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Gli anniversari di don Luigi Albonico

CULTURA E SPETTACOLO - 09 11 2017 - ivan bormolini

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/don luigi albonico

(A cura di Ivan Bormolini ) La figura del prevosto don Luigi Albonico è notissima nella lunga storia della parrocchia e collegiata di San Martino in Tirano ed anche in alcune vicende a volte “squisitamente politiche”, legate alla storia dell'allora paese di Tirano.

 

Nato a Grandate il 21 giugno 1831, don Albonico era divenuto sacerdote il 9 luglio 1854. Dieci anni dopo, il primo ottobre 1864, il consiglio comunale di Tirano, che per lunghi periodi aveva avuto la facoltà di nominare i parroci di San Martino, si riuniva appunto per dare alla parrocchia una nuova guida.

 

Va detto che tale incarico risultava vacante da ben quattro anni. Nel 1860 infatti don Carlo Zaffrani, dopo che per sedici anni aveva retto le sorti di San Martino, lasciava Tirano in quanto nominato Canonico della cattedrale di Como.

In quell'ottobre del 1864 due erano i sacerdoti in lizza, Luigi Albonico di anni trentatré, professore nel seminario di Sant'Abbondio a Como e Giovan Battista Rizzola, trentenne ed economo spirituale di San Martino sopra Rezzonico.

 

Dalla votazione usciva quasi all'unanimità don Luigi Albonico, il Rizzola aveva ottenuto un solo voto, quindi San Martino aveva finalmente una nuova guida esattamente la quindicesima dopo che nel 1589 veniva nominato il primo parroco di Tirano Simone Cabasso, direttamente dal vescovo di Como Feliciano Ninguarda.

 

In questa storia, non parlerò delle lunghe vicende che hanno visto come protagonista l'Albonico in ben 57 anni di incarico come prevosto della parrocchiale. La sua “prevostura”, se tal termine mi è concesso ( 1864-1921 ), dal 1589 ad oggi, ben 428 anni, risulta essere la più longeva; mai nessuno dei parroci che si sono succeduti, ventiquattro, in tanti secoli hanno retto per così lunghi periodi le sorti della parrocchia.

 

Mi voglio soffermare su due avvenimenti di quella Tirano degli inizi del 900 che sono ancor oggi esempio di viva stima verso quel prevosto che diceva:

Sono e voglio essere Cattolico Italiano – Cattolico col Papa e italiano col Re e con questa fede e con questi sentimenti prego Iddio”

Pensiamoci bene, analizziamo i fatti, gli eventi storici e la vita quotidiana di quella Tirano di ieri, quante persone questo prevosto aveva incontrato e con quale impegno si era dato alla vita della parrocchia e dei parrocchiani?

 

In 57 anni, opere morali, sociali, oppure opere di salvaguardia, abbellimento ed arricchimento architettonico della parrocchiale, assieme a tante altre, l'Albonico ne aveva fatte davvero molte. Per questi motivi i tiranesi del suo tempo ben stimavano quel prevosto definito dall'infaticabile zelo.

 

Ma veniamo al 1904. Se avete fatto attenzione alle date elencate avrete compreso che per don Luigi, questo era un anno importante per la sua missione sacerdotale.

Ricorreva infatti il suo cinquantesimo di sacerdozio ( 1854-1904 ) dei quali ormai ben quaranta passati a Tirano.

Potevano allora i tiranesi parrocchiani di quell'epoca non festeggiarlo adeguatamente?

 

Nel mio “pellegrinare” su testi storici locali, ho trovato una fotografia di quell'anno che mostra l'interno della chiesa parrocchiale addobbata a grande festa.

Attenzione però, la fotografia di grande, quanto preziosa rilevanza storica ed artistica, ci parla anche di un altro grande evento che si celebrava in quell'anno a Tirano, ovvero i quattrocento anni dall'Apparizione della Beata Vergine Maria a Mario degli Omodei.

Insomma una festa nella festa, un grandioso sfarzo decorativo per annoverare la Madonna di Tirano e per stringersi con affetto a quell'amato prevosto.

In quell'occasione i nostri tiranesi avevano donato al buon prevosto, un calice da utilizzare sull'altare durante il rito dell'offertorio nella celebrazione delle Sante Messe.

 

Ma andiamo oltre, un altro importante anniversario per don Luigi si doveva festeggiare dieci anni dopo, esattamente l'11 novembre, festa patronale di San Martino. Era il 1914 e tutto il paese si riuniva per ricordare i cinquant'anni di presenza a Tirano dell'Albonico.

