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Il castello di Santa Maria

CULTURA E SPETTACOLO - 14 07 2017 - Ivan Bormolini

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/Il castello di Santa Maria Tirano

(A cura di Ivan Bormolini ) E' uno degli storici simboli della nostra città. Purtroppo della struttura originale del castello di Santa Maria rimane ben poco.

 

Già nel 1487 Ludovico il Moro aveva espresso l'intenzione di fortificare Tirano al fine di contrastare il pericolo di una conquista delle nostre terre da parte dei Grigioni. Questi infatti già da tempo avevano intenzione di impadronirsi delle nostre valli. Ricordiamo che l'invasione dei Grigioni è poi avvenuta nel 1512.

 

Il Moro al fine di perseguire il suo intento, aveva dato l'incarico a Giovanni Francesco Sanseverino, conte di Caiazzo, di progettare la cinta muraria di Tirano e di erigere il nuovo castello. I lavori avevano avuto inizio nel 1492, sotto la direzione dell'ingegnere ducale Ambrogio Ferrari.

 

Va detto che le opere di edificazione delle mura erano proceduti con grande celerità, mentre era risultata più laboriosa l'edificazione del castello, quest'ultimo aveva visto la sua definitiva attivazione nell'anno 1499.

 

Questo maniero ebbe però una vita molto breve in quanto nel 1639 era stato definitivamente distrutto dai Grigioni dopo il loro rientro in valle.

Dell'intera struttura, oggi possiamo ammirare l'imponente mastio che domina su Tirano. Si tratta di una torre di sei metri per lato che svetta su ciò che rimane dei muri che costituivano in origine l'antico maniero.

I segni del tempo e l'intervento impietoso della mano dell'uomo in tempi passati hanno costituito ulteriore motivo di degrado della struttura.

 

Gli abitanti della vicina contrada infatti avevano ricavato dei sassi dalla struttura per utilizzarli in opere private. Risulta infatti che questa attività estrattiva doveva essere piuttosto intensa, tanto che tra il 1800 ed il 1846 il comune di Tirano si era visto costretto ad emanare provvedimenti contro alcuni residenti della contrada Santa Maria colpevoli appunto di aver estratto sassi dalle storiche mura del castello.

 

Osservando la struttura è possibile notare feritoie, finestrelle e dei particolari buchi che un tempo facevano da appoggio per le travi di pavimenti e soffitti.

E' un vero peccato che gli eventi storici e l'impietosa mano dell'uomo non abbiano saputo tutelate nella sua originalità questo pezzo di arte tiranese.

 

Negli anni recenti vi è stato un importante intervento conservativo delle parti restanti che hanno visto la sistemazione dell'intera area, compresa la grande superficie della sottostante piazza d'armi che oggi ben si presta ad ospitare varie manifestazioni. Durante le opere di restauro era stata condotta anche una campagna di scavi archeologici che ha portato al ritrovamento di frammenti di intonaco affrescato e ceramiche. Tra queste un piatto con raffigurato il volto di una donna che potrebbe essere Beatrice D'Este moglie di Ludovico il Moro.

 

Inoltre sono venuti alla luce oggetti in pietra ed elmetti, il tutto risulta essere una delle rare testimonianze della vita nel castello.

Come ricordavo all'inizio il castello di Santa Maria era stato terminato nel 1499, potremmo dire appena in tempo, per ospitare il duca in fuga da Milano verso il Tirolo, incalzato dalla vittoria in Lombardia del re francese Luigi XII.

Nel febbraio del 1500, Ludovico il Moro usciva definitivamente dalla scena politica ed i francesi si erano impossessati del ducato.

Antonio di Brissey, entrava vittorioso a Tirano a nome del re Luigi XII, insediandosi nel castello di Santa Maria.

 

Ivan Bormolini

 

 

FONTE: Tirano il centro storico, storia arte architettura di Gianluigi Garbelini. Prima edizione febbraio 2009, stampa Lito Polaris Sondrio.

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1 COMMENTI

14 07 2017 10:07

Méngu

Caro Ivan ho letto con molta attenzione il tuo interessante articolo sul Castello di S. Maria a me tanto caro poiché sono nato e vissuto in contrada di S. Maria la mia gioventù. Il mio dialetto è quello di S. Maria e i miei ricordi più cari sono legati a quella contrada e agli amici quel tempo. Orbene mi è d’obbligo fare un commento quando tu giustamente scrivi : “Negli anni recenti vi è stato un importante intervento conservativo delle parti restanti che hanno visto la sistemazione dell'intera area, compresa la grande superficie della sottostante piazza d'armi che oggi ben si presta ad ospitare varie manifestazioni “. Ho seguito con attenzione i restauri del castello . Ricordo l’inverecondo traliccio di media tensione posto proprio nel suolo del castello, ora tolto . Ricordo le due cisterne d’acqua che servivano l’acquedotto di Tirano, ora ripristinate a “saloni”. Ricordo l’ammasso di pietre e, in parte, anche la loro “razzia” per costruire “ murachi “. Ricordo la ripida strada per raggiungere il castello tante volte alluvionata dai forti temporali dove l’acqua invadeva anche la Porta Milanese; ora la strada è stata sistemata e allargata. Ricordo le mie incursioni serali nell’oscurità per vedere e sentire il fantasma del Castelàsc e il Comandante Malerba. Ora il castello è ben illuminato e non incute paura. Insomma , per non tediare, dirò che sono un vecchio che ricorda il Castelàsc com’ era negli anni ’50 e quasi tutte le vicende storiche.. Ma veniamo al punto. Dalle precedenti amministrazioni sono state fatte molte cose, come tu hai giustamente scritto. Ma il lavoro non è terminato. Il Castelàsc e la piazza d’armi sono il gioiello, ma anche la cenerentola di Tirano, poiché andrebbero valorizzati, come tu dici, con manifestazioni e non solo con le visite di turisti . Il tuo articolo mi ha trascinato oggi a vedere la Piazza d’Armi. Vergogna ! Vergogna al cubo ! Nemmeno l’erba alta è stata tagliata. La piazza d’armi è il balcone di Tirano. Si può dunque lasciare quel luogo così? Cosa diranno i turisti portati al Castelàsc nel vedere una così grande trascuratezza? L’amico Ferruccio Molinari alcuni anni fa è andato sul luogo, a tagliare l’erba alta, poiché non sopportava quella vista ! Deve intervenire ancora Ferruccio ? Il Castello non è forse stampato sul logo del Comune ? E allora perché quell’abbandono ? Perché non fare della Piazza d’Armi un salotto ? Se v’è pericolo per i muri laterali un poco bassi un certi punti perché non mettere una ringhiera leggera in ferro come è stato fatto in certi punti del Castello e renderlo accessibile, anzi farne un “palco” ? Si guardi il Castello di Grosio e si impari. Caro Ivan, potrei continuare per dieci pagine nel mio “ sdegno “, ma non lo faccio poiché mi rovinerei la giornata e poi suonerebbero le orecchie tutto il giorno al nostro caro Sindaco e ad alcuni Amministratori. Ti ringrazio però d’avermi dato questo “ impulso d’amore “ per il nostro Castelàsc, Un impulso che dovrebbero avere nell’animo anche i nostri Amministratori poiché alcuni di loro hanno sangue tiranese nelle vene e hanno respirato“ l’aria tiranese” dei tempi passati dove c’era amore per le nostre antiche pietre, comprese quelle che cingono la vecchia Tirano. Buona giornata, caro Ivan.