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Chiedere è lecito, rispondere è cortesia

CULTURA E SPETTACOLO - 30 03 2023 - Ezio (Méngu)

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/Chiedere è lecito

Licet quaeras, responsum est comitate, qualunque cosa tu chieda, rispondere è cortesia, direbbe un Reverendo Padre Priore di un monastero. Io più sommessamente e non in latino dico che ogni domanda, sia politica che tecnica fatta ad un amministratore, dovrebbe avere una risposta pronta e puntuale, se non di  sua competenza, almeno porre il suo impegno indicando una consulenza d’altri. Mi pare di sentire, l’amico Nando che sibila tra i denti: “campa caval che l’erba la crès”. E lo dice probabilmente a ragion veduta e per esperienza.

 

Quanti di noi hanno fatto la desolante esperienza di porre fiducia in una persona, parlar bene di lui, dargli magari il proprio voto e convincere altri perché quella persona ha la parvenza di onestà intellettuale, del buon oratore, del buon conciliatore, del buon e gentile padre di famiglia, e poi quando ha ottenuto quello che desidera, cioè l’incarico o la sedia agognata, quella stessa persona come un camaleonte cambia colore e all’occasione diventa taciturno dittatore, personaggio putiniano e crede di poter imperare sugli altri.

 

Insomma quell’individuo egoista, ( più di tanto non mi sentirei di definirlo) dopo aver avuto ciò che desiderava, magari quando ti incontra per strada fa finta di non conoscerti o cambia strada per il timore che tu gli chieda un consiglio o gli faccia qualche domanda impegnativa. Poi se gli scrivi per ottenere udienza ti risponde con un linguaggio “  politichese”  e sgarbato, dal tono di sufficienza che non riesci a decifrare.

 

Nando, direbbe: “ho sbagliato a giudicarlo e se tornassi indietro non lo voterei più”. Lui probabilmente penserà e dirà in cuor suo:” O gonzo ti ho ciurlato, per cinque anni comando io”. Questo fatto increscioso non succede sempre ma alcune volte sì. Stiamo attenti e guardinghi poiché chi ha in mano l’arma del voto ha in mano una potenziale lancia, però quando abbiamo lanciato quella lancia e quella lancia l’ha afferrata l’uomo sbagliato, può essere come un giavellotto che ti ritorna in testa e sarai fritto in padella per cinque primavere.

 

Può succedere che questi personaggi ti degnino di un silenzio che batte ogni cattiveria nei tuoi confronti. Dobbiamo dunque scegliere Amministratori che capiscono che la comunicazione, il rispetto per la persona, la gentilezza, il saper essere disponibili, sono valori di base di ogni rapporto umano.

 

Si comunica l’un l’altro per chiedere, esprimere le proprie opinioni, le proprie emozioni, i propri sentimenti, le proprie idee anche su posizioni diverse, certamente il colloquio deve essere sempre ben posto e dopo avere messo a suo agio ogni persona.

 

Se vi sono degli Amministratori che dopo aver avuto richieste orali o scritte di chiarimento e di collaborazione da parte dei cittadini, pensano che il silenzio è la loro unica risposta, i cittadini quel silenzio opprimente lo sentono e lo metabolizzano nel loro animo come una incertezza, una non preparazione, o il non sapere fare il proprio lavoro e spesso sbottano  in: non sa fare quello per cui è stato incaricato, cambi lavoro.

 

Vabbè, direbbe l’amico Nando, occorre sempre avere un poco di pazienza e cristianamente sopportare la “boria sapienzale “che spesso è la caratteristica della persona ignorante e non preparata.

 

Parliamoci con franchezza: un politico, un manager, un prete, un medico, una persona  che si trincera in un cupo silenzio, senza darsi pena di studiare un problema posto da un cittadino o  un suo simile, secondo me, possono esserci tre motivi:

 

-il primo caso più sovente è perché gli manca il coraggio di assumersi le proprie responsabilità.

-il secondo e non meno sovente è perché non gli importa nulla di un gruppo di cittadini e fa solo il suo interesse, politico e economico. 

-il terzo, alla domanda impegnativa del cittadino astutamente resta muto come un pesce, sperando che la questione cada in braccia ad altri.

 

Chi legge stia tranquillo. Nella nostra Valle questi tre motivi sopradetti non capiteranno mai, ma se per caso disgraziatissimo dovessero capitare per qualche originalissimo personaggio, non è di certo “ ‘n Valtelìn” , ma un individuo che non ha nell’animo la nostra cultura e nemmeno conosce o cerca di conoscere le tradizioni dei nostri Padri.     

 

Ezio (Méngu)

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