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IL NUOVO LIBRO DI ALESSANDRO CANTONI: "I GIOVANI SI EDUCANO CON LA BELLEZZA"

CULTURA E SPETTACOLO - 22 09 2015 -

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cantoni alessandraLa scuola pubblica ha perduto quella che, concettualmente, dovrebbe essere la sua funzione primaria, ovvero quella di educare. In che modo è necessario che avvenga tale processo? Con la bellezza.

Il tema di fondo, però, è che la nostra società non è più in grado di manifestare qualunque forma di incanto o di splendore, a causa della profonda decadenza culturale dei popoli e di un’ignoranza diffusa. Forse sarebbe stato meglio rimanere profondamente analfabeti, legati alle proprie radici e convivendo in perfetta sintonia con il mondo naturale da cui discendiamo. Lo stesso José Bergamin vede nella «decadenza dell’analfabetismo» una decadenza della cultura spirituale e, quindi, anche della poesia.

Ma esprimere bellezza non significa solamente possedere l’arte della retorica o padroneggiare correttamente il linguaggio e il registro formale di una lingua. Quando affermo che l’uomo contemporaneo non è in grado di generare magnificenza mi riferisco a qualsiasi aspetto della vita quotidiana: alla raffinatezza nel vestire – seppure in modo semplice e non sfarzoso - all’automobilistica, all’architettura… Viviamo in un’epoca buia dove, si spera, giungerà nuovamente la luce della ragione. Inutile ostinarsi a riflettere su ciò che sarebbe opportuno fare per migliorare. Forse Hegel aveva ragione quando ribadiva che essere e dover essere sono la stessa cosa.

Noi non siamo che degli spettatori dinanzi a questo disordine. Provo forse compiacimento ogni volta in cui la confusione è molta e la soluzione è altrettanto complessa.  Non spetta certo a me o a chiunque di noi proporre delle soluzioni. E’ tuttavia sicuro che l’unico modo per comprendere la realtà in cui viviamo e congiungere al perfezionamento di sé stessi è quello di educare i giovani alla bellezza. Ma dove? A scuola, certamente.

Le scuole sono divenute dei luoghi dell’orrore, dove la cultura viene profondamente umiliata ogni giorno, a partire dalla struttura stessa in cui si è costretti a studiare. Sembra di entrare in un loculo per morire, ove vige un enorme contrasto con l’arte e il fascino della grande letteratura italiana. Com’è possibile che in un edificio di tale bruttezza si possano infondere gli aneliti di vita della civiltà? Proprio quando vi sono orrendi banchi in formica e materiale scolastico ideato per depensanti.

Non vi è nulla di più straordinario, invece, di un luogo del sapere la cui costruzione è un complesso in cui l’alluno cresce e convive con l’armonia delle forme. Solo in questa maniera, forse, potrà apprendere a rispettare ciò che è bello.

Per tentare di accrescere la coscienza del bene e dare un contributo alla ragione e alla passione, ho realizzato un nuovo volume in cui parlo dell’età Barocca, il cui scopo, come sottoscriveva Giambattista Marino, è la meraviglia. L’arte va osservata con umiltà – da cui il titolo la bellezza dell’umiltà – perché essa ci annienta, ci annulla di fronte a tanto splendore. E’ quanto vi racconterò nel mio nuovo volume, prossimamente in uscita il 27 settembre.

Alessandro Cantoni

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