Era il "büi vécc"
CULTURA E SPETTACOLO - 18 04 2022 - Ezio (Méngu)
In una mappa catastale di Tirano del 1760 redatta da Giovanni Antonio Venosta si legge, con scritta arzigogolata, “Buglio vechio”. Il che significa che già a quei tempi il “büi “ ( parola che forse deriva da “ bulium” vasca scavata nella pietra e nel legno ) era considerato un pezzo di storia per Tirano. Guardando le vecchie mappe di Tirano e ammirando la bellissima colonna centrale del “ büi vécc “, che tutt’ora getta acqua fresca e zampillante nella piazza retrostante al Municipio, non si può rimanere insensibili al suo lungo e onorato servizio e ci assale un curioso desiderio di sapere le sue origini. I nostri antenati chiamavano “ vècc “ le cose che i loro avi tramandavano a memoria d’uomo, per cui è ragionevole credere che il “ büi vècc” esistesse già nel 1500. Il suo luogo non era però nella piazza retrostante il Municipio, ma in un crocevia di strade contadine. Chi giungeva dal Dosso scendendo per l’attuale strada di Via Trivigno, chi risaliva da Porta Milanese , chi proveniva dalla piazza Comunale ( allora piazza dei Gelsi ) o scendeva dalla chiesa di S. Martino si trovava innanzi il “ büi vècc“ . Consultando le mappe di quei tempi lontani si può vedere che sono cambiate moltissime cose. Molte case contadine che lo circondavano sono state abbattute negli anni ’30 per far posto alla statale n. 38 ( allora si transitava davanti alla chiesa di S. Martino per poi arrivare in Campone ). Il grandioso “ brülu “ dei Torelli, con la sua torre costruita verso la fine ‘800, fu tagliato a metà dallo stradone. Il “büi vécc “ però fu risparmiato e rimase al suo posto fino ai primi anni ‘50 svolgendo il suo onorato servizio per chi non aveva l’acqua in casa. Al giungere dei tempi moderni occorreva fare spazio per trattori e macchine. Giunsero i pompieri nel ’50 e si installarono nella torre Torelli e nel frattempo incominciarono i lavori per recuperare spazio nell’importante crocevia . Il “ büi vècc “ ( era situato tra la casa Lucini e l’attuale ingresso sottopasso della statale ) fu smontato pezzo per pezzo con rispetto e con grande dispiacere della gente di contrada e riposto in magazzino. All’imbocco di via Trivigno, di fronte alla torre Torelli, fu costruito uno stabile con lavatoio che le donne usarono poco ( i tempi stavano rapidamente cambiando ) e dove nel ’56 i pompieri stabilirono la loro nuova sede fino al 1994. Ma i tiranesi non dimenticarono mai il loro “ büi vécc “ . Negli anni ’70 in occasione della sistemazione del piazzale accanto al Municipio fu trovato, per il nostro orgoglio tiranese, un posto. Peccato che la statua della “ Maria Lüisa” posta sul piedestallo della fontana in piazza Cavuor volga le spalle al “ büi vécc “, ma si sa che alle signore i gentiluomini concedono anche queste civetterie e il nostro “ büi “ è un vero gentiluomo d’altri tempi. Almeno una cosa però gli dobbiamo: una targa con la scritta “ l’éra ‘l büi vècc” . E’ un dovere verso i nostri posteri perché non dimentichino questo pezzo di storia tiranese. Ti ricordo o büi vècc, più dell’ odore delle corti di S. Maria, Sei caro testimone delle secchie delle nonne Dolce era la tua acqua, ristoro d’arsura, nostra e delle mucche. Or sei fontana solitaria, a lato del Municipio, con acqua che corre senza bocca che beve. Ora sei vasca di pesciolini rossi che lenti volteggiano nell’ acqua cristallina. A lato vedo un vecchio dal passo incerto uscire dal Municipio, Ha la bocca di mucca e parla da solo. Guarda i pesciolini rossi, nella vasca mentre leggo sul suo viso l’affanno per un Mondo sempre più complicato e dalle poche certezze. Se ne va borbottando: “ Büi vècc, alménu prìma la tò àqua la serviva a vargùt ! ” Ezio (Méngu) Ti ricordo o büi vècc
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