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La Lombardia grigiona: Valtellina, Bormio, Chiavenna (1512-1620; 1639-1797)

CULTURA E SPETTACOLO - 08 02 2019 - Mauro Cusini

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Foto di Mauro Cusini

"L’articolo che ho il piacere di proporvi è tratto dal portale www.lombardiabeniculturali.it, il portale del patrimonio culturale di Regione Lombardia.

Con questo elaborato mi piacerebbe guidare il lettore a comprendere meglio le fasi storiche che hanno caratterizzato l’età moderna del Nostro territorio.

Riporto e condivido il testo integralmente: lo scritto è notevole e dunque verrà suddiviso in 3 parti, per agevolare la lettura"

Mauro Cusini
 


 

Origine del Libero Stato (Freistadt) delle tre leghe

Nel 1512 la Valtellina e i contadi di Bormio e di Chiavenna, terre del ducato di Milano, furono occupati dalle milizie delle comunità retiche della Lega Caddea, capitanate da Conradin von Planta; a quel tempo, oltre alla Caddea o Lega della Casa di Dio (Gotteshausbund), erano già organizzate nella Rezia anche la Lega Superiore o Grigia (Obererbund o Grauerbund), e la Lega delle dieci Giurisdizioni o Dritture (Zehngerichtenbund).

 

Tra le singole leghe esistevano inizialmente solo patti bilaterali, stabiliti negli anni 1440 e 1450. Il termine “Tre Leghe” (“Drei Bunde”) si trova usato nel 1461, ma solo nel 1471, secondo la tradizione, ebbe luogo l’unione delle leghe in una repubblica, con un atto detto confederazione di Vazerol, per la difesa del libero stato, essendo inoltre stabilita un’annua dieta da tenersi in vicenda nei capoluoghi delle leghe (Coira per la lega Caddea, Ilanz per la Lega Grigia, Davos per la Lega delle Dieci Giurisdizioni).

 

Le comunità retiche acquisirono l’indipendenza di fatto dopo avere sconfitto nella località di Calven nel 1499 le truppe imperiali di Massimiliano I d’Absburgo.

 

La prima carta costituzionale dello stato retico si ebbe con il Bundesbrief o carta della lega del 23 settembre 1524, che ribadì quanto stabilito dai precedenti trattati tra lega e lega: aiuto reciproco verso l’esterno, libertà di commercio, sicurezza delle strade, divieto di fare giustizia da sè e obbligo di adire a un tribunale arbitrale per la composizione delle contese fra le leghe o i membri di una lega. Più che unione fra le leghe venne allora sancita quella fra i quarantotto comuni che le costituivano, presso i quali permaneva l’effettiva sovranità, anche se lo stato si chiamava “libero stato delle comuni tre leghe”.

 

Presupposti storici e giuridici dell'autonomia nei Grigioni

L’affermazione dell’autonomia e della libertà personale tra le popolazioni della Rezia nel basso medioevo non erano un fenomeno isolato, riscontrandosi similmente in un vasto territorio dell’arco alpino compreso tra la Francia e il Tirolo, dove furono raggiunti dalle diverse genti risultati analoghi, pur partendo da premesse differenti, per esempio nelle attribuzioni dei magistrati locali.

 

Nel periodo di crisi della società feudale, tra XII e XIII secolo, la vita dell’antica Rezia ricevette nuovi impulsi attraverso l’immigrazione dei walser, che dal Vallese raggiunsero in due ondate varie vallate retoalpine: le valli del Reno, Vals, Safien, l’Heinzenberg, la valle di Davos. A questi immigrati i signori feudali retici misero a disposizione terreni in vallate in cui le vecchie popolazioni romance non si erano stanziate permanentemente, perché erano al di sopra della zona delle colture a grano.

 

In queste zone i walser fondarono abitati stabili, dissodarono terreni, strappandoli in parte ai pascoli, in parte ai boschi; essi si rivelarono presto anche abili commercianti. Al signore feudale dovevano prestare aiuto militare e versavano modesti tributi per il terreno da coltivare loro assegnato. Dovendo queste nuove popolazioni creare esse stesse la base della propria esistenza su terreni mai ambiti fino ad allora da nessuno, il signore feudale concesse loro la libertà personale e la libera affittanza del terreno sfruttato, con esplicito diritto di eredità.

