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Ernesto Masina presenta il romanzo "L'orto fascista"

CULTURA E SPETTACOLO - 07 09 2020 - Redazione

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/filo spinato
Ernesto Masina presenta il romanzo "L'orto fascista". Il libro è disponibile nelle librerie e negli e-store.

Sono un vecchietto che a 76 anni, stanco di leggere romanzi con una infinità di personaggi difficili da ricordare (ed un inizio di arteriosclerosi non aiuta), trame complicate e finali scontati, ha deciso di tentare di scrivere il libro che gli sarebbe piaciuto leggere.

E' nato così “L'orto fascista” che non è nè vuole essere un romanzo storico o politico. E' una tragicommedia (più commedia che a volte sfiora la pochade) che si svolge in un piccolo paese della Valcamonica nel 1943 all'atto dell'invasione tedesca in Italia.

Il romanzo è stato accolto benevolmente dalla critica. Alcuni mi hanno paragonato a Piero Chiara (con mio immenso piacere in quanto da ragazzo ebbi occasione di frequentare lo scrittore varesino e di stimarlo), altri (con minor piacere) al “miglior” Andrea Vitali. I giornalisti del quotidiano “La Stampa” hanno collocato il mio scritto nel sito “Lo Scaffale” ove vengono ospitati solo i libri che non dovrebbero mancare in ogni biblioteca privata.

Spinto dall'entusiasmo ho scritto e pubblicato “Gilberto Lunardon detto il Limena” e quindi “L'oro di Breno” che sono altrettanto piaciuti.

Quest'anno, per festeggiare i miei 84 anni, ho pubblicato il giallo “Il sosia.” Non avendo nessuna esperienza in questa tipologia di romanzi temevo un fiasco. Quindi è stata con grande meraviglia l'aver ricevuto tante mail da persone, anche sconosciute, che si congratulavano con me e che mi esortavano a continuare.

Ho altri due romanzi nel cassetto ed ho intenzione di editarli i prossimi marzo e ottobre.

 

Sinossi

1943.

L’occupazione tedesca è arrivata sino a Breno, paese dell’alta Valcamonica.

In occasione dell’inaugurazione dell’ “Orto Fascista”, elevato a simbolo della grandezza del Regime, i piccoli gerarchi di paese si mettono in mostra con la loro ridicola smania di esibizionismo.

Nel paese si muovono i personaggi di una tragicommedia: il farmacista incallito donnaiolo; il parroco affetto da satiriasi; il suo coadiutore: un vecchio sant’uomo devoto solo a Dio ed al suo parroco; la maestra compiacente verso i gerarchi fascisti per favorire la carriera del marito; i bambini e tanti altri strani personaggi.

Un gruppo di paesani si uniscono per compiere un attentato: far saltare in aria la vettura che i tedeschi usano nei loro veloci spostamenti tenendo sotto controllo tutta la valle. Vorrebbe essere quasi una goliardata ma purtroppo ci scappa il morto….

La scrittura è leggera e coinvolgente, capace di descrivere efficacemente gli aspetti tragici come quelli più lievi con accenni di commedia leggera che in qualche caso sfiora la pochade.

Il finale è sorprendente ed emblematico. Si avverte il recupero di una umanità che si credeva scomparsa ed il presagio della fine della follia nazista.

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