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Lunedì 16 maggio 1808: paura e danni a Tirano

CULTURA E SPETTACOLO - 16 07 2021 - Ivan Bormolini

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/IL FIUME ADDA A TIRANO NEL 1894
IL FIUME ADDA A TIRANO NEL 1894

(Di I. Bormolini) Nella prima parte pubblicata ieri, si è analizzata la frana di Sernio dell’8 dicembre 1807, è innegabile che lo sbarramento del corso del fiume Adda dovuto alla frana del monte Masuccio e il lago formatosi di conseguenza, necessitasse di opere atte a far riprendere il normale corso delle acque.

Si chiedeva a gran voce, in particolare dai proprietari dei fondi sommersi, di abbassare il livello del lago, tuttavia la soluzione non era a portata di mano; c'era il pericolo incombente di nuovi smottamenti, i mezzi a disposizione erano pochi e certamente l'ambiente in cui si doveva operare presentava non poche problematiche.

Inizialmente era stata costruita una paratoia sull'emissario dotata di una decina di porte, si voleva così consentire l'intervento su più fronti, il tutto però si era dimostrato precario e scarsamente incisivo.

Calcolato che l'abbassamento delle acque di 5 metri avrebbe riportato all'asciutto Lovero, si lavorava in quella direzione, quasi con certezza però non si era fatta molta strada, il 14 maggio 1808 la situazione appariva quasi invariata rispetto a quella iniziale.

Era sabato sera e gli operai del cantiere avevano sospeso il lavoro per avere, come di consuetudine, la domenica di riposo.

Ma in quel luogo, che comunque era un sedicesimo rispetto al disastro di S. Antonio Morignone, le acque in quella domenica non si erano concesse alcuna sosta, l’Adda si era ingrossata perché stava raccogliendo proprio le acque generatesi dallo scioglimento delle nevi sui monti, tutto questo aveva consentito il cedimento dello sbarramento.

Alle cinque del mattino di lunedì 16 maggio, la parte alta dello stesso aveva ceduto e le acque si erano riversate con violenza dentro il vecchio letto del fiume verso Tirano.

Il crollo aveva interessato solo i 12 metri sommitali dello sbarramento di terra e sassi, certo il risultato era di una certa importanza per gli abitanti di Lovero perché l'acqua almeno in parte, si era ritirata da case, terreni e vigne. Rimaneva un lago lungo 1590 metri, largo 520 e profondo 28.

Il mare di fango, acqua e detriti nel suo scendere a valle verso Tirano, aveva travolto tutto quello che c'era sul percorso, erano stati spazzati via terreni coltivati e vigne che fiancheggiavano il corso del fiume. Era andato a pezzi il ponte di Tirano, sul quale transitava la strada principale, alcune case erano state travolte, gli argini che non erano quelli che vediamo oggi, erano stati in larga parte divelti e molte abitazioni erano state allagate subendo ingenti danni.

Nel defluire verso la valle, pur mitigando la sua furia l'acqua era riuscita ad allagare molti prati e campi a partire dai vicini comuni sino addirittura a San Pietro Berbenno. Al porto di Albosaggia dove era stato installato un idrometro, si era registrato il massimo livello raggiunto dall'acqua.

 

ACCADEVA DIECI ANNI DOPO: esattamente nell'estate di dieci anni dopo la frana di Sernio, il giorno 27 agosto, l'Adda in seguito a una grande piena cambiava il suo letto da Tirano a Sondrio e a Villa di Tirano in particolare si erano registrati danni all'abitato.

Ecco la cronaca dell'epoca:

“Sotto questo giorno ( 27 agosto ) per sole venti ore di acqua l'Adda è sortita dal suo letto sotto Tirano, ed ha invaso la campagna sottoposta, per cui non v'è comunicazione fra il comune di Villa e quello di Bianzone, rimanendo inutile il Ponte di Villa per essere l'Adda al di là”.

Anche il 1900 segnava l'inizio dei movimenti della frana del Canale sul monte Masuccio, mentre nella zona della Valchiosa, vicino a Sernio era caduta una frana provocando due vittime e danni ad un tratto della strada nazionale.

 

I NUOVI ARGINI DEL FIUME ADDA A TIRANO: Sin qui nel corso di questi brevi appunti su eventi alluvionali e calamità nella storia di Tirano e dintorni, si è parlato di un corso del fiume Adda che attraversa l'antico borgo, come un corso d'acqua con arginature non corrispondenti a quelle che vediamo oggi.

Queste erano state realizzate nel periodo della dominazione austriaca. Nell'aprile del 1815, la Valtellina veniva dichiarata annessa al Lombardo Veneto, sotto il dominio dell'Austria, che subito prendeva possesso della valle, stabilendo a Sondrio un Imperial Regio Commissario.

Sin dall'inizio della dominazione austriaca i nuovi governanti avevano intuito l'importanza strategica di Tirano tanto da stabilirvi una buona guarnigione militare. Sotto alcuni aspetti va riconosciuto che il governo austriaco, soprattutto nei primi decenni dell'occupazione, si era rivelato benefico per la Valtellina.

L'amministrazione austriaca era rigida ma sana e a Tirano risulta che l'amministrazione comunale godeva di larghe autonomie. Tra le importanti opere realizzate in quel periodo, ricordo le grandi strade dello Stelvio e dello Spluga progettate e seguite nella costruzione dall'ingegner Carlo Donegani, che in quell'epoca dirigeva le opere pubbliche in Valtellina. Per Tirano, il Donegani aveva fatto costruire le grandi arginature dell'Adda che con quest'opera veniva definitivamente inalveata non minacciando più le colture e l'abitato.

Nell'immagine di copertina si vedono le nuove arginature, la foto risale al 1894 e fa parte dell'archivio del Museo Etnografico Tiranese.

 

 

FONTI: NOTIZIARIO DELLA BANCA POPOLARE DI SONDRIO N° 45 DICEMBRE 1987.

“SPECIALE VALTELLINA 87” Cronaca storia commenti. Stampa: Poligrafiche Bolis, Bergamo.

Dal capitolo “La storia” Un male antico a cura di Luigi De Bernardi. Pag. 98 e 99.

Anche l'immagine di copertina è tratta dalla citata fonte. Pag. 102 “Vecchie case sull'Adda a Tirano nel 1894 (Archivio Museo Tiranese ).

TIRANO. Autore don Lino Varischetti. Stampa: finito di stampare il 29 settembre 1961 presso la Tipografia Bettini in Sondrio. Dal capitolo XIII Il dominio austriaco. Pag. 58 e 59.

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