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Da don Simone Cabasso a don Stefano Arcara: L'elezione dei parroci a Tirano

CULTURA E SPETTACOLO - 23 06 2022 - Ivan Bormolini

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(Prima parte di I. Bormolini) Da quasi due settimane alla guida della Collegiata Prepositurale di San Martino in Tirano e delle parrocchie di Baruffini (San Pietro Martire ) e Cologna (Santissima Trinità ), è giunto don Stefano Arcara, successore di don Paolo Busato.

Questo evento mi ha fatto fare un salto indietro nel tempo e pensare alle vicende dei parroci di San Martino che si sono succeduti e soprattutto al fatto che in epoche passate la loro nomina era di specifica competenza del Consiglio Comunale di Tirano.

Analizzando brevemente i fatti si scopre che per un lungo periodo solo il primo parroco di San Martino, Simone Cabasso, era stato eletto direttamente dall'allora vescovo di Como Feliciano Ninguarda, era il 1589 quando per volontà di quel vescovo diocesano, la chiesa di San Martino diveniva parrocchia, segnando così un primo distacco dall'Arcipretura di Villa di Tirano che aveva ampia giurisdizione su molte chiese locali.

Tra gli atti che prevedevano l'elevazione della chiesa di San Martino a parrocchia, il vescovo Ninguarda conferiva il diritto di giuspatronato sancendo che “per il futuro, quando si verificherà la vacanza del parroco, l'indicazione e la presentazione del nuovo parroco spettano all'Università e agli abitanti di Tirano.....”

In tal senso, nei “Capitoli Novi della Magnifica Università di Tirano”, (lo Statuto Comunale come diciamo oggi), era prevista la procedura per l'elezione del parroco.

Alla morte del Cabasso e per sedici volte il Consiglio Comunale, tenendo conto anche di alcune modifiche messe in atto in tale procedura, aveva esercitato la funzione di nominare i parroci di San Martino.

Stiamo parlando di un lungo arco temporale che andava dal 1602 al 1929, ovvero dall'elezione del successore del Cabasso, Martino Manfredotti, sino a quella di don Pietro Angelini che aveva retto la parrocchia appunto dal 1929 sino al 1952.

Da quell'anno in poi si era messo in atto un cambiamento rispetto al passato, infatti, con l'arrivo del prevosto di don Lino Varischetti nel 1952 e dei suoi successori sino ad oggi, i vescovi di Como che si sono succeduti hanno provveduto a tale adempimento.

Ma come avveniva la nomina dei parroci da parte del Consiglio Comunale di Tirano?

Il meccanismo era piuttosto complesso e a volte si erano registrati dei ritardi dovuti a vari motivi, per i quali la parrocchia era rimasta vacante anche per lunghi periodi, cito qualche esempio:

Due anni circa erano trascorsi dalla morte di don Cabasso alla nomina del Manfredotti; nel 1751, Giuseppe Maria Quadrio rinunciava alla parrocchia per dedicarsi completamente alla sua attività letteraria, il suo successore Gian Maria Omodei veniva eletto solo nel 1753. Certamente il periodo più lungo nel quale la parrocchiale era rimasta senza la guida principale si era registrato tra il 1860 e il 1864. Erano trascorsi quattro anni prima nominare il successore di don Carlo Zaffrani nella figura di don Luigi Albonico. 

Perché un così lungo tempo? Considerando che le pratiche per dare un nuovo prevosto alla nostra Collegiata erano iniziate solo nel 1863, reputo lecitissima la tesi formulata dal nostro illustre storico locale William Marconi che afferma:

“Posso dare una risposta che giustifica solo parte del ritardo; infatti, le pratiche d'uso iniziano alla fine del 1863; e prima? Che gli avvenimenti di carattere nazionale abbiamo avuto qualche ripercussione anche da noi? C'è stata la spedizione di Garibaldi in Sicilia, è seguita la proclamazione del regno d'Italia con tutto ciò che l'ha preceduta e quanto l'ha seguita; chissà......”

Se non altro, successivamente e per lunghissimo tempo il Consiglio Comunale non aveva più dovuto intervenire per nominare il successore dell'Albonico, in quanto questo stimatissimo e storico prevosto era rimasto in carica per ben cinquantasette anni, dal 1864 sino alla sua morte nel 1921.

Riassumo adesso in che modo si espletava la funzione per eleggere un nuovo prevosto da parte del nostro Consiglio Comunale, citando i casi di don Giovanni Andres e del suo successore.

Nel 1806, moriva il prevosto Gaetano Merizzi in carica dal 1794; il sette ottobre dello stesso anno i comizi per l'elezione del nuovo parroco non avevano dato esisto positivo, nessun candidato proposto dalla diocesi aveva riscosso il consenso degli amministratori e quindi il loro voto favorevole.

Il Comune, dunque, informava la Curia della necessità di “dare il parroco alla chiesa di San Martino”.

Agli inizi del 1807, Frate Carlo Rovelli dell'Ordine dei Predicatori e vescovo di Como dal 1794 al 1819, faceva sapere che dalla diocesi e dai Signori Esaminatori, venivano dichiarati abili e idonei alla cura delle anime (quindi alla guida di San Martino) i Signori Sacerdoti:

ANDRES GIOVANNI, di anni 47, già da molti anni parroco di Castione Superiore.

GIACCOMETTI LUIGGI, di anni 25, cappellano sussidiario nel luogo di Cremenaga.

LURASCHI GIUSEPPE, di anni 32, vicario titolare nella parrocchia di Olgiate.

DE CESARIS GIOACHINO, di anni 29, da quattro anni parroco di Cambiago.

CHIESA GIUSEPPE, di anni 34, della parrocchia di Rovellasca.

La missiva giunta dal Vescovado di Como e contenente i nomi dei candidati, era datata 4 febbraio 1807, era firmata dallo stesso vescovo Rovelli e dal Cancelliere Vescovile Gio. Giuseppe Perlasca.

Prontamente il podestà, ricevuta la lettera della Curia, in data 15 febbraio convocava il Consiglio Comunale per il giorno 25 dello stesso mese alle ore 16:00.

I Consiglieri non si radunavano nella nostra bella e storica sala consiliare, palazzo Marinoni infatti deveniva sede del Municipio solo qualche anno dopo nel 1812.

Come specificato nell'avviso del podestà si evince la sede dell'adunanza:

“Li Signori Consiglieri.......Vogliano radunarsi nella Parrocchiale di San Martino......”

Ovviamente agli stessi veniva recapitato personalmente l'avviso contenete anche la “specifica” del giorno 12 febbraio, ovvero l'elenco dei sacerdoti aspiranti alla parrocchia e la stessa era resa pubblica a tutti i cittadini.

L'avviso di convocazione del Consiglio Comunale era firmato da:

Visconti Venosta Nicola facente funzione di podestà

Bonazzi Giacomo e Ricetti Tommaso, Savi

Bertolini Segretario.

La riunione del Consiglio Comunale aveva avuto regolarmente luogo come si legge nel verbale, così dopo la lettura del Regolamento del 15 maggio 1804, relativo all'esercizio del diretto patronato della Comunità e dei Consorzi Comunale sull' elezione dei parroci si era provveduto.

Il Signor Pretore delegato politico Bartolomeo Pollavini, specialmente incaricato dal sig. Prefetto dipartimentale con lettera del giorno 7 corrente n° 1224, aveva fatto leggere i nomi degli aspiranti alla vacante prebenda prepositurale ed affissa nei giorni 12, 13 e 14 del corrente mese, invitando a votare sopra ciascheduno di essi.

 Venivano così posti nel “bùssolo” i nomi dei cinque aspiranti ed estratti poi da una terza mano; per primo da proporsi alla “ballotazione” eran uscito don Luraschi, per secondo l'Andres, per terzo De Cesaris, quarto era invece don Chiesa e quinto il Giaccometti.

Si era dunque provveduto alla “ballotazione” con la solita dichiarazione nel votare:

“che la balla nera nel bùssolo nero sia per l'affermativa e la balla bianca in detto bùsolo sia per la negativa”.Ed ecco i risultati:

 

don Luraschi Giuseppe: voti favorevoli 2, contrari 32

don Andres Giovanni: voti favorevoli 30, contrari 4

don De Cesaris Gioachino: voti favorevoli 5, contrari 29

don Chiesa Giuseppe: voti favorevoli 4, contrari 30

don Giaccometti Luigi: voti favorevoli 2, contrari 32.

 

Si capisce chiaramente la volontà di quel Consiglio Comunale di voler eleggere quale dodicesimo parroco di San Martino Giovanni Antonio Andres, questi aveva mantenuto l'incarico sino al 1833, quando esattamente l'11 febbraio all'età di 73 anni moriva nella casa parrocchiale.

La procedura per la nomina dell'Andres prevedeva poi il completamento con la ratifica dell'autorità civile e con l'approvazione da parte del vescovo.

La prima era già pervenuta e la seconda veniva richiesta in data 14 marzo 1807 all'indirizzo del Cancelliere Vescovile Giuseppe Perlasca.

Sempre il 14 marzo di quell'anno, dalla Municipalità e a firma del podestà facente funzione Nicola Visconti Venosta, veniva inviata all'Andres una lettera nella quale si riassumeva l'esito della votazione del 25 febbraio e si riservava al nuovo parroco distinta stima e venerazione.

Non era stata per nulla tardiva la risposta dell'Andres all'indirizzo dei “Signori Municipali”, recava infatti la data del 16 marzo e giungeva da Castione Superiore e così si concludeva:

“.......Sensibilissimo all'onore, che mi viene compartito, li prego signori Municipali aggradire l'attestato della mia più distinta stima e rispetto”.

 

Delle Signorie loro.

Div.mo Obbl.mo Sac. Gio. Antonio Andres

 

Dalla morte del prevosto Andres (11 febbraio 1833) risulta dalla fonte che sto consultando che era nuovamente passato più di un anno dalla nomina del suo successore. Il Consiglio Comunale per la scelta del nuovo prevosto si riuniva in San Martino il 10 giugno 1834 alle ore 10:00.

In quel caso si assisteva ad un cambiamento delle norme, era entrato in vigore il regolamento del 29 novembre 1827, tuttavia la procedura seguita non differiva di molto da quella utilizzata per la nomina dell'Andres.

Ma perché era nuovamente intercorso così tanto tempo prima di arrivare ad avere un nuovo prevosto? 

Provo in questo caso a formulare un’ipotesi personale: scorrendo la cronologia dei vescovi che si erano succeduti a Como, scopro infatti un caso un poco particolare, anche la diocesi in quel periodo era vacante.

Infatti, G. Battista Castelnuovo era stato vescovo comense dal 1821 al 1831, solo tre anni dopo nel 1834 era giunto il suo successore Carlo Romanò; è dunque possibile che la nomina del nuovo pastore diocesano abbia sbloccato anche la situazione della parrocchia di Tirano? Come ho detto è solo una mia ipotesi.

Espletate le formalità i candidati alla guida della Collegiata di San Martino erano questa volta due:

CARBONERA GIO. ANTONIO, di anni 44, prevosto e Vicario Foraneo di Vervio

DELLA TORRE GASPARE, di anni 27, proveniente da Chiavenna.

Secondo la secolare prassi, il risultato della “ballotazione” veniva dichiarato ad alta voce all'adunanza dal Commissario che la presiedeva:

per il Della Torre si avevano 2 voti favorevoli e 26 contrari, mentre per il Carbonera 27 favorevoli e uno solo contrario.

Ambrogio Carbonera era stato prevosto della parrocchiale per nove anni, sino quindi al 1843.

Sarebbe bello in questo mio intervento citare altre elezioni di prevosti che si erano succeduti dopo il Carbonera, sino ad arrivare all'ultimo intervento in materia da parte del Consiglio Comunale di Tirano che, come detto, risaliva al 1929 con la nomina di don Pietro Angelini.

Mi limito a dire che per la nomina dell'Albonico nel 1864, dopo che la parrocchia come già accennato era vacante da ben 4 anni, si erano tenute due votazioni in Consiglio Comunale; nel primo caso il giorno 8 gennaio 1864, nessuno dei due candidati (Menatti Domenico e Materni Giovanni ) aveva ottenuto la maggioranza dei voti.

Si era dovuta attendere una nuova seduta, in data 1° ottobre dello stesso anno, per decidere sui due sacerdoti in lizza per la carica di prevosto di San Martino. Si era giunti quella volta ad una conclusione: tra Luigi Albonico e Giovanni Rizzola, entrambe giudicati idonei al “beneficio” dal vescovo di Como Giuseppe Marzorati, nella votazione, espletata secondo la secolare tradizione, l'Albonico, votato per primo, otteneva quattordici voti favorevoli e uno contrario, per il Rizzola solo uno era stato il voto favorevole.

Visto l'esito della votazione il Segretario Brambilla così verbalizzava:

“Essendosi mediante votazione segreta ottenuta la maggioranza quasi all'unanimità sul signor Albonico Luigi rimase quindi questo eletto a Parroco Prevosto di Tirano.”

 

Siamo ora a conclusione di questa mia piccola panoramica inerente ad alcune vicende sull'elezione dei parroci tiranesi, ognuno di loro in tanti secoli ha lasciato una traccia tangibile del suo operato, spesso in epoche storiche complicate oppure in periodi meno complessi ma comunque importanti per le vicende della nostra parrocchia. Non mi resta che lasciavi l'elenco dei parroci di San Martino che si sono succeduti sino ad oggi, distinguendoli tra quelli eletti dal Consiglio Comunale e quelli nominati dalla diocesi di Como:

 

PARROCI ELETTI DAL CONSIGLIO COMUNALE ( in ordine cronologico ): Martino Manfredotti, Andrea Lanfranchi, Giovanni Battista Marinoni, Gregorio Rinaldi, Giovanni Maria Parravicini, Omobono Ferrari, Pietro Andrea Merizzi, Giuseppe Maria Quadrio, Gian Maria Omodei, Gaetano Merizzi, Gian Antonio Andres, Ambrogio Carbonera, Carlo Zaffrani, Luigi Albonico, Giuseppe Ambrosini e Pietro Angelini.

 

PARROCI ELETTI DALLA DIOCESI ( in ordine cronologico ): Simone Cabasso, Lino Varischetti , Gino Menghi, Tullio Viviani, Battista Galli, Remo Orsini, Paolo Busato, Stefano Arcara.

 

 

FONTE: LA CHIESA DI SAN MARTINO IN TIRANO. Autori: Gianluigi Garbellini – William Marconi. Stampa: finito di stampare nel mese di dicembre 1999 dalla Tipografia Bettini – Sondrio.

Dalla prima parte “POPOLO SACERDOTI, PUBBLICI AMMISTRATORI: LA CHIESA TIRANESE”. Momenti di vita nei secoli. A cura di William Marconi. Dalle pag: 60.178,179,180,181,183,184,192,204,205,252,253.

L'immagine di copertina è tratta dalla medesima fonte: Atto del vescovo di Como Carlo Rovelli, pag. 178.

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