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Chi fa la volontà di Dio…

CULTURA E SPETTACOLO - 10 06 2018 - Don Battista Rinaldi

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Dopo una serie di festività che ha illustrato il mistero Pasquale di Cristo nel suo svolgimento storico e nel suo significato per noi, riprendiamo il ‘tempo ordinario’ con la lettura continuata del vangelo di Marco. I grandi eventi della Pasqua ci hanno insegnato a riconoscere una presenza di Cristo salvatore anche dentro la fatica e la banalità della vita quotidiana, indicandocene le modalità peculiari. Il tempo liturgico che riprendiamo evidenzia questa ordinarietà della storia quotidiana, trasformandola in storia di salvezza, nonostante tutte le sue contraddizioni e difficoltà.

 

Iniziamo con un brano in cui Gesù conosce un atteggiamento ostile nei suoi confronti da parte del suo gruppo famigliare e da parte delle autorità religiose del suo popolo: se i suoi famigliari lo giudicano “fuori di sé”, gli scribi lo accusano di essere “posseduto da Beelzebul, principe dei demoni”.

 

Il giudizio duro dei famigliari di Gesù scaturisce dalla sua scelta di una vita itinerante e celibataria con una piccola comunità di discepoli che danneggia economicamente la famiglia; questa infatti si vede privata non solo di un membro, ma anche dei vantaggi economici e del prestigio sociale che l’alleanza con un altro gruppo famigliare avrebbe garantito. Quante volte anche oggi… Ma Gesù vive con radicalità la sua appartenenza a Dio e compie la sua volontà ad ogni costo. Anzi, questo prospetta anche per i suoi discepoli: seguire Cristo non significa una vita esente da difficoltà e persecuzioni.

 

Contro l’accusa degli scribi, invece, Gesù risponde con un argomento inoppugnabile, che, oltretutto, permette di stabilire chi opera secondo Dio e chi sta dalla parte del maligno. Il criterio per discernere è la ricerca del bene e della vita dell’uomo. Chiunque agisce contro l’uomo è mosso dal demonio. Facile per Gesù dimostrare che le sue opere vengono da Dio perché recupera, guarisce e dà la vita all’uomo. Chi agisce in favore dell’uomo, credente o no, non può che essere animato dallo spirito di Dio. Inoltre Gesù assicura che il regno del diavolo ha i giorni contati perché nel mondo è entrata una forza immensamente superiore.

 

Dunque, Gesù afferma che nella sua nuova famiglia, nella comunità dei credenti, il criterio di prossimità non è più dato dai legami di sangue, ma dal ‘fare la volontà di Dio’. Non vi sono appartenenze di diritto, acquisite una volta per tutte, ma l’appartenenza a Dio avviene solamente tramite l’ascolto della Parola di Dio che conduce a rinnovare ogni giorno la fedeltà alla volontà del Padre. Insomma non basta essere ‘dentro’ in modo anche visibile e pubblico, è necessario interrogarsi circa questa pratica della ‘volontà di Dio’.

 

Don Battista Rinaldi

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