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Tangenziale di Tirano, Spavetti scrive a Sertori: Il tracciato nella zona del Dosso causa dei rischi

CRONACA - 29 01 2022 - Redazione

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/tangenziale tirano
Riceviamo e pubblichiamo la lettera che il Geom. Santo Spavetti ha inviato all'assessore regionale Massimo Sertori.
Il geom. Spavetti, visto che l' Ass. Sertori non interviene, chiede l'intervento, per verificare la legittimità dei lavori, (ndr, anche per Spavetti è necessaria e urgente la circonvallazione di Tirano), di Claudia Maria Terzi, assessore alle Infrastrutture trasporti e mobilità sostenibile, e di Raffaele Cattaneo, assessore all'Ambiente e Clima. Per Spavetti, l' Ass. Sertori non e' stato adeguatamente e correttamente informato in merito e non vuole modificare un tracciato con opere illegittime e illegali, in contrasto con le prescrizioni, anche della stessa Regione Lombardia (del 2011), e in violazione alle norme PAI e LEGGE REGIONALE sul consumo di suolo. Secondo Spavetti, il tracciato comporta un palese rischio di vittime per colate detritiche-debris flow, per gelo/neve e caduta massi.

 

Spett. Ass. Massimo SERTORI- REGIONE LOMBARDIA.

Tangenziale di TIRANO –VARIANTE SS 38 dello STELVIO- Valtellina.

 

In allegato (clicca qui) Le trasmetto documentazione in merito. Le segnalo che ho gia’ fatto variare in corso d’ opera la variante SS42 a Capo di Ponte, con l’ intervento ad appoggio di quanto avevo segnalato, dell’ Ass. Prov. Ing. Mauro PAROLINI, stante la palese pericolosita’  dei lavori previsti , le chiedo di intervenire in merito.

 

In relazione alla variante alla SS38 ed alle problematiche e pericoli che ho segnalato a: Ministero Infr., ANAS ROMA, Procura della Repubblica, considerato che e’ necessaria una Sua verifica in merito per rettificare queste assurdita’ progettuali che violano LEGGE REGIONALE, normative PAI e causano seri pericoli.                                                                                        

 

Le faccio presente in merito, che sono fattibili modifiche con varianti in corso d’ opera, rimanendo nella spesa stanziata, in modo da evitare pericoli. A Capo di Ponte, SS 42, ad appalto aggiudicato all’ ATI COLLINI/COSSI, 2 km di tracciato fuori terra in parte realizzato, sono stati TOTALMENTE abbandonati SPOSTANDO IL TRACCIATO in GALLERIA lunga 1800 m.                                                                                                                                                    

Pertanto dal momento che al Dosso il progetto in variante del 2007, propinato come atto ad un risparmio (frutto di erronea valutazione), che in realta’ costa 10 milioni in piu’, causando DANNO ERARIALE di competenza di Procura e Corte dei Conti, causa danni ambientali (prevede trincea a 180 m dal Castello,terre armate alte oltre 15 m, deturpa area agricola ),causa seri rischi: la trincea e’ in corrispondenza della Val Tigozzi, vi scorre torrente gia’ esondato in passato,la trincea puo’ essere travolta da colate detritiche-debris flow, il tratto a sud e’ collocato in area soggetta a gelo (con pendenza fino al 6 %), in area soggetta ad elevato pericolo di caduta massi, e prima il percorso invade per 28000 mq la fascia A del PAI, occupazione vietata dalle norme PAI, viene collocata rotonda e strada nel conoide di Ganda a rischio notevole frane/colate detritiche debris flow.                                                                                                                                            

 

La GALLERIA DOSSO di 2044 m, sarebbe fattibile in 3 anni di lavori (vedasi variante di Castelbello/Colsano sempre SS38), invece dei 5 previsti dall’ appalto – quindi partendo adesso finirebbero (senza imprevisti) a gennaio 2027- dopo le olimpiadi, per cui con la galleria di cui al PROGETTO DEFINITIVO di PRO ITER- gia’ approvato dal CDA di ANAS nel 2003- il progetto ESECUTIVO e’ fattibile in 150/180 gg (tempi per l’ esecutivo della variante della Tramezzina), PER CUI CON LA GALLERIA DOSSO DI 2044 MT, CHE EVITA RISCHI FUTURI PER LA CIRCOLAZIONE, con rischio di blocco anche dei lavori in caso di vittime durante il cantiere, (nessuno puo’ garantire che frane ed esondazioni non vi siano nei 5 anni di cantiere), i lavori sarebbero sicuramente pronti prima delle olimpiadi,come e’ necessario.                                                                                                                                      

