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Sernio ha ricordato il Vescovo Aldo Maria Patroni

CRONACA - 03 06 2023 - Ivan Gambelli

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/Sernio ha ricordato il Vescovo Aldo Maria Patroni

Sabato 3 Giugno, la comunità di Sernio, ha ricordato il proprio concittadino Mons. Aldo Maria Patroni, nel 75esimo dell'ordinazione episcopale e nel 35esimo della morte, con la celebrazione liturgica presieduta dal Vescovo mons. Luciano Capelli in chiesa parrocchiale. 

 

Aldo Maria Patroni nasce a Sernio il 22 settembre 1904 da Patroni Antonio (1871 – 1927) e dall’insegnante Giudici Maria (1871 – 1944), battezzato il 23 settembre nella chiesa parrocchiale dal Parroco don Giuseppe Lazzarini di Teglio. Riceve la Santa Cresima e la Prima Comunione nella chiesa parrocchiale di Sernio a sette anni.

 

Nel 1916 entra nel Seminario Diocesano di Como. In terza liceo passa al noviziato della Compagnia di Gesù a Gorizia. Nel 1922 andò a Chieri (Torino) per lo studio della Filosofia, ma appena terminò il primo anno partì per l’India nella missione di Mangalore. Studente di Filosofia nel Seminario di Mangalore e poi insegnante di Latino, Greco e Storia.

 

Ordinato Sacerdote a Kurseong (India) il 21 gennaio 1934, rientra dopo l’ordinazione in Italia con l’incarico di Rettore del Pensionato Cattolico di Padova. Ripartirà dopo qualche anno per l’India col compito di insegnante, Maestro dei Novizi e dal 1947 Superiore della Missione di Calicut.

 

L’8 aprile 1948 Papa Pio XII lo nomina Vescovo di Calicut; riceverà l’ordinazione episcopale a Calicut il 27 giugno 1948 dall’Arcivescovo Mons. Leo Peter Kierkels.

 

Per la prima volta da Vescovo l’8 settembre 1949 visiterà il suo paese natale di Sernio accolto dal suono festoso delle campane della chiesa parrocchiale e delle chiese filiali. Sul portone della chiesa parrocchiale la scritta “Fulgida gloria di Sernio è Sua Eccellenza Mons. Aldo Patroni, Vescovo Missionario”.

 

Il Vescovo Patroni nei 32 anni del suo Episcopato ha contribuito molto nei settori dell'istruzione, della cultura e del servizio sociale. È stato sempre in prima linea per migliorare la vita del suo popolo, migliorando le prospettive di vita. Mons. Patroni ha preso l'iniziativa di tradurre 18 libri liturgici in malayalam per l'utilizzo nelle 11 diocesi latine. Il suo servizio agli immigrati siriani a Malabar non è dimenticato.

 

Partecipò a Roma, nella Basilica di San Pietro, come Padre Conciliare al Concilio Vaticano II durante le sedute ordinarie con Papa Giovanni XXIII e Papa Paolo VI.

 

Nel 1979 presenta le dimissioni per raggiunti limiti di età come richiesto dal decreto conciliare “Christus Dominus” a Papa Giovanni Paolo II.  La Santa Sede le accettò, ma a condizione che rimanesse in carica fino all’avvento del suo successore. La nomina di Mons. Maxvell Noronha, sacerdote diocesano, arrivò nel luglio 1980 e il 7 agosto Mons. Patroni ebbe la consolazione di consacrare il suo successore e di affidargli la cura pastorale della Diocesi di Calicut.

 

L’8 agosto 1980 Mons. Patroni lascia la residenza episcopale, dove aveva vissuto per 32 anni, e si ritira in un appartamento vicino all’Ospedale della Missione.

 

Muore a Calicut il 22 settembre 1988 giorno del suo 84esimo compleanno. Così un giornale missionario scrisse subito dopo la sua morte: “Durante quel giorno numerosi Vescovi, Sacerdoti, Suore e Laici andarono a fargli visita e a congratularsi con lui. Verso sera, appena erano usciti dal suo studio due Vescovi, la Suora che si prendeva cura di lui si accorse che qualcosa di strano stava accadendo al Vescovo, corse a chiamare i due ospiti appena usciti ed essi amministrarono immediatamente l’olio degli infermi. Qualche momento dopo, Mons. Patroni andava in Cielo a completare i festeggiamenti del suo compleanno, dove lo attendevano i suoi predecessori”.

 

I funerali furono celebrati due giorni dopo alla presenza di quindici Vescovi di tre riti della Chiesa Indiana ( il Romano, il Siro – Malabarico Siro – e il MalanKarico), di numerosi Sacerdoti, di Suore e semplici laici. La salma del venerato Pastore riposa nella Cattedrale della Beata Vergine Maria di Calicut ai piedi dell’altar maggiore.

 

Ivan Gambelli

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