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Il veggente Mario Homodei e le origini della famiglia

CULTURA E SPETTACOLO - 25 09 2020 - Ivan Bormolini

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/LA LAPIDE POSTA SULLA CASA DEL BEATO MARIO
LA LAPIDE POSTA SULLA CASA DEL BEATO MARIO

(Di I. Bormolini) Le origini della famiglia degli Homodei a Tirano, risalgono a tempi remoti. E' stato appurato che gli Homodei erano discendenti di Omodeo Basus (1233); questi erano di origini bellasiane e abitanti a Tirano.

Dal ceppo originario ne era nata una stirpe molto numerosa diffusasi anche nei vicini paesi di Sernio, Stazzona, Tovo, Grosotto e Teglio.

Ci sono anche testimonianze più antiche dalle quali si evince che Giudice Omodeo fu Andrea, di Como, risiedeva in Valtellina attorno al XII secolo; abitava a Chiuro ed era un negoziante, il sei dicembre 1100, quest' uomo evidentemente facoltoso, aveva donato alla chiesa di San Remigio, sopra Tirano, tutti i beni di sua proprietà situati in un monte di Brusio.

 

Questa donazione consisteva in prati, case, altri edifici e pascoli in località Predoso; più avanti nel tempo vi era a Tirano un ser Michele, detto Michino, il quale era consigliere della Comunità nel 1375.

Due pergamene conservate presso l'Archivio Storico della Beata Vergine di Tirano, hanno fornito agli studiosi ulteriori informazioni di carattere genealogico inerenti agli ascendenti di Mario Homodei, in riferimento diretto all'avo e al padre.

In un atto del tredici dicembre 1413, compare per la prima volta proprio l'avo del Beato Mario, ser Stefano de Homodei di Tirano; tale documento era inerente ad una commutazione di terreni con i religiosi di San Remigio e Santa Perpetua.

 

Un successivo atto stilato in data sette aprile 1422, annovera l'acquisto di una grande vigna in quel di Teglio, in questo caso gli acquirenti erano sette dei figli di Stefano: Tognolo, Giovanni, Alberto, Giacomo, Lorenzo, Pietro e Romerio, quest'ultimo padre di Mario.

Ancor oggi in via Beato Mario si vede la casa da cui il veggente era uscito nella domenica mattina del 29 settembre 1504, oltre a questo l'antico stabile, che conserva quasi intatte le sembianze di un'antica dimora di quel tempo, riporta sulla facciata esterna una lapide marmorea posta in occasione dei quattrocento anni dell'Apparizione.

La contrada dove risiedeva il Beato Mario, era dunque situata a mezzogiorno nei pressi del santuario; originariamente questa era detta dei Miscenti, infatti poco più sotto si univano le acque dell'Adda e del Poschiavino, mischiando le loro acque, “UNDAS FLUMIA MISCENT”.

 

Il 20 aprile 1488, Giovanni fu Biagio ( Plasio ) de Arrigonibus, detto il Pena, vendeva a Bernardino de Homodeo, certi fondi e case confinanti con Pietro de Homodeo in contrada Folla, una di queste era probabilmente l'abitazione del Beato Mario.

Anche la vigna alla quale il “Mariolo” era diretto situata ai piedi del monte del santuario, detta Folliva, era di proprietà della famiglia, come menziona l'atto di compravendita del 1488.

Le notizie sulla vita di Mario Homodei, non sono tante: va ricordato che aveva avuto tre figli maschi che erano ben inseriti nella realtà e nella vita dell'allora Comunità.

Il primogenito Giovanni era nato proprio nell'anno dell'Apparizione e a lungo aveva potuto testimoniare, riferendosi ai racconti del padre, lo svolgimento ed i particolari del prodigioso evento.

 

Si cita poi il secondo figlio Romerio, il quale era stato prete in santuario.

Quanto si qui riportato, ci fa capire che il Beato Mario, apparteneva ad una famiglia benestante, le vigne di proprietà dello stesso sono documentate, anche la sorella Stefania, moglie del miracolato

Bartolomeo del Zano, poteva disporre di capitali, parte dei quali erano stati devoluti per l'inaspettata guarigione del congiunto.

Mario aveva dunque assecondato la richiesta della Madonna e procedeva espandendo il suo territorio di missione in totale adesione al progetto mariano.

Non aveva lasciato totalmente le sue attività in loco, si era recato in Trentino, regione in cui moriva in data incerta. La sua presenza a Tirano è documentata negli anno 1511, 1514 e 1516. Un documento notifica Mario vivente nel 1521 ed un secondo, indicante l'anno 1534 cita invece la sua morte.

 

 

FONTE: IL “LIBRO DEI MIRACOLI” DELLA MADONNA DI TIRANO. Autrice: Saveria Masa. Stampa: Finto di stampare nel mese di luglio 2004 presso la Tipografia Bettini-Sondrio.

La foto di copertina è di Ivan Bormolini.

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