Leggo un bel capitoletto che titola “ Viva il nostro parroco don Luigi Albonico”, prima di riportarvelo nella sua interezza faccio una piccola riflessione che mi riporta a quella nostra Tirano di ieri, penso al mio bisnonno Giovanni, me lo è stato descritto con quel suo mantello nero e cappello sempre di colore nero, mentre la domenica dall' antichissima contrada del Dosso assieme ad altri uomini si recava alla Santa Messa. Con quegli abiti definiti allora “della festa” quel mio bisnonno ascoltava le omelie pronunciate dal pulpito di quel don Albonico, chissà cosa potrebbe oggi raccontarmi di quel “Cattolico col Papa e Italiano col Re”.

 

Certamente da buon tiranese e da buon parrocchiano, avrà partecipato a quei festeggiamenti ed a quelle solenni Sante Messe vissute con la bisnonna Anna, seduta in parrocchia assieme alle donne che portavano il velo nero, soprattutto in occasione delle funzioni Vespertine.

 

Un'immagine, sfuocata nel tempo e nel bagaglio dei ricordi tramandati tra generazioni, un bel diario, magari partito dal proclama dell'allora sindaco di Tirano Dottor Giuseppe Lambertenghi datato “Tirano 8 novembre 1914”

Concittadini!

Mercoledì prossimo, giorno di San Martino, ricorre oltre la festa civile per tutta l'Italia per la nascita del nostro Re i cui nomi ricordano il suo nonno glorioso e padre della Patria Vittorio Emanuele II, al cui esempio mira più intenso il nipote nei presenti tristissimi tempi di guerra che ormai avvolge e minaccia la nostra Patria diletta, anche una festa nostra intima: quella del Cinquantenario di funzione parrocchiale fra noi del nostro ben amato Prevosto D. LUIGI ALBONICO.

Noi, che in quel degnissimo Pastore – ammiriamo ed ammiriamo fortunatamente ancora, il cittadino ossequioso ed osservante sempre delle patri istituzioni – innamorato della Patria, per la cui unità ed indipendenza impugnò pur esso le armi e combatté nei giovani anni, in quel preludio dell'italico riscatto che fu il 1848 – innamorato della nostra Tirano dove fu ed è costante esempio di carità e pietà inesauribili, di umiltà cristiana, di rispetto a tutte le credenze onestamente e a fine di bene professate – poco o niente curante dell'apparenza, talvolta anche ribelle ma sempre fiducioso nella sostanza profondamente religiosa dell'anima umana – amante e zelante sempre del giusto e del vero – nemico dell'oscurantismo sotto qualunque forma e di pratiche religiose ricordanti i tempi barbari e superstiziosi – avverso a tutti gli eccessi nella vita sociale che sempre volle e vuole informata a sentimenti d'amore – benemerito della pubblica istruzione ed educazione civile.

 

Noi tutti Tiranesi

dimostriamo al nostro buon parroco, che pur potendo pei suoi meriti salire più in alto e altrove nelle cariche ecclesiastiche volle sempre restare umile fra noi, la nostra ammirazione e la nostra riconoscenza, augurandogli che ancora a lungo ci venga conservato, a conforto ed esempio vivente di vita civile e religiosa e facciamogli le nostre più sentite congratulazioni e i nostri più fervidi auguri di bene, partecipando con tutta l'anima ai suoi festeggiamenti al grido di Viva il nostro Parroco don Luigi Albonico”.

 

IL SINDACO

Dott. Giuseppe Lambertenghi

 

 

Sempre nel Cinquantesimo di amministrazione parrocchiale a Tirano si cita:

  • Il Prefetto della Provincia di Sondrio venne di persona a Tirano per congratularsi econsegnare all'Albonico il decreto reale che lo nominava Cavaliere Ufficiale della Corna d'Italia.

  • Circa ottocento tiranesi firmarono un album artisticamente lavorato con dedica accompagnato dalle offerte per la Messa Giubilare.

  • Il Municipio offrì un orologio d'oro.

 

Don Luigi Albonico moriva a Tirano alla fine di marzo del 1921, oltre ai solenni funerali, l'anno dopo nel nostro campo Santo i tiranesi avevano provveduto a far edificare una cappella funeraria con la dicitura “dal popolo di Tirano al suo benamato parroco”. Anni fa precedenti amministrazioni comunali avevano dedicato una via a don Luigi Albonico nelle immediate vicinanze della piazza San Martino.

 

Ivan Bormolini

 

FONTE: La Chiesa di San Martino in Tirano. Autori Gianluigi Garbellini e William Marconi. Finito di stampare nel mese di dicembre 1999 dalla Tipografia Bettini Sondrio. Anche le foto riportate sono tratte dalla stessa fonte.

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