 

Spett. Assessore, credo i tecnici,abbiano propinato informazioni erronee per interessi diversi da quelli della P.A., confezionando un progetto atto a “imprevisti” e future varianti . Non credo Lei voglia sia realizzato un tracciato con rischio vittime come a CIVO e CHIAREGGIO, per cui chieda una consulenza a geologo competente , credo lo sia, il geologo Maurizio AZZOLA, che del debris flow ha fatto motivo di studio, la circonvallazione di TIRANO e’ un opera effettivamente URGENTE e NECESSARIA, va adottato un percorso serio e frutto di accurata progettazione con valutazione del rischio di pericoli onde evitare “imprevisti”, che causino il fermo del cantiere e allungamento dei tempi (SS 42 a Capo di Ponte- con percorso progettato alla carlona, come questo, lavori durati 19 anni),: IL RISCHIO DI RITROVAMENTI ARCHEOLOGICI al DOSSO di TIRANO e’ praticamente CERTO, con scavi di galleria artificiale e trincea:Da:NOTIZIARIO Periodico dell’Istituto Archeologico Valtellinese 18/2020.SEGNALA LA PRESENZA :” Tirano, località Dosso: abitato protostorico (età del Bronzo e del Ferro);….. (Da R. Poggiani Keller 2014)….al DOSSO E’ ALTAMENTE PROBABILE SIANO PRESENTI REPERTI ARCHEOLOGICI,realizzare galleria artificiale(scavi larghi 20/30 mt on altezza fino a 10 mt) lunga ca 500 mt e trincea di circa 200 mt al Dosso puo’ comportare ritrovamenti archeologici che potrebbero comportare il fermo del cantiere e la necessita’ di modificare successivamente il tracciato, con lievitazione costi,danno erariale per decine di milioni e allungamento dei tempi (SS42 a Capo di Ponte-19 anni, costi passati da 50 mil. nel 1993 a 195 milioni di euro).                                                               

 

A disposizione per ogni chiarimento e integrazione.I piu’ cordiali saluti.                  

Geom. Santo Spavetti-albo geom.BS n 3652

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1 COMMENTI

20 02 2022 10:02

ssp

TANGENZIALE di TIRANO- SS 38. Tra GANDA e DOSSO, zona a rischio caduta MASSI e frane,come documentato dalle carte di rischio e VAS Comune di TIRANO, non e' concepibile una strada cat. C1, passi a ridosso di un pendio, con rischio VITTIME, posando il generico cartello "caduta massi", o si sposta il tracciato a distanza dal pendio, o si realizza subito GALLERIA PARAMASSI per evitare vittime. INTERVENGA LA PROCURA per verificare se :PER I PERICOLI CONSEGUENTI: -Al passaggio del tracciato con rilevato nella fascia A del PAI soggetta a pericolo di esondazione. - AL POSIZIONAMENTO DEL TRACCIATO e rotonda per svincolo di TIRANO,NEL CONOIDE DI GANDA e conoide della val Tigozzi , in area di possibile esondazione e di possibili colate detritiche DEBRIS FLOW,in caso di nubifragio,visto che la pericolosita’ del conoide e’ nota essendo riportata nelle carte di rischio sia la possibilita’ di colate detritiche che di possibile frana.(vedasi quanto esposto in merito nella relazione allegata). -AL PASSAGGIO DEL TRACCIATO TRA LA LOC. GANDA E DOSSO in zona soggetta a pericolo di caduta massi. Siano stati adottati tutti gli accorgimenti necessari ad evitare pericoli per la circolazione stradale, e la soluzione di tracciato adottata sia quella che garantisce il maggior rapporto costi/benefici- segnalo che nel tratto GANDA/DOSSO per rendere sicura la sede stradale dai pericoli di caduta massi e DEBRIS FLOW, servirebbe la galleria artificiale, con maggiori costi (costi non previsti nel progetto esecutivo). Mentre spostando il tracciato a lato ADDA , inglobando la sp. 24 (soluzione non oggetto di analisi costi/benefici), il tracciato sarebbe sicuro da tali pericoli, con anche un notevole risparmio economico e di occupazione di area agricola. I conoidi possono essere interessati da colate detritiche(DEBRIS FLOW), con rischio i vittime come a Chiareggio, tre morti e due feriti, per cui e’ in corso indagine da parte della Procura di SONDRIO con le ipotesi di reato di “Omicidio colposo plurimo e disastro colposo” da parte del sostituto procuratore Stefano Latorre, titolare dell’inchiesta ,con perizia affidata al geologo Maurizio Azzola (dati da IL GIORNO). PER LA TANGENZIALE di TIRANO, considerato che sono verosimili pericoli,per passaggio del tracciato in aree soggette a colate detritiche(DEBRIS FLOW) e caduta massi,viste le tragedie ,per cui la Spett. PROCURA di SONDRIO, ha in corso indagini con le ipotesi di reato di “Omicidio colposo plurimo e disastro colposo”,va verificata la pericolosita’ del tracciato, per evitare il ripetersi di tragedie. RISCHIO COLATE DETRITICHE –DEBRIS FLOW. DA IRER- Istituto Regionale di Ricerca Lombardia: “Definizione delle soglie pluviometriche d’innesco di frane superficiali e colate torrentizie:accorpamento per aree omogenee-Codice IReR: 2007B023Project Leader: Federico Rappelli-Rapporto Finale-Milano, settembre 2008. La capacità distruttiva dei MDF (ndr: colate detritiche-debris flow) è sovente sottovalutata in quanto essi si originano lungo torrenti di modeste dimensioni che drenano aree di non molti chilometri quadrati, caratterizzati da portate ordinarie il più delle volte pari a qualche decina di litri/sec per la maggior parte dell’anno. Le condizioni-chiave che si debbono presentare contemporaneamente affinché si manifesti il fenomeno sono essenzialmente: a) piogge di elevata intensità, in grado di saturare gran parte dei materiali sciolti presenti entro l’incisione torrentizia; b) adeguata pendenza del fondo; c) presenza di materiale detritico mobilizzabile.” PERTANTO I CONOIDI SONO SOGGETTI A POSSIBILI COLATE DETRITICHE, LA REALIZZAZIONE DI ROTONDA E STRADA in mezzo al conode di GANDA,e’ contraria al principio di precauzione e INACCETTABILE ESSENDOCI ALTERNATIVE. Una verifica sulla pericolosita’ o meno del conoide non esiste nel progetto esecutivo. (da La Prov. 31/07/2021) Il geologo Azzola ,geologo di SONDRIO,perito incaricato dalla Procuraper il torrente Nevasco a Chiareggio: “ il fenomeno e’ quello che,sempre piu’,si verifica in valle negli ultimi anni,e parliamo del “debris flow”-quanto accaduto sul Perandrone e’ la fotocopia di quanto accaduto a Chiareggio…In pratica intense precipitazioni investono il corso d’ acqua,ne dilavano le pareti e,materiale fangoso misto a detriti,tante’ che si parla di colate detritiche,cominciano a scivolare a valle…Queste colate viaggiano anche a 100 km/h e se intersecano una strada,un ponte,sono