre stata una bambina sfortunata, ha fatto delle scelte sbagliate ma io, con tutto il rispetto, non mi arroccherei su giudizi troppo severi e come ho udito capaci di compromettere l'unione della vostra famiglia”.

Il capo famiglia sbottando diceva con un fare piuttosto accusatorio:

“Quindi tu sapevi ed hai taciuto?"

Si io sapevo, sono stata io negli anni dell'infanzia e dell'adolescenza di Giovannino a tenere da parte gli avanzi dei vostri pranzi per Adele, quella ragazza aveva fame, era vittima della condotta dei suoi genitori che nemmeno sapevano di avere una figlia.

Vostro figlio che ha un cuore grandissimo li portava in un nascondiglio da dove la ragazzina li prendeva e si rifocillava.

Io su quella donnina so tutto e preparo anche per lei giornalmente il necessario per cucinare il suo pranzo e la sua cena, il fidato garzone Antonio, prima della pausa di mezzogiorno le consegna il tutto nella casa in cui vostro figlio l'ha presa in cura, provando per lei un'amore finalmente corrisposto.

Non siete mai state persone aride di cuore, avete aiutato molte persone, avete offerto loro un lavoro che li ha salvati dall'indigenza, in tantissimi vi sono grati, ora anche vostro figlio merita di essere capito e ve lo dico una sola volta, Adele non è una poco di buono, se ha fatto errori li ha compiuti per un ricatto e per fame. In cuor suo non albergano rancore, arrivismo o volontà di accasarsi e star bene approfittando della vostra posizione, Giovannino mi ha confessato che la ragazza ha mille timori e non vuole, lei per prima, creare grattacapi di qualunque sorta. Stava lasciando per sempre Tirano, è rimasta qui solo perché vostro figlio l'ha convinta.

Vi ho detto tutto, mi scuso per tutto ed anche per aver detto la mia, ora mi ritiro a lavare le stoviglie.”

Quel padre e quella madre in quella domenica pomeriggio si erano confrontati a lungo, la loro decisione era andata ben oltre le dicerie di paese, i pettegolezzi e le sentenze; prima di organizzare ciò che avevano convenuto, per infinita correttezza avevano sentito anche il parere della figlia, la quale non aveva avuto nessuna obiezione, anzi aveva confermato quanto detto lei dal fratello poche ore prima.

Anche Margherita sapeva poco o nulla, l'unica cosa di cui era convinta era che suo fratello era innamorato e anche lei doveva presentare qualcuno in famiglia.

Messe da parte le loro reticenze e i loro giudizi, forse troppo affrettati, i due coniugi convocavano Luigina.

“Carissima, questa sera prepara una cena per cinque persone, ovviamente tra di noi siederai anche tu, decidi tu cosa fare, qualsiasi cosa va bene”

Nel recepire quell'ordine, Luigina aveva capito tutto. Margherita sorridendo diceva a quella buona donnina cucinare per sette non dire nulla a nessuno, nel frattempo andava a fratello ed un'altra persona.

Giovannino, nell'udire le parole della sorella quasi aveva esultato dalla felicità, non aveva perso tempo e si era recato da Adele, la quale incredula, timorosa ma felice si era preparata per quella cena inaspettata.

 

(Fine quarta parte, l'ultima domani)

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