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Il nostro Viale Italia: le sue origini e la sua storia

CULTURA E SPETTACOLO - 06 06 2019 - Ivan Bormolini

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/viale italia Tirano, foto storica

E' chiaro che con la realizzazione della tangenziale di Tirano, la nostra città dovrà cambiare molti aspetti urbanistici e divenire più vivibile per i residenti ed anche per i turisti. In questo ridisegnare Tirano, il viale Italia figura tra gli aspetti principali. A mio modo di vedere questo lungo rettileneo, già da tempo oltre al traffico veicolare ormai insostenibile ed inquinante, presenta un arredo urbano e degli spazi verdi che mal si addicono ad una città a forte vocazione turistica.

Ma ora, in attesa di interventi che ridiano degno decoro a questa strada, parliamo della sua storia che affonda le sue origini nei primi decenni del Seicento.

 

Agli inizi vi era un percorso di campagna che portava al santuario, lo stesso si presentava differente dall'attuale tracciato.

Qui va fatta una prima precisazione, quella remota strada, nulla aveva a che vedere con quella della contrada San Giacomo, una storica via che originariamente conduceva i viandanti verso la via Rasica e in Valposchiavo. Non a caso la bella chiesetta con il piccolo campanile era stata intitolata all'apostolo Giacomo, protettore appunto dei viandanti.

A riportarci al viale Italia, o meglio a quel percorso, vi è una nota del vescovo Sisto Carcano, che ci riconduce alla primordiale edificazione della cappella di San Giuseppe, che ancor oggi possiamo ammirare, seppur non nella sua originale secentesca edificazione.

 

La primordiale origine del viale giungeva nel 1664, su invito del nunzio apostolico Federico Borromeo.

Questo, in visita nei territori valtellenisi, giunto a Tirano, proponeva in un'ottica devozionale, allora tipica, un itinerario di preghiera per i residenti ed i pellegrini diretti al santuario mariano.

Si trattava di un cammino che avrebbe inquadrato il meraviglioso slancio del campanile perfettamente visibile, proprio come oggi sin dalla piazza Marinoni.

Il nuovo tratto, veniva dunque realizzato e per più di due secoli rimaneva una semplice strada sterrata con alberi ai lati.

 

La trasformazione della strada in viale, con ampliamento della carreggita, creazione dei marciapiedi e messa a domora di molti aceri e pioppi in doppia fila risale al 1881, quando sindaco di Tirano era l'avvocato Augusto Lantieri.

Molte foto di epoche tardo ottocentesce e dei primi del novecento, ricordano questo viale intitolato a Vittorio Emanuele, primo Re della patria unita. Con l'avvento della Repubblica, il suo nome veniva mutato in viale Italia.

In una cartolina dei primi del 900, il corso Vittorio Emanuele, già Regia Strada Postale, la quale, continuava il suo corso nell'attuale via XX Settembre, troviamo anche la Ferrovia Retica del Bernina. Un dato quest'ultimo interessante: infatti, dopo un primo tratto pressoché invariato, l'allora strada ferrata Retica subiva una deviazione proprio in prossimità della già citata Santella di via San Giuseppe.

Con un ampia curva, i convogli si portavano sul lato destro del viale, raggiungendo poi la piazza di Madonna dove tornavano ad immettersi nel percorso attuale di via Elvezia.

 

L'inizio di quel viale vedeva sorgere il negozio Merceria Schiantarelli, la tipografia Fiorentini & Redaelli, l' Osteria Gorini o Trattoria del Mercato. Da non scordare poi già dal 1914 l'attività di trasporto di Carlo “Carlin” Perego, nei pressi dell'attuale piazza delle Stazioni.

Ma ancor prima del pioniere Perego il Varischetti scriveva:

Le ultime romantiche diligenze, arrancavano ancora su verso lo Stelvio e una guida turistica di quegli anni ricordava ai viaggiatori che a Tirano il mastro di posta “Giacomo Tenni detto Ciodel, tiene cavalli freschi e vetture per tutte le destinazioni”.

Le storiche diligenze del Tenni e del Perego poi, ci danno un'ennesima chiara testimonianza di come Tirano e Madonna sin da lontane epoche, siano state un crocevia viario, di commercio, di primi timidi, ma nello stesso interessanti “esperimenti” di sviluppo turistico, senza scordare l'industria.

Ed in tutto questo il viale Vittorio Emanuele ne era protagonista.

 

Ma pensiamoci bene, ritornando ancor più indietro nel tempo; sicuramente, saranno state tantississime le persone, le merci, ed il bestiame che anno dopo anno vi transitavano per dar vita alla fiera di San Michele che si teneva nella piazza attorno al santuario e zone adiacenti.

Una manifestazione fieristica concessa dai dominatori Grigioni sin dal lontanissimo 1514, che per molti secoli ha avuto una valenza commerciale di caratura internazionale.

Ho ricordato l'industria: è certo che parlando di questo tema il nostro viale narrà storie interessanti, sin dal 1849, nella zona di Madonna sorgeva la fiorente Filanda Mottana fondata da Giuseppe Mottana. Oggi purtroppo di quella costruzione non rimangono che dei ruderi abbandonati e bisognosi con urgenza di un attento progetto di riqualificazione.

 

Da non scordare poi nell'area dove è sorto il condominio Ai Portici, la presenza della sede dell'attrentanto famosa segheria Ninatti, oggi Industria Legnami Tirano, che negli anni sessanta si è trasferita nell'attuale zona industriale, ampliando i suoi orizzonti e divenendo un' azienda di grande pregio e specializzata in molti settori della lavorazione del legno.

In questo mio narrare, non posso certamente scordare le strutture ricettive dell'epoca sorte in quei periodi del novecento, tra la stazione ferroviaria, il viale e zone limitrofe.

Cito il Restaurant Suisse, il Restaurant de la Gare, gli hotel Bernina e Stelvio e assolutamente non per ultimo il Grand Hotel Tirano, risalente al 1903.

Uno storico Hotel che disponeva di ampi servizi e tristemente demolito verso la fine degli anni settanta per dar vita ad un centro commerciale che certo nemmeno lontanamente ricorda la storria di quel simbolo di Tirano e di viale Italia.

 

Bellissime ancora le cartoline dell'epoca che ci testimoniano, quell'avvento di strutture ricettive di una Tirano d'altri tempi, ma soprattutto di architettura unica che in molti casi ci ricorda cosa di valorosamente artistico Tirano abbia perso, lasciando spazio ad esempi di edificazione ben lontani da quello storico modo di costruire.

Oggi di quegli anni, ci resta un esempio tangibilire e di grandiosa progettualità, sto parlando, per esempio, della Casa Merizzi, edificata nel 1904 su disegno dell'architetto Ugo Zanchetta, lo stesso che aveva progettatto la chiesa del Sacro Cuore in via Roma.

 

Ivan Bormolini

 

FONTI

Tirano. Il centro storico. Storia arte architettura. Autore Gianluigi Garbellini. Stampa Lito Polaris Sondrio.

Tirano in cartolina. A cura di Eznzo Brè e Michelino Falciani. Stampa Tipografia Petruzio Tirano. ( le cartoline che proproniamo sono tutte tratte dalla stessa fonte, le date citate indicano la data di spedizione )

Tirano. Autore don Lino Varischetti. Stampa Tipografia Bettini Sondrio.

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