MENU

La figura di Bernardino Mazza e le novelle del dottor Kalamus

CULTURA E SPETTACOLO - 05 08 2022 - Ivan Bormolini

CONDIVIDI

/Bernardino Mazza

(Quarta parte di I. Bormolini) Tralascio per questa settimana gli altri fatti inerenti all'Ufficio del Lavoro e dell'Emigrazione di Tirano, riprenderò l'ampio discorso la prossima settimana perché vi sono ancora molti particolari da citare.

Desidero qui soffermarmi sulla figura del nostro concittadino Bernardino Mazza fondatore e Direttore del più volte citato Ufficio. Qualche tempo fa, parlando con il nostro sindaco Franco Spada di alcune vicende dei primi cittadini di Tirano, era emerso con particolare attenzione qualche approfondimento su Dino Bernardino Mazza. Da quel discorso ho deciso di approfondire e affrontare la piccola ricerca che vi sto proponedo in queste settimane.

In primo luogo, sono rimasto colpito dalla lapide recentemente collocata nel Largo dell'Emigrante per volere dell'attuale Amministrazione Comunale che ho riportato in copertina nella seconda puntata di questa piccola rassegna.

 

“Mettere i diseredati in condizione di rilevarsi da sé medesimi”.

“In ricordo di Bernardino Mazza (1871-1962)

Fondatore dell'Ufficio Provinciale del Lavoro e dell'Emigrazione 

e Sindaco di Tirano

dal 1920 al 1922 e dal 1946 al 1949”.

 

Osservando poi la facciata del cinquecentesco palazzo Mazza, già Venosta, poi dei Quadrio e dal 1853 di proprietà della famiglia Mazza in via Ligari, si nota un'elegante raffigurazione del volto di Bernardino Mazza che ho proposto nella copertina di ieri che reca la dicitura:

 

                                     Bernardino Mazza (1871-1962)

                                                Medico Veterinario

                                  Una vita per il Progresso e la Solidarietà

 

Si scrive a proposito dell'Ufficio del Lavoro e dell'Emigrazione di Tirano:

“Gli uomini dell'Ufficio del Lavoro e dell'Umanitaria, andranno ovunque; ovunque andrà Dino Mazza il quale, collaborando come veterinario con la Cattedra Ambulante di Agricoltura, unirà i due fronti della sua attività in un unico poderoso impegno. 

Dove non si arriva con le conferenze si arriva con la distribuzione gratuita del giornale di cui l'Ufficio si era dotato dal titolo “La Fiaccola”.

 

Dino Mazza nel 1920, diventava sindaco di Tirano, un sindaco socialista di una amministrazione socialista.

Per questa sua scelta, molti che appoggiavano l'Ufficio si erano defilati, altri temendo che l'esperienza tiranese fosse esportata altrove, ne avevano preso le distanze o più semplicemente stavano a guardare.

La verità dei fatti era che Dino Mazza, l'Ufficio del Lavoro e l'Amministrazione tiranese, erano visti come una cosa sola, erano “il socialismo possibile”.  Il clima che si respirava nell' intero paese si faceva piuttosto pesante, si presentava alla storia una nuova epoca….

Era stato così, in quel turbinio di eventi che se analizzati ancor oggi avevano mutato la storia della nostra Nazione, che il nostro Bernardino Mazza, con la scusa di incarichi professionali veniva trasferito addirittura in Germania.

Una volta rientrato a Tirano, un'inchiesta per le sue convinzioni antifasciste si era conclusa con un nuovo suo trasferimento prima a Genova e poi in altre città d'Italia.

Senza Dino Mazza l'Ufficio del Lavoro non poteva esistere. Nel 1925 a sciogliere il Consiglio di Amministrazione ci aveva pensato il Prefetto di Sondrio; la motivazione adottata era simile a quelle che spesso si adottavano per sciogliere le associazioni antifasciste.

Si era detto che:

“l'Ufficio, a causa delle persone delle quali era presieduto e diretto, per l'attività politica svolta, erogava fondi in danno degli associati e per scopi diversi da quelli di assistenza economica e morale dei lavoratori”.

 

Dino Mazza era tornato in Valtellina nel 1945, all'età di 75 anni, aveva però avuto la sua rivincita, veniva eletto infatti nuovamente sindaco di Tirano.

Uno dei primi impegni di Bernardino Mazza dopo il suo ritorno era stato la ricostruzione dell'Ufficio del Lavoro, che però in tempi profondamente cambiati, si era limitato a devolvere in assistenza i proventi delle proprie affittanze, questo anche dopo la morte dello stesso Mazza avvenuta nel 1962. Nel 1971, i beni dell'Ufficio del Lavoro e del lascito Foppoli venivano devoluti all'Eca di Tirano e da questo, al Comune di Tirano.

 

DINO MAZZA E IL DOTTOR KALAMUS

 

Sarebbe bello in quest'occasione analizzare tutto quel mondo tiranese e valtellinese che era ruotato attorno a Bernardino Mazza; tuttavia, appare molto chiaro che una figura umana così profonda, istruita e a disposizione del prossimo, in vita abbia veramente operato per il progresso e la solidarietà nei confronti della nostra gente di quei tempi.

Si evince tutto questo anche da un altro particolare non di poco conto, ovvero il suo scrivere con lo pseudonimo di dottor Kalamus. Si trattava di racconti per l'Ufficio del Lavoro e per la Cattedra dell'Agricoltura, erano novelle nelle quali si raccontavano episodi di vita, vicissitudini e disgrazie di contadini e emigranti.

“Il diario di Salvatore Giardi”, “Il materasso di Sebastiano Maderi”, “La famiglia del contadino Severio Medi”, “Il bastardo”, “Mezza pagina di vita di un emigrante”, ecc, erano frutto di fantasia, ma mediante il racconto descrivevano le difficoltà nel quotidiano dei poveri, indicando il modo di affrontarle, dando consigli per affrontarle.... Dietro le maschere dei protagonisti, vi era lo stesso infaticabile uomo, che indossava di volta in volta, le vesti del contadino oppure dell'emigrante, al fine di aiutare quell'insieme di persone che per Bernardino Mazza non erano altro che la sua gente.

La vicenda delle novelle del dottor Kalamus non era altro che una funzione educativa atta ad affiancare lo sforzo dell'Ufficio del Lavoro nel dar vita alle scuole serali, e non ultimo persino alla sperimentazione di una sorta di “Università Popolare”. 

L'appuntamento con la prossima puntata sarà per giovedì 11 agosto.

 

 

FONTE: LA SCODELLA IN FRANTUMI: Autore: Pierluigi Zenoni. Stampa: stampato per conto de l'Officina del libro dalla Tipografia Bettini. Dalle pagine 254, 255, 256.

La fotografia di copertina e tratta dalla stessa fonte a pagina 255.

LASCIA UN COMMENTO:

DEVI ESSERE REGISTRATO PER POTER COMMENTARE LA NOTIZIA! EFFETTUA IL LOGIN O REGISTRATI.

0 COMMENTI