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Alla ri-scoperta di S. Rocco, incantevole borgo assolato

CULTURA E SPETTACOLO - 16 08 2019 - Méngu

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/san rocco, villa di tirano

Già porta del paradiso di Trivigno

La borgata di S. Rocco, (1093 metri s.l.m.), anticamente compresa nel territorio di Tirano (frazione del Monte) venne trasferita al comune di Villa di Tirano, come racconta la tradizione orale, nel 1864 per le difficoltà d’accesso del medico di Tirano.

 

S. Rocco si può definire una delle porte privilegiate di accesso a Trivigno e svolgeva, in passato, una funzione di primaria importanza. La fiorente e laboriosa comunità di S. Rocco raggiunse il proprio massimo demografico attorno alla metà del XIX secolo, con una popolazione complessiva di circa cento abitanti; era una comunità che risiedeva in modo permanente e che produceva localmente foraggio per il bestiame. La sua produzione rendeva quasi autosufficiente il sostentamento della popolazione; il borgo era anche una tappa obbligata per la salita verso i pascoli alti quali l’ alpeggio di Trivigno in cui pastori provenivano sia da S. Rocco che da Tirano. Nel XX secolo la comunità di S. Rocco non fu più totalmente permanente, sebbene alcune famiglie vi abitassero per l’intero anno sino al ’60, ma fu certamente luogo utilizzato per la maggior parte dell’anno per il pascolo del bestiame e per la produzione di prodotti caseari. Ricordo gli ottimi formaggi, lo squisito burro, la farina di grano saraceno, le piccole e gustose pere e le more ai lati dei suoi sentieri pietrosi.

 

Sin dai tempi antichi il giorno di S. Rocco è luogo di comunione per la S. Messa nella omonima chiesa. Il suono della campana richiama e accomuna i villeggianti e gli abitanti estivi degli alpeggi di Ronco, Canali, Piscina, Forte, e Marto.

 

L’esteso borgo con la chiesetta, il piccolo e assolato cimitero, i suoi ampi declivi con prati verdeggianti dove l’acqua non manca mai, conferisce una speciale tranquillità e serenità d’animo. Il sole a S. Rocco, nelle giornate estive, non sembra mai tramontare. Quando in valle l’ombra ha raggiunto ogni luogo, i raggi di sole sembrano indugiare nel lasciare la borgata di S. Rocco. D’inverno quando neve e ghiaccio regnano incontrastati nella montagna di Trivigno, la borgata appare avvolta da un microclima speciale che la fa accogliente e invitante rendendo la sua strada d’accesso tutta asfaltata quasi sempre transitabile. Inoltre è luogo di meditazione e di studi per storici di Valle. Insomma, chi non conosce S. Rocco, non può certamente dire di conoscere bene la montagna di Trivigno. Al posto delle parole lascio le immagini, invitando i lettori ad una scampagnata nella ridente e soleggiata S. Rocco che si può definire “porta del paradiso” di Trivigno.

 

Il borgo di S. Rocco.

S. Rocco borgo della quiete,

del riposo, del canto del grillo e del cuculo,

dove sussurra la brezza,

e il pensiero rifiuta

l’affanno del fondo Valle .

Il borgo di S. Rocco è ristoro del cuore,

porta del paradiso di Trivigno.

 

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