 

In quelle terre, prima dell’immigrazione dei walser, il terreno coltivato, inclusi gli alpi, appartenevano in gran parte al signore feudale temporale o ecclesiastico; la maggior parte della popolazione era composta da contadini legati alla terra, solo in alcuni villaggi vivevano uomini liberi, coltivatori di terre proprie.

 

Con la venuta dei walser in terra retica vennero poste le basi di una nuova forma di diritto fondiario: il diritto di libero sfruttamento (senza sorveglianza e imposizioni di sorta), il diritto di eredità, e in misura limitata (il signore ne aveva la prerogativa), il diritto di alienazione. I walser, stranieri immigrati, ottennero questi diritti prima delle vecchie popolazioni romance.

 

Al consolidamento della situazione economica delle nuove popolazioni si aggiunse lo sviluppo delle condizioni giuridiche delle loro comunità. La base politico-amministrativa delle colonie più vecchie dei walser fu posta dal barone Walter de Vaz con una carta di libertà concessa alla popolazione di lingua tedesca della valle del Reno il 9 settembre 1277. Questo documento permise ai walser di darsi leggi e organi amministrativi propri, alla cui testa fu posto l’ammann (Amstmann), uomo investito di uffici, amministratore, magistrato.

 

Nella Rezia romancia il percorso verso la libertà individuale e l’autonomia del comune fu più lento e più lungo. Qui l’evoluzione delle comunità partì dal sistema di gestione dei pascoli comuni, boschi e alpi (Allmende) che non facevano parte del sistema di economia rurale del signore, ma erano sfruttati in comune dalla popolazione dei singoli abitati. Per un simile sistema di utilizzo e per la manutenzione delle vie di accesso occorreva un’organizzazione e una regolamentazione. Sorsero così dei consorzi, che abbracciavano la popolazione di una o più vicinie, le cosiddette corporazioni territoriali (Markgenossenschaften) che si diedero prescrizioni e organi sempre più perfezionati.

 

I membri dei consorzi possedevano gli stessi diritti e doveri, a qualunque classe sociale appartenessero. Nell’ambito di queste organizzazioni, il singolo e la comunità erano completamente liberi nelle loro azioni. Il passaggio dal regime feudale al regime democratico dei comuni si attuò però in modo completo quando le comunità riuscirono a ottenere l’effettivo esercizio dell’alta giurisdizione sui propri territori. L’ammann retico delle comunità dei walser e delle popolazioni romance, capo del comune e amministratore della bassa giurisdizione, presiedeva l’assemblea dei vicini, curava gli interessi materiali della comunità e faceva osservare i “diritti e le leggi del luogo”.

 

Organizzazione istituzionale dei Grigioni

Nel libero stato delle tre leghe gli organi federali erano tre: il congresso, formato dai capi delle tre leghe: si riuniva nella città di Coira solitamente in aprile, ottobre e dicembre; svolgeva limitate funzioni, fra le quali quella di inviare ai comuni i progetti e le proposte avanzate dall’esterno e formulate davanti alla dieta. Il gran congresso (Beitag), formato dai tre capi delle leghe assistiti da tre-cinque deputati per ciascuna lega; si riuniva a Coira in gennaio o febbraio.

 

La dieta federale (Bundestag) era composta da sessantatre deputati dei quarantotto comuni giurisdizionali che componevano lo stato (ogni comune aveva almeno un rappresentante, i comuni più importanti ne avevano due, Coira tre) si riuniva a turno nei tre capoluoghi ed era presieduto dal capo della lega in cui si teneva l’assemblea. Era l’organo deliberativo federale, ma le sue decisioni erano sottoposte al referendum dei singoli comuni.

 

I comuni giurisdizionali (Gerichtsgemeinden) del libero stato delle tre leghe, a loro volta ripartiti in vicinanze, erano raccolti in “comun grandi” (Hochgerichte). Lo stato nel suo insieme era formato da ventisei comun grandi. Ogni comune giurisdizionale eleggeva un proprio magistrato e possedeva statuti propri, si amministrava autonomamente; i comuni fungevano anche da magistratura d’appello per i ricorsi dei sudditi respinti dalla dieta. Se nasceva qualche discrepanza fra le tre leghe, tre o quattro giudici, sciolti dal giuramento verso la propria lega, fungevano, come si è accennato, da tribunale arbitrale; se insorgeva un contenzioso fra due leghe, ne veniva conferito il giudizio alla terza.

