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Tante culle vuote in provincia a causa della denatalità

CRONACA - 28 05 2024 - Guido Monti

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Il calo delle nascite in Italia è un fenomeno ormai evidente che coinvolge pure la provincia di Sondrio. Nel 2023 si è registrato un record storico della denatalità, con un -3,6% rispetto al 2022, una diminuzione ancor più accentuata in Valtellina e Valchiavenna dove stando alle stime dell'Istat i nuovi nati arrivano a un -5,4%.

 

Le cifre confermano un andamento avvertito già da alcuni anni e per quanto riguarda la nostra provincia, se paragonate all'anno precedente, le 1.100 nascite del 2023 hanno segnato un primato negativo in Lombardia, dove in media il calo è stato del 2,8%. La decrescita investe anche il tasso di natalità, ossia il numero di nuovi nati rispetto ai residenti nel Paese. Anche in questo caso Valtellina e Valchiavenna, con 6,3, sono al di sotto sia rispetto alla media nazionale che a quella lombarda del 6,6. Tenuto in considerazione il tasso di mortalità (11,3 in provincia di Sondrio contro il 10,3 regionale e l’11,2 italiano), l'aumento naturale registra una flessione del 5% che, a parere degli analisti, è destinata a influire sul futuro del Paese.

 

Con una popolazione sempre più anziana e in assenza di un ricambio generazionale diventeranno per forza insostenibili il sistema previdenziale e socio sanitario, con conseguenze particolarmente preoccupanti soprattutto sulla parte più debole della popolazione a partire dalle persone, inclusi molti minori, in condizioni di difficoltà economica e di esclusione sociale.

 

Il caso provinciale ne è un esempio evidente: gli anziani residenti in provincia di Sondrio rappresentano un quarto del totale, il dato più alto di tutta la Lombardia in quanto gli over 65 in Valtellina sono il 25,3% del totale a fronte di una media regionale del 23,5%, mentre quella italiana è del 24,3%. La speranza di vita per gli uomini nel 2023 risulta di 81 anni, appena inferiore alla media lombarda di 81,9, quella delle donne di 85,9, in linea con quella regionale, con una variazione positiva in entrambi i casi di 0,6 anni rispetto al 2022. Nel  2023 c'è stato un declino dei decessi del 6,7% rispetto all’anno precedente, ma in calo vi è anche il numero medio di figli per donna, che erano 1,33 nel 2021 e sono scesi a 1,33 nel 2022 e a 1,26 nel 2023, dato più alto rispetto alla media regionale di 1,21 e di quella italiana ferma a 1,20.

 

L'involuzione demografica ha soprattutto ragioni strutturali legate al fatto che le persone in età fertile, con l’uscita della generazione del boom economico dall’età riproduttiva, sono sempre meno, e dipende in parte dal calo del tasso di fecondità. Se ci sono meno nati, cresce di riflesso la popolazione anziana, con tutto quello che comporta sotto l'aspetto della cura, in particolare per chi vive in situazione di fragilità, e se è vero che l’aumento dell’età anagrafica non corrisponde alla certezza di condizioni di non autosufficienza, è altrettanto evidente che in Lombardia gli over 65 con limiti funzionali e quindi bisognosi di assistenza risultano in costante aumento. 

 

Nel territorio dell’Ats della montagna, che comprende l’intera provincia di Sondrio, l’Alto Lario e la Val Camonica con 170 comuni e una popolazione di oltre 293 mila unità, gli over 65 sono circa 74 mila, pari al 25,11% del totale, la percentuale più elevata di tutta la regione, e le previsioni per l'avvenire segnalano un aumento delle persone anziane al ritmo di 40-50mila all’anno. Dunque è comprensibile che sia indispensabile affrontare fin d'ora il problema dell'invecchiamento con tutte le sue ripercussioni sociali ed economiche.

 

Guido Monti

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