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Presi due bracconieri, uno in Valdidentro

CRONACA - 14 12 2018 - Redazione

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/caccia

La stagione venatoria sta volgendo al termine, ma l’attività dei bracconieri in provincia di Sondrio purtroppo non conosce soste.
La scorsa settimana gli agenti del Corpo di Polizia Provinciale hanno portato a termine due brillanti operazioni che hanno permesso, in due distinti episodi, di individuare gli autori di atti di bracconaggio perpetrati a carico di ungulati.


Il primo è stato accertato in data 5/6 dicembre in località “Fochin”, in comune di Valdidentro, dove sono stati rinvenuti  2 caprioli imprigionati nei lacci; uno è stato rinvenuto morto mentre per il secondo si è reso necessario la sua soppressione a seguito dei gravi traumi riportati nel tentativo di divincolarsi dal laccio in cui era rimasto imprigionato. Gli agenti hanno lasciato sul posto l’animale deceduto e hanno tenuto sotto sorveglianza la zona e sono riusciti ad identificare l’autore, almeno per quanto riguarda il capriolo rinvenuto morto. Trattasi di una persona del posto di 84 anni, già noto agli agenti in quanto in passato si era già reso responsabile di fatti analoghi.

 

A seguito di perquisizione domiciliare autorizzata dal magistrato, presso l’abitazione dell’indagato è stato accertato che era in corso la macellazione di un capriolo, presumibilmente quello che gli agenti avevano rinvenuto morto e lasciato sul posto, oltre ad altri lacci costituiti da cordina metallica (tipo quelle che si usano per i freni delle biciclette/motorini) con il nodo scorsoio pronti per essere
impiegati.


L’autore di simile “impresa”, che non ha mai esercitato l’attività venatoria, è stato deferito all’autorità giudiziaria e gli sono stati contestati i reati di:
• esercizio della caccia con mezzi vietati (art. 21 L. 157/92 - ammenda di euro 1.549);
• furto aggravato in danno del patrimonio indisponibile dello stato (art. 624 cp – reclusione da 6 mesi a 3 anni e multa da 154 a 516 euro);
• maltrattamento di animali in quanto per crudeltà e senza necessità ha cagionato la morte di un capriolo (art. 544 ter cp – reclusione da 3 a 18 mesi o la multa da 5.000,00 a 30.000,00 euro).


Il secondo episodio, invece, è stato accertato domenica 9 dicembre in località “vigne della Sassella”, nel comune di Sondrio. Qui gli agenti che si trovavano in servizio nella zona hanno udito dei colpi di fucile provenire dalla zona dei vigneti e hanno potuto osservare un individuo che abbatteva a fucilate un capriolo femmina per poi allontanarsi frettolosamente in direzione di Triasso.

 

Gli agenti si sono appostati nei pressi del luogo dove è avvenuto l’abbattimento dell’animale rinvenendo altresì, nelle immediate vicinanze, un secondo capriolo maschio morto, anch’esso abbattuto a fucilate. Dopo circa due ore lo stesso individuo è ritornato sui suoi passi senza fucile per recuperare il capriolo femmina. A quel punto gli agenti lo hanno bloccato e identificato: si tratta di un cacciatore sessantaduenne residente nella frazione di Triasso, abilitato all’esercizio venatorio per la specializzazione lepre e selvaggina migratoria.

 

A lui è vietato abbattere ungulati, oltre al fatto che alla data del 9 dicembre la caccia agli ungulati era chiusa. A questo va aggiunto che per l’abbattimento dei due caprioli il soggetto in questione ha impiegato munizione spezzata (cartucce a pallini) che sