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Il Villaggio, il suo personale e la giornata dei degenti... la “radio villaggio”

CULTURA E SPETTACOLO - 22 01 2020 - Ivan Bormolini

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/Il Villaggio e le teleferiche
Il Villaggio e le teleferiche

(Quinta parte di I. Bormolini) Dopo avervi accennato alla storia del Villaggio Morelli, delle sue fasi costruttive, del periodo bellico e della sua entrata in funzione, voglio dedicare qualche nota sul personale.

Per tutto il personale si era sempre cercato di stare nei limiti dei preventivi, anzi questi non erano mai stati superati, rimanendo o attestandosi ad un livello inferiore.

Ciò significava che i calcoli erano stati fatti correttamente e che in tal senso l'amministrazione si era mostrata oculata.

 

Nel numero dei dipendenti era incluso anche il personale religioso, l'assistenza spirituale era affidata ad un gruppo di Padri Camilliani, il tutto consentiva un buon rapporto tra personale e degenti, tanto da arrivare nel 1950 a 1 a 2,08.

Per quanto riguardava le ferie, il trattamento era differente rispetto ai giorni nostri: all'inizio venivano concessi 12 giorni l'anno, mentre un successivo contratto prevedeva 21 giornate. Questo ovviamente portava ad un maggior numero di assenze dal servizio a cui si andavano ad aggiungere quelle numerose per malattia.

E' chiaro che tutto ciò generava un disservizio tanto che si decideva di istituire una squadra di pronto impiego composta da 10/12 persone fra cameriere ed inservienti che venivano spostate a seconda delle esigenze.

 

C'era poi una Commissione composta dai Capi Ufficio e dai Capi servizi che aveva il compito di esaminare la posizione giuridica di ciascun dipendente e provvedere all'inquadramento del personale amministrativo, tecnico e sanitario in relazione in relazione alle tabelle organiche previste nel Contratto Tipo. Alla stessa Commissione spettava il lavoro di esaminare le domande inerenti ai passaggi di qualifica e promozioni.

Per ciò che concerneva il personale della Croce Rossa Italiana, era stato stipulato un atto aggiuntivo e integrativo alla convenzione per precisare alcune clausole sul trattamento da corrispondere alle infermiere nei casi di tubercolosi contratta in servizio. Ad eccezione del personale della Croce Rossa, i dipendenti erano tutti iscritti all' INADEL per l'assistenza in caso di malattia. Per migliorare il servizio si era chiesto allo stesso Istituto di stipulare una convenzione che permettesse di assistere i dipendenti del Villaggio attraverso il corpo medico e il servizio sanitario dello stesso.

 

Risulta chiaro che questo rappresentava un vantaggio per il personale, il quale avrebbe potuto fruire di un'assistenza più completa e conveniente, ma lo stesso vantaggio era conveniente anche per l'amministrazione, in quanto la struttura avrebbe potuto essere rimborsata.

Nonostante i numerosi controlli, nel 1950 si registrava un notevole aumento di Tbc contratta in servizio, tuttavia la percentuale rimaneva inferiore a quella della popolazione civile nei centri urbani.

Si legge a proposito di dipendenti:

“La situazione generale del personale, che nel passato aveva dato luogo ad alcuni inconvenienti con agitazioni e scioperi ai fini di ottenere una regolamentazione economica e normativa, a seguito dell'avvenuta approvazione dei Contratti Tipo, si è normalizzata.....Si è pure cercato di aderire alle richieste di un maggiore assorbimento di personale invalido di guerra e particolarmente di ex Tbc...

Il rendimento del personale nel suo complesso è stato abbastanza soddisfacente, ma sarebbe migliore se l'Amministrazione avesse una maggiore facoltà di scelta nell'assunzione del personale salariato e non fosse vincolata dalle norme sugli Uffici di Collocamento che impongono, nelle categorie della mano d'opera comune, l'assoluta precedenza di assunzione degli elementi locali”.

 

Qualche non trascurabile problematica riguardava gli abbandoni del personale sanitario a causa dell'isolamento, delle poco allettanti condizioni d'impiego e della difficoltà di alloggio per chi voleva accasarsi.

Per gli ospedali diventava un problema sostituire gli aiuti ed ancora di più i primari, per i quali le condizioni offerte risultavano essere inferiori ai requisiti richiesti. Solo i giovani medici accettavano il lavoro al Villaggio, ma una volta avuta la possibilità di un impiego con migliori prospettive lasciavano il sanatorio.

LA GIORNATA AL VILLAGGIO ALLIETATA DA “RADIO VILLAGGIO”: Dopo qualche cenno doveroso ai dipendenti eccoci qui a parlare della giornata di infermieri e degenti al Villaggio Morelli.

Vi ho prima accennato all'assistenza spirituale non a caso, i cappellani avevano aiutato i degenti a realizzare due biblioteche; contemporaneamente i malati potevano frequentare corsi definiti di rieducazione al lavoro: radiomontatori, avvolgitori, elettricisti e aeromodellisti, si poteva inoltre ricevere un'istruzione elementare e corsi di lingue straniere.

Bisogna dire che l'assistenza morale ed il settore ricreativo, venivano particolarmente curati, il tutto senza ovviamente scordare le cure mediche. Tutto era incentrato ad occupare il malato distraendolo perchè pensasse il meno possibile all'isolamento ed al distacco dalla famiglia.

 

Non mancavano gli spacci ( bar, calzature e merce varia ), durante le settimane venivano dati spettacoli cinematografici ed altre iniziative organizzate. Non mancavano i concerti di bande, quando approdava in valle qualche compagnia teatrale, questa veniva ingaggiata per qualche serata di prosa. Vista la mancanza di un teatro, queste rappresentazioni venivano ripetute in ogni padiglione con un conseguente aggravio di spese.

Ogni padiglione era fornito di due tavoli di ping-pong, si poteva giocare a scacchi, dama, carte ed altro. La biblioteca era periodicamente fornita o incrementata con nuovi testi. Si cercava pure di fornire un ottimale servizio tramite gli uffici postali e telegrafici e anche l'ufficio bancario.

Occorre dire che nonostante gli sforzi in tal senso, evidentemente profusi per un buon soggiorno dei pazienti, sorgevano tra gli stessi problematiche di indisciplina.

 

Ecco dunque che la vigilanza, al fine di evitare l'insorgere di problemi, nei casi più gravi adottava anche provvedimenti punitivi, questi consentivano nella sospensione dei permessi di uscita da otto a quindici giorni ed eccezionalmente nelle dimissioni.

I degenti ricoverati in sanatorio dovevano sottostare a norme disciplinari ed agli orari prestabiliti dalla Direzione Sanitaria, a tutto questo si aggiungevano ovviamente tutte le prescrizioni dei medici e degli addetti all' assistenza.

La vita, o la degenza in sanatorio, si basava sul riposo e sul vitto, oltre come ovvio sulla cura mediante la somministrazione di medicinali.

Il riposo era importante perché permetteva al polmone di evitare sforzi e quindi guarire con facilità e con tempi più ristretti.

Alle 7.30 le infermiere davano la sveglia, dopo le 8.00 i malati si recavano in refettorio per la colazione, questa era composta da caffelatte con pane e marmellata o burro o uovo oppure yogurt, miele e frutta. Altri tipi di colazione venivano preparati per i degenti soggetti a diverse prescrizioni mediche.

Alle 8.00 i cappellani dei padiglioni celebravano la Messa e per coloro che desideravano prendervi parte l'ora della colazione era posticipata.

Alle 9.00 i pazienti in trattamento con pneumotorace, andavano in sala radiologica. Alla domenica, dopo i controlli veniva celebrata la Messa. Inoltre dalle 9.00 alle 11.30 c' era la cura della sdraio ed una suora addetta al reparto distribuiva la posta e raccoglieva le richieste di permessi o licenze; quando le condizioni di salute non costituivano impedimenti, si concedevano permessi di uscita, ma alle 22.00 occorreva rientrare.

 

Le ore di sdraio era occupate con la lettura o con l'ascolto della radio. Vi era infatti un Uffico Radio che provvedeva l'allestimento di trasmissioni di programmi locali o delle reti nazionali ed estere. Era questa la cosiddetta Radio Villaggio, la quale nella diffusione delle trasmissioni, aveva avuto una funzione indispensabile perché accompagnava le lunghe ore di sdraio, tenendo compagnia e distraendo i pazienti.

Durante queste ore, i medici dei reparti accompagnati dalle infermiere visitavano i malati sino alle 11.30, momento in cui i degenti uscivano nei viali per il passeggio.

All'ora di pranzo stabilita per le 12.30, tutti si recavano nei refettori con una scelta tra quattro pietanze, per i malati soggetti a diete speciali c'era la scelta tra sette piatti differenti.

Il pomeriggio iniziava con un'ora di passeggiata, quando le condizioni meteo non lo consentivano ci si radunava nel salone dove vi erano alcuni giochi da tavolo.

 

Dalle 14.00 alle 16.00 riprendeva a cura della sdraio, due ore durante le quali era proibita la lettura ed erano sospese le trasmissioni radio. Il momento della merenda era previsto con la fine della cura della sdraio, sino alle 17.00 non si prevedevano impegni. Se non vi erano visite di parenti, i malati uscivano nuovamente per una passeggiata o per recarsi nei loro circoli di riunione.

Nel momento in cui i degenti sentivano la necessità di dover notificare qualcosa agli organi di direzione, potevano farlo tramite una loro rappresentanza che convocava l'assemblea dei ricoverati quattro volte l'anno.

Dalle 17.00 alle 18.30 si tornava nelle sdraio, in quest'ora e mezza il cappellano passava tra le verande per far visita ai malati. Si usciva poi per un'altra passeggiata e ci si intratteneva con attività ricreative, alle 19.00 c'era il momento della preghiera e si riceveva la Santa Benedizione.

L'ora della cena era prevista per 19:15, dopo di questa nella stagione invernale dalle 20.00 alle 21.30 c'era la ricreazione, che nel periodo estivo si protraeva sino alle 22.00, questa comprendeva cinema, oppure spettacoli musicali e teatrali.

 

Al momento di coricarsi, se qualcuno non osservava il regolamento, interveniva il Direttore Sanitario che richiamava personalmente e trasferiva chi non era ligio alle regole in un altro reparto arrivando addirittura alle dimissioni.

Per le visite ai pazienti da parte dei parenti e amici non era stato stabilito un orario; in primo luogo i pazienti provenienti da tutta Italia, ben raramente ricevevano la visita dei congiunti, questi ultimi spesso dovevano affrontare un lungo viaggio ecco perchè non si badava a limitazioni d'orario.

 

(Fine quinta parte, la sesta ed ultima domani giovedì)

 

FONTE: UN VILLAGGIO STRAORDINARIO. Autore. Stefano Rossattini. Stampa: fotolito e stampa Litostampa srl. Finito di stampare nel dicembre 2002. La foto è tratta da Autonomia per Sondalo. Un ospedale per la Lombardia. Stampa Litografia Mitta via Dello Stadio 23100 Sondrio.

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