guai”…”in val Malenco lo scorso anno ci furono 3 VITTIME”. Mi pare evidente che e’ ASSURDO e improponibile posizionare una strada con rotonda nel conoide, va collocata verso l’ Adda e consentito il deflusso di piene e colate. Per cui considerato quanto affermato da IRER e dal GEOLOGO Maurizio AZZOLA, i CONOIDI di Ganda e della val Tigozzi,se tale evenienza non viene motivatamente esclusa,possono essere intereressati da colate detritiche- Debris Flow, con pericoli per la circolazione. In merito al pericolo caduta massi tra la loc. Ganda e il Dosso,nel progetto esecutivo sono previste barriere paramassi, la cui efficacia ,considerata la notevole pendenza del pendio soprastante, e’ da dimostrare considerata la tragedia di CIVO dove un masso ha superato le reti provocando una vittima. Anche in questo caso non si comprende la motivazione della variante attuata nel progetto del 2007 di SWS, che ha spostato il tracciato a ridosso della montagna, mentre il tracciato previsto nel progetto di PRO ITER del 2003, prevedeva il tracciato a distanza dal pendio lasciando un vallo protettivo al pericolo i caduta massi, evitando rischi per la circolazione per il pericolo di caduta massi, evitando anche i rilevanti costi per le barriere di protezione e le opere di sostegno del rilevato in terre armate (alcuni milioni di euro), e aumentando i rischi connessi al gelo,per aumento della pendenza. Il progetto esecutivo non prevede le barriere paramassi per tutta la lunghezza del tracciato soggetto a rischio documentato dalla carte dei rischi : a fronte del tracciato per 500/700 ml in zona a rischio caduta massi, le barriere paramassi sono previste per soli 100 ml (inoltre le barriere h=3 m potrebbero essere superabili dai massi come a Civo). La mancanza di protezioni ,comporta rischi futuri per la circolazione e per gli operai durante i lavori. A fronte di un area con massi pericolanti di alcuni ha, sono previsti 2000 mq di reti,a monte il versante a rischio e’ molto esteso, mi pare evidente PERMANGA IL RISCHIO, che sarebbe evitabile solo con GALLERIA PARAMASSI, oppure con il tracciato gia’ previsto da PRO ITER, staccato dal piede della montagna,lasciando un vallo protettivo- la variazione del 2007 appare illogica e tecnicamente ingiustificata. Stante che la spett. PROCURA di SO,a seguito delle vittime di CHIAREGGIO (debris flow), di CIVO (caduta masso-con superamento barriere), ha aperto le inchieste con l’ ipotesi di reato di omicidio colposo, o si eliminano i pericoli o la fattispecie di reato e’ del tutto verosimile abbia a riproporsi,essendo PALESI e documentati i RISCHI? I massi possono cadere anche sugli operai al lavoro in cantiere,a meno della realizzazione di protezioni idonee atte a garantire la sicurezza- NON PREVISTE NEL PROGETTO. CHE LE AREE, ove previsto il tracciato con la variante del 2007, comportino rischi e’ documentato da: R A P P O R T O A M B I E N T A L E- Valutazione Ambientale Strategica(VAS)Comune di Tirano - Data: Settembre 2009 Pag. 43- “Sottoclasse 4x: è vietata qualsiasi nuova edificazione che comporti l’esposizione di beni e/o persone al pericolo di caduta massi. Per….” (ndr: ma si puo’ realizzare la strada?) Pag. 44-“Sottoclasse 4x:…….. La caduta massi è infatti un fenomeno troppo aleatorio per poter pensare all’allertamento e allo sgombero degli edifici, che vanno quindi protetti con interventi sul territorio.” A Pag. 34- VAS: “La principale area in dissesto sul versante meridionale è dunque identificabile con la valle di Ganda e la relativa area di conoide, la quale è stata oggetto di sistemazione idraulica per la difesa dell’area sottostante con riprofilatura deII’alveo e realizzazione di opere di difesa, di protezione del fondo dall’erosione e di canalizzazione del tratto terminale dell’incisione medesima. Si rileva comunque in porzione apicale in destra della valle la presenza di depositi antropici non stabilizzati che potrebbero essere rimobilizzati e franare nel canale riducendo la sezione di deflusso” (NDR: e’ ammissibile/sicuro posizionare strada e rotonda nel conoide?) INOLTRE IN CORRISPONDENZA della val TIGOZZI il tracciato e’ in TRINCEA- sottostante a protezioni “sottodimensionati.” E a rischio debris flow? La valle dei Morti dalla val Tigozzi entrerebbe nella galleria Dosso, con quali conseguenze? Progettazione inadeguata e che causa rischi inaccettabili. Leggiamo a Pag. 45 della VAS:- Verifica delle opere di regimazione, con particolare riferimento alla Valle Canale, che appare poco difesa in destra idrografica in zona “Gera”, e al complesso scolante che