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Accadeva nell'ottobre del 1589 a Tirano

CULTURA E SPETTACOLO - 14 10 2020 - Ivan Bormolini

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/IL RITRATTO DEL VESCOVO FELICIANO NINGUARDA
IL RITRATTO DEL VESCOVO FELICIANO NINGUARDA

Gentili lettori, la mia passione per lo studio della storia di Tirano, mi ha portato ad indagare su un personaggio determinante per la vicenda della nomina della chiesa di San Martino in Tirano a parrocchia. L'anno scorso avevo diffusamente parlato di questo evento verificatosi nell'ottobre di quattrocentotrentun anni fa analizzando tutte le peculiarità che avevano portato ad un primo distacco della chiesa di Tirano dall'arcipretura di Villa di Tirano.

In quelle puntate, era stata mia premura riportare i fatti senza entrare nel merito specifico degli attori coinvolti. Ecco dunque che in questi due appuntamenti, oggi e domani, voglio evidenziare la figura dell'allora vescovo di Como Feliciano Ninguarda.

Il benigno lettore, oppure l'attento cultore di storia locale, potrebbe chiedersi il perché, oltre al Ninguarda, non riporti notizie inerenti a Simone Cabasso, in quel tempo canonico di San Martino e proprio per volere di quel vescovo comense, primo parroco di San Martino.

Non lo faccio semplicemente per un motivo: nel pubblicare mie precedenti ricerche, avevo già analizzato la figura, gli studi e le vicende del Cabasso, in due occasioni. La prima riguardava la famosa Disputa di Tirano, che aveva coinvolto, oltre al protagonista Cabasso, altri personaggi tra i quali, il martire e servo di Dio beato Nicolò Rusca.

La seconda, ricordata anche nello scorso settembre nel ciclo dei miei articoli dedicati all'Apparizione, citava  Simone Cabasso come primo autore delle vicende relative all' erigendo santuario e fatti connessi al Libro dei Miracoli.

Entro dunque nel vivo dell'alto prelato Feliciano Ninguarda. Oggi racconterò i fatti strettamente legati alla sua vita, domani, le vicende tiranesi e la sua storica visita pastorale in quel borgo tiranese di quattro secoli fa. Buona lettura.

 

Ivan Bormolini

 

Il vescovo Feliciano Ningarda: dalla vita agli incarichi

 

Feliciano Ninguarda era nato a Morbegno nel 1518, sei anni dopo l'inizio della lunga dominazione delle nostre valli da parte della Repubblica delle Tre Leghe. La sua famiglia era di origine milanese, trasferitasi in valle agli inizi del XVI secolo, probabilmente al servizio dei Visconti o come feudataria di qualche ricca abbazia del milanese fra le tanti presenti in Valtellina con beni e diritti.

Il padre Marco era considerato un esperto capitano, sono poche altre le notizie a livello famigliare ed ancor meno si sa della fanciullezza di Feliciano.

I primi anni di vita del Ninguarda erano comunque coincisi con il massimo splendore della presenza dei Domenicani nel grande convento di Morbegno, del quale i Ninguarda erano stati insigni ed illuminati benefattori.

Ed era proprio in quest'ambito che Feliciano aveva maturato la sua vocazione; nel convento di Morbegno sicuramente aveva conosciuto l'inquisitore della diocesi fra Antonio Michele Ghisleri, poi fondatore del notissimo collegio universitario pavese. Lo stesso Ghisleri, era salito al soglio pontificio con il nome di Papa Pio V° il sette gennaio 1556, sino alla sua morte risalente al primo maggio 1572.

Per i suoi studi Feliciano Ninguarda si era poi recato a Milano nel convento di Santa Maria delle Grazie.

A ventotto anni veniva proclamato “Magister teologiae”, un titolo accademico che lo abilitava all'insegnamento universitario.

Nel 1554 a solo trentasei anni, diveniva vicario generale dell' Ordine per i paesi di lingua tedesca; questo era un incarico certamente non facile considerando che l'area in questione era la più sconvolta dalla riforma protestante e la più bisognosa di ricondurre alle regole conventi e fedeli.

Per quattro anni aveva insegnato teologia nell'Università di Vienna e nel 1559 era divenuto teologo di fiducia dell'arcivescovo-principe di Salisburgo, incarico che aveva mantenuto anche per il successore dello stesso arcivescovo-principe, il quale, lo aveva inviato in sua vece al Concilio di Trento.

In quel momento delicato e concitato per la storia della chiesa, Ninguarda si era distinto per erudizione e prima della chiusura del Concilio, il già citato Papa Pio V°, lo aveva chiamato a Roma come esperto della problematica dell'area germanica.

Aveva collaborato con il Pontefice in una memoria contenente una serie di proposte  di riforma  e l'indicazione dei metodi suggeriti, venivano fatti propri dalla gerarchia ecclesiastica.

Il tutto si era concretizzato con la creazione di un'efficace rete di rapporti tra Roma e le periferie, attraverso la nomina di nunzi, commissari e delegati apostolici, specie nei paesi a rischio di eresia.

A questo punto Ninguarda veniva nominato “commissario apostolico” per l'Austria con l'incarico di convocare un sinodo a Salisburgo come modello da esportare nelle altre province.

Conclusa questa parentesi, era tornato a Roma divenendo Priore del convento di Santa Sabina. Morto Papa Pio V°, il suo successore Gregorio XIII lo aveva inviato come plenipotenziario per la riforma dei conventi in Austria, Boemia, Moravia e Croazia.

Fra il 1573 ed il 1576, aveva curato due sinodi provinciali a Salisburgo, per poi essere designato a vescovo di Gurk, nomina alla quale si era però sottratto.

Viste le sue capacità e competenze, nel 1577 veniva nominato vescovo di Scala, una piccola diocesi presso Amalfi, ma lo attendevano ben altri incarichi.

L'anno successivo infatti era stato nominato nunzio apostolico con poteri di “legato a latere” per la Germania meridionale e la Svizzera. Per cinque anni, Ninguarda si era speso in una producente ed efficace opera di riforma di diocesi, monasteri e conventi. Aveva inoltre avviato una sottile attività diplomatica in stretti rapporti con il duca Guglielmo V° di Baviera ed il cardinale comasco Tolomeo Gallio, segretario di stato di Gregorio XIII.

NEL 1580, mentre era amministratore dell'importante diocesi di Ratisbona, si faceva il suo nome per la carica di vescovo di Coira.

Tuttavia, minato nella saluta, Feliciano Ninguarda chiedeva insistentemente di ritornare in Italia, nel 1583 evidentemente esaudito nei suoi desideri, veniva nominato vescovo di Sant' Agata dei Goti; comunque tra il 1586 ed il 1588, il vescovo compiva missioni in Svizzera quale delegato del Pontefice Sisto V°.

L'appuntamento con le vicende tiranesi del Ninguarda e per domani.

 

FONTE: L'ORDINE DI DOMENICA SETTE GENNAIO 2017 ( nel quotidiano La Provincia di Sondrio ) Ricerca di Bruno Ciapponi Landi “Ninguarda il primo storico della Diocesi”. Pagine 4 e 5

Per la foto di copertina: Ritratto di Feliciano Ninguarda pagina 53 del volume “LACHIESA DI SAN MARTINO IN TIRANO. Autori: Gianluigi Garbellini William Marconi. Stampa: finito di stampare nel mese di dicembre 1999 dalla Tipografia Bettini-Sondrio.

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