 

Esisteva poi un tribunale censorio, detto Strafgericht, che si formava a tempo indeterminato, a seconda delle circostanze, per correggere le leggi, gli abusi di governo, e inquisire i reati di stato, formato da giudici eletti per uno o due anni dalle ventisei comunità, con autorità suprema. Nello stato grigione i detentori effettivi del potere, fino alla fine del XVIII secolo, furono dunque i comuni.

 

Organizzazione territoriale delle tre leghe

L’Obererbund o Grauerbund, ovvero Ligia Grischa o Lega Grigia, con capoluogo Ilanz (Glion, Iante) si costituì nel suo primo nucleo nel 1395 tra alcune comunità dell’alta valle del Reno anteriore e completò il suo processo di aggregazione con il patto giurato a Trun nel 1424, detto Foedus Griseum. In quell’anno, il 16 marzo, venne infatti conclusa e stilata l’alleanza fra l’abate Pietro, il comune di Disentis, i fratelli Giacomo, Enrico e Ulrico Brun signori di Razuns, con i comuni di Safien, Tenna e Obersaxer; il conte Giovanni de Sacco-Mesocco, con le giurisdizioni, ministrali e comuni di Ilanz, Gruob, Lugnez, Vals, Kastris e Flims; il conte Ugo di Werdenberg-Heiligenberg, con le genti di Trun, Tamins e i comuni dei “Liberi”, sopra il Guald di Flims, i comuni di Valdireno e Schams. Il 23 aprile 1480, a loro istanza, furono accettati a pieno diritto e a pari doveri nella Lega Grigia i due comuni dell’alta Mesolcina di Mesocco e Soazza; il resto della Mesolcina e della Calanca, già parte del ducato di Milano, entrò nella lega solo il 4 agosto 1496. La Lega Superiore o Grigia era formata nella seconda metà del XVI secolo da ventuno comuni giurisdizionali, raccolti in otto comun grandi; era presieduta da un capo detto Landrichter; aveva ventisette voti nella dieta federale.

 

La Gotteshausbund, ovvero Lia da la Chiadè o Lega della Casa di Dio o Caddea, con capoluogo Chur (Cuoira, Coira) fu fondata a Coira nel 1367 dai sudditi e dai comuni delle terre del vescovo. La Lega Caddea non si dotò nominalmente di uno statuto e non emanò mai disposizioni circa la giustizia, si diede un atto di fondazione in cui era definita la sua posizione rispetto al vescovo come signore temporale.

 

La Lega Caddea nella seconda metà del XVI secolo era formata da diciassette comuni giurisdizionali, raccolti in undici comun grandi; era presieduta da un capo detto Bundespraesident; aveva ventidue voti nella dieta federale. Le undici giurisdizioni o “dritture” grandi erano: Coira; Drittura dei IV comuni, con Trimmis, Zizers, Untervaz, Igis; Tumgias-cha, con Ortestein e Farschno; Sursette e Chastè; Greifenstein, con Vaz di Sopra e Bravuogn; Ramosch, con Ramosch, Stalla (Bivio), Avras (Avers); Engiadin’Ota, con le Dritture di Sotto e Sopra Fontauna Merla (Zuoz e Samedan); Engiadina Bassa, con le Dritture (in civile) di Sotto e Sopra Tasna; Val Bregaglia, con le Dritture di Sotto e Sopra Porta; Val Monastero; Val Poschiavo.

 

La Zehngerichtenbund, ovvero Liga da las Desch Dreturas o Lega delle Dieci Giurisdizioni o Dritture, con capoluogo Davos (Tavau, Tavate) si costituì nel 1436. In quell’anno infatti, l’8 giugno, i delegati dei vicini del Prattigau, che era formato da cinque comunità, di Davos, Schanfigg, Churwalden, Belfort, unitamente a quelli di Maienfeld e Malans si riunirono a Davos, ove fondarono una lega di comune difesa. Nella seconda metà del XVI secolo, la Lega delle Dieci Dritture era formata da dieci comuni giurisdizionali raccolti in sette comun grandi; era presieduta da un capo detto Landammann; aveva quattordici voti nella dieta federale.

