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Un “attract” anche per il Foro Boario e il centro zoo-tecnico? Parliamone!

CRONACA - 08 06 2018 - Ivan Bormolini

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La scorsa settimana, abbiamo pubblicato la notizia dell'accordo o bando Attract, che ha visto la partecipazione il nostro comune, assieme ad altri quattro della Lombardia.

Dare nuova vita all'area industriale dell'ex Cartiera e rivedere con progetti strategici la zona industriale, anche in vista della futura realizzazione della tangenziale, non può far altro che far piacere.

 

Proprio lo scorso anno, in questo periodo, la nostra testata, con un ampio fotoreportage ed una cronistoria dello storico stabilimento tiranese, aveva portato all'attenzione di tutti lo stato di degrado in cui versa l'area interrogandosi su un possibile futuro di riqualificazione del sito.

 

Sono infatti trascorsi dieci anni dalla definitiva chiusura della cartiera di Tirano e dopo il maggio del 2008 molti macchinari sono stati smontati e destinati ad altre realtà produttive estere. Il grave problema occupazionale si è in larghissima parte risolto in modo positivo; se questa chiusura fosse avvenuta qualche anno dopo, ovvero in piena crisi economica ed occupazionale, sarebbe stato possibile ricollocare con una certa facilità gran parte delle maestranze?

 

Il comunicato in merito al bando Attract, che il comune ci ha fornito, è esaustivo e credo non meriti altri commenti, se non quello di auspicare che il tutto abbia un buon fine per la nostra economia locale.

Tutto questo, mi ha indotto a porre ai lettori una questione, inerente ad un'altra vasta area di Tirano meritevole di interventi, ovvero la zona del Foro Boario e l'ormai ex Centro Zoo-Tecnico.

 

Voglio però sin da subito essere chiaro, quanto scritto non deve essere interpretato come un atto d'accusa né contro le passate amministrazioni né contro l'attuale che tra le mani hanno avuto ed hanno un'intricata matassa da sbrogliare.

Della sua riqualificazione non se ne parla da qualche tempo; è però palese che il problema persiste e non è nemmeno di facile e breve soluzione. In passato si è parlato di nuove aree commerciali ed altro, ma tutto ancora rimane nel silenzio.

 

E' chiaro, da anni, che l'originale funzione del sito è venuta meno. L'allevamento, le mostre e il commercio di capi, soprattutto bovini, nella zona del tiranese è tramontata, lasciando spazio alla frutticoltura.

Già dagli anni ottanta, il florido commercio di capi di razza Bruna Alpina, tra la Svizzera e la nostra regione lombarda, ha segnato un brusco, se non definitivo rallentamento, quindi anche la funzione delle stalle del Centro Zoo-Tecnico è venuta meno. Alcuni di questi capannoni, erano stati destinati ad altre funzioni di tipo artigianale e industriale, ma oggi anche queste aziende hanno abbandonato il sito.

Rimane l'area della raccolta differenziata, la sede di alcune importanti Associazioni locali e vi trovano ampi spazi i magazzini comunali e gli operai municipali.

 

E' chiaro però che tutto questo non può continuare a dare questa triste visione, soprattutto considerato il fatto che la porzione di territorio in questione costituisce una porta d'ingresso a Tirano, città ad ampia vocazione turistica.

Abbiamo fotografato la zona, a volte le immagini parlano meglio di mille parole. Il quadro che ne è scaturito è ben lontano dal definirsi idilliaco. Emerge una situazione di disordine e degrado, tutto o quasi lasciato in balia di un semi abbandono.

Un ricettacolo di scarti, mal ubicati e mal tenuti, erbacce, un verde incolto che in molti casi necessita di interventi urgenti, vetri rotti ed altro. Insomma, un'incuria che, in attesa di progetti futuri di riqualificazione, necessita quantomeno di una doverosa sistemata, una bella pulizia. Non conta che si tratti di una zona periferica, ma anche in periferia un certo decoro urbano ci deve essere.

 

Vi è poi il problema, assolutamente non trascurabile, delle coperture in eternit. Sono certo che da parte dell'amministrazione comunale e degli organi preposti vi sia un costante monitoraggio della situazione degli ampi metri quadrati che rivestono le pensiline e le ex stalle. E' evidente, però, che tali coperture vadano in futuro rimosse, con costi del tutto non indifferenti.

 

Dunque che fare del Foro Boario e del Centro Zoo- Tecnico? Una bella domanda, una questione che si trascina da anni. Che altro aggiungere, un Attract anche per il Foro Boario?

Buon lavoro a chi c'è e a chi verrà, la questione è importante. Senza creare allarmismi ingiustificati, ripeto, le coperture in eternit andranno eliminate, e poi che fare? Come riconvertire l'area?

Parecchi metri quadrati che necessitano di una nuova visione, che cancelli l'attuale situazione, la quale non è certo un bel vedere. Chissà se qualche investitore privato un giorno si interesserà al Foro Boario?

 

Ivan Bormolini

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