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Una riflessione sui nostri pendolari

CRONACA - 29 01 2018 - Ivan Bormolini

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Il bilancio in vite umane a causa dell'incedente ferroviario di Pioltello poteva essere essere ben più grave se si considera che a bordo del convoglio vi erano sedute 250 persone. Solo il decesso di una singola persona è però da reputarsi un fatto gravissimo, così come grave è il bilancio dei feriti.


Si incita all'uso del treno, come mezzo sicuro, come un sistema per decongestionare il traffico veicolare, e si considera la scelta di viaggiare in treno anche in un'ottica di ecologia e rispetto per l'ambiente. Eppure anche il treno è pericoloso come altri mezzi di trasporto?
Stando a qualche statistica ovviamente il viaggio su rotaia pare essere ben largamente più sicuro di quello su gomma. Il treno è più sicuro dell' automobile o di altri mezzi adibiti al trasporto di persone  su strada. 
Certo vedendo ciò che è successo giovedì, le domande da porsi in materia sono tante, tuttavia non tocca a me nè a nessun altro, formulare accuse e sentenze. Saranno gli organi competenti a farlo. 

 

La mia riflessione in merito nasce soprattutto da un punto di vista umano: l'aumento del pendolarismo per lavoro, negli ultimi anni è cresciuto molto e questo è una conseguenza diretta della crisi economica. Ai già numerosi pendolari storici se ne sono aggiunti altri, tanti altri.
In moltissimi, per guadagnare il salario mensile, perdendo la grande fortuna di avere il posto di lavoro fuori casa, si sono dovuti adattare ad un cambiamento di vita certo non facile. Per riavere il lavoro, che è una delle fondamentali dignità, si sono dovuti improvvisare o adattare ad essere pendolari.

 

Ciò cosa significa? Significa sacrifici, alzarsi di buon mattino, recarsi alla stazione, prendere il treno, recarsi al lavoro ed alla sera fare il percorso inverso verso casa. Il tutto salvo complicazioni.
Ciò, è chiaro, viene fatto per comprensibilissimi motivi, ma il viaggio andata e ritorno esclude molti momenti di quel bel vivere passato in famiglia. Te ne vai che i figli dormono ancora e torni che sono già a letto.
A testimoniare quanto il fenomeno del pendolarismo sia ampiamente diffuso nella nostra regione è un numero: settecentocinquantamila persone sono l'esercito dei pendolari giornalieri in Lombardia, questi viaggiano soprattutto per lavoro, per studio e per affari.

 

Mi pare che il dato sia elevato e si inserisca in un cambiamento epocale che non avrà inversioni di tendenza nel futuro. 
Credo sia giunto il momento di conferire a queste migliaia di persone il giusto rispetto, per un fattore umano e perché, dato non da sottovalutare, pagano un biglietto o un abbonamento. Certo, tutti questi, il servizio offerto lo pagano!
Mai si permetterebbero di salire a bordo senza aver adempiuto ai loro obblighi. Certamente si mortificherebbero davanti alla contestazione di un mancato pagamento. 
Altri invece, sembrano voler escludere tal civico dovere, non passano dalla biglietteria... Poi se vengono sorpresi dal capotreno, inveiscono e passano alle mani pesanti. 

 

Ritardi, guasti, passaggi a livello mal funzionanti, sono spesso all'ordine del giorno anche nella nostra Valtellina. Se poi a questo aggiungiamo lamentele per treni sporchi, privi di riscaldamento in inverno o di aria condizionata in estate, viene logico pensare che qualcosa veramente non funzioni davvero a dovere.

 

A queste carenze vanno poi ad aggiungersi gli atti di vandalismo sui treni stessi, fenomeni che in maniera diffusa non colpiscono soli i convogli ma anche gli ignari passeggeri a bordo, costretti a difendersi, o a soccombere davanti alle ingiustificate ire di qualche teppista. Si identifichi una giusta soluzione anche a questo, ovvero più sicurezza personale sui treni.

 

Non vi è dunque nulla da eccepire, o nulla da sorprendersi, se di tanto in tanto, Prefetti, Presidenti di provincie, Sindaci e sindacati prendano carta e penna lanciando denunce di varie carenze agli organi preposti al funzionamento della rete ferroviaria.
Tutti questi organi, nessuno escluso, hanno ben in mano il polso della situazione, semplicemente perché devono tutelare la nostra gente, i nostri pendolari. Purtroppo, tutte queste figure nel rispetto del cittadino, in questo caso viaggiante, non fanno e non scrivono, tanto per dar fuoco alle polemiche o alle istanze dei pendolari, ma lo fanno nella precisa osservanza di ciò che dovrebbe essere, ma che a quanto pare non è!

 

L'incidente di Pioltello è però da considerarsi la goccia che ha fatto traboccare il vaso; più che una goccia la definirei un'alluvione in piena regola sulle carenze strutturali che interessano convogli e rete ferroviaria.
E' doveroso che coloro che sono chiamati a garantire efficienza, puntualità e sicurezza dell'esercito dei pendolari si premurino affinché tragedie come questa non si verifichino più.
Si lavori per limitare, ritardi, soppressioni, oppure sali scendi da bus sostitutivi. Ci sia adoperi sia per adeguare con nuove tecnologie la rete ferroviaria, per rimodernare il parco treni in circolazione spesso vetusto e quant'altro.... Se poi avanza qualche euro, non ci si scordi delle stazioni, speso luoghi che strutturalmente parlando avrebbero bisogno di un sano ritocco e di una bella e decorosa pulizia.

 

Non è pensabile che in epoche moderne, luci che indicano l'imminente abbassamento delle sbarre dei passaggi a livello siano poco visibili nella loro intermittenza, oppure ancora è vergognoso che i segnali uditivi, siano flebili, o spesso impercettibili.
Insomma, il lavoro da fare è davvero tanto, ma la gente paga per un servizio e questo, salvo inconvenienti non calcolabili, dovrebbe sempre essere garantito con tempestività.
Occorre denaro e molto! Bene la politica, le società che gestiscono la rete ferroviaria lo trovino e lo investano in progetti mirati e duraturi nel tempo.

 

Non è certo una cosa facile e risolvibile dall'oggi al domani, ma l'impegno deve essere massimo su tutti i fronti. Torno a ribadirlo, nel rispetto dei  pendolari, dei sopravvissuti di Pioltello e soprattutto in memoria delle vittime, si faccia qualcosa! 

E poi ci si lamenta se qualcuno fa paragoni con il Trenino Rosso???

 

Ivan Bormolini

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