 

Il dominio retico su Valtellina, Bormio, Chiavenna

Al momento del crollo del governo francese sul ducato di Milano, nel 1512, i Grigioni occuparono militarmente la Valtellina, i contadi di Bormio e Chiavenna, e le tre pievi dell’Alto Lario (Dongo, Gravedona, Sorico), ma tardarono quasi tre anni a dare alle terre occupate un governo stabile ed efficiente. Dal 1515 la dieta di Ilanz provvide a nominare il primo governatore stabile. Durante il loro dominio su Valtellina e contadi, protrattosi fino al 1797, pur con la grave interruzione compresa tra la rivolta antiprotestante del 1620 e il capitolato di Milano del 1639, le tre leghe inviarono ordinariamente sei funzionari (Amleute) o ufficiali per il governo della Valtellina: un governatore o capitano generale e un vicario con residenza a Sondrio, che svolgeva le funzioni di giudice criminale, e quattro podestà, una per ciascuna delle giurisdizioni di Tirano Teglio, Morbegno, Traona.

 

Fino al 1603 tali funzionari vennero eletti dalla dieta federale delle tre leghe, in seguito vennero designati a rotazione secondo un preciso turno dai comuni retici, mediante appalto. Alla scadenza del mandato, il governo delle tre leghe mandava in valle alcuni giudici per vagliare le querele che fossero state avanzate contro le autorità governative; tali giudici, fino al numero di tre per lega, con un presidente, formavano la “sindacatura”.

 

Ciascuna giurisdizione manteneva i propri organi di autogoverno, cioè consiglio, cancelliere, consoli di giustizia, agenti e servitori; organo della Valtellina nel suo complesso era il consiglio di valle. Bormio e Chiavenna conservarono la loro fisionomia giuridica e i loro privilegi giuridici e commerciali confluenti in una larga autonomia, che era di fatto temperata soltanto dal commissario retico inviato ogni biennio a Chiavenna e in Bormio dal podestà.

 

All’ingresso nel dominio grigione, Valtellina, contado di Bormio e contado di Chiavenna avevano raggiunto una solida fisionomia istituzionale e territoriale. Ciascun comune, all’interno dei tre dominî, aveva una peculiare organizzazione territoriale interna e una sua autonoma tradizione amministrativa, ereditata senza fratture dai secoli del medioevo.

 

Organizzazione territoriale dei dominî retici

All’inizio del XVI secolo a Valtellina era articolata in cinque giurisdizioni, denominate terziere superiore con i comuni di Tirano (capoluogo), Sondalo, Grosio, Grosotto, Vervio, Mazzo, Tovo, Lovero, Sernio, Villa e Stazzona, Bianzone; giurisdizione di Teglio distinta in terra mastra di Teglio e in trentasei contrade raggruppate nelle vicinie di Aprica con Ganda, Carona con Bordone, Grania, Verignia, Boalzo; terziere di mezzo con i comuni di Sondrio (capoluogo, comprendente la Val Malenco), Ponte, Chiuro, Tresivio, Acqua, Montagna, Castione, Postalesio, Berbenno, Boffetto, Piateda, Faedo, Albosaggia, Caiolo, Cedrasco, Fusine, Colorina; squadra di Morbegno (la squadra di Morbegno, insieme alla squadra di Traona, costituiva il terziere inferiore della Valtellina) con i comuni di Morbegno (capoluogo), Forcola, Talamona (e Tartano), Bema, Albaredo, Gerola, Pedesina, Rasura, Cosio, Rogolo (e Andalo), Delebio, Piantedo; squadra di Traona (la squadra di Traona, insieme alla squadra di Morbegno, costituiva il terziere inferiore della Valtellina) con i comuni di Traona (capoluogo), Buglio, Ardenno, Dazio, Civo, Mello (e valle del Masino), Cercino, Cino, Campovico, Mantello, Dubino.Il contado di Bormio era l’ambito territoriale su cui il comune di Bormio esercitava la propria giurisdizione, ed era formato dalla terra mastra di Bormio e dalle vicinanze di Livigno, Val Furva, Valle di dentro, Valle di sotto, ripartite a loro volta in contrade.

Il contado di Chiavenna era articolato nella giurisdizione di Chiavenna, comprendente il comune di Chiavenna e i comuni detti esteriori di Mese, Prata, Gordona (e Menarola), Samolaco, Novate (e Verceia); nella giurisdizione di Piuro, comprendente il comune di Piuro (e la terra di Villa); nella Val San Giacomo, divisa in dodici quartieri raggruppati nei tre terzieri di fuori, di mezzo, di dentro.

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