fa capo alla valle Tigozzi,ove la vasca di intercettazione sulla valle di Bui, il canale di gronda e il collettore, appaiono, di primo acchito, sottodimensionati.” I RISCHI connessi alla val TIGOZZI e alla valle/conoide di GANDA sono pertanto noti, inoltre tutti i CONOIDI ALPINI,sono soggetti al rischio colate detritiche/debris flow, collocarci una strada a cielo aperto a mio parere e’ delinquenziale e paragonabile al tentato omicidio con dolo,in conoidi con questi pericoli un tracciato stradale puo’ passare solo in galleria, dai notevoli costi, giustificabili solo qualora non vi siano alternative. D- se realizzare il rilevato in zona di esondazione fascia A PAI,con occupazione di 28000 mq di area in facia A del PAI, sia regolare o meno, considerate le norme che prevedono "localizzazione all’interno della Fascia A o B è condizionata alla dimostrazione dell’assenza di alternative di localizzazione al di fuori delle fasce",le opere in fascia A ,sono illegali e non sono ammesse, essendoci alternative (altra localizzazione-galleria o viadotto),l’ occupazione di 28000 mq con rilevato viola la normativa quindi non e’ a norma. Violazione del Piano stralcio per l’Assetto Idrogeologico (PAI); violazione del principio di precauzione; difetto di istruttoria; Eccesso di potere per mancata ottemperanza alle prescrizioni imposte nel progetto definitivo approvato con Delibera CIPE n. 29 del 21 marzo 2018. Violazione del principio di precauzione.Come evidenziato negli elaborati grafici del progetto definitivo e del progetto esecutivo, il tracciato della tangenziale di Tirano TRA la rotatoria in località Stazzona e la località “Ganda” e’ previsto in rilevato.Tale rilevato, dell’altezza tra 5 e 8 metri, e’ previsto tra le loc. SAN BERNARDO e GANDA in un ambito di fascia A del PAI, ossia nella Fascia di deflusso della piena (da intendersi come la porzione di alveo che è sede prevalente del deflusso della corrente in caso di piena, come da definizione contenuta nell’art. 28 delle Norme di Attuazione del PAI).Il punto 1.1 della “Direttiva contenente i criteri per la valutazione della compatibilità idraulica delle infrastrutture pubbliche e di interesse pubblico”, costituente parte delle Direttive di Piano delle Norme di attuazione del PAI, chiarisce che “l’indicazione generale espressa dal PAI è (...) quella di una ridestinazione al fiume delle aree che gli sono proprie, in quanto sede dei fenomeni idrodinamici correlati ai diversi stati idrologici, e di una riduzione della vulnerabilità delle stesse aree, in rapporto agli insediamenti che sono presenti o che si devono realizzare in futuro. Nelle Fasce A e B è pertanto assolutamente prevalente la funzione idraulica, rispetto alla quale la migliore compatibilità è offerta dalle aree naturali (vegetazione spontanea arborea ed erbacea, superfici di acque lentiche, aree prive di copertura vegetale) e dalle aree agricole. In merito alle infrastrutture e alle opere pubbliche e di interesse pubblico, di conseguenza il PAI indirizza verso criteri generali di localizzazione che puntino ad inserire all’interno delle fasce unicamente quelle opere che, in ragione delle loro specifiche funzioni non possono essere collocate altrove (attraversamenti, opere di derivazione, ecc.). Per tutte le altre tipologie di infrastrutture e opere pubbliche e di interesse pubblico la localizzazione all’interno della Fascia A o B è condizionata alla dimostrazione dell’assenza di alternative di localizzazione al di fuori delle fasce, della sicurezza e della funzionalità delle infrastrutture stesse e comunque alla garanzia che non sia pregiudicata la sicurezza delle persone per quelle a fruizione collettiva” Dunque il PAI è chiaro nell’escludere che le infrastrutture ed opere pubbliche possano essere collocate in fascia A e ciò proprio in ragione dei rilevanti pericoli per la pubblica incolumità connessi alle eventuali piene del fiume. Nel progetto approvato, sia in quello definitivo che in quello esecutivo, non vi è alcuna traccia di motivazione, e neppure un minimo spunto argomentativo in merito alle ragioni che hanno indotto ANAS a localizzare l’opera in Fascia A, su rilevato che riduce la cassa di espansione, circa la supposta mancanza di alternative percorribili, che viceversa sussistono (sede stradale collocata su viadotto , oppure spostamento tracciato a monte ) e che sono state palesemente ignorate, ed ai rischi connessi alla realizzazione dell’opera così come approvata, oggi accentuati dai cambiamenti climatici.Violando il principio di precauzione.(geom. S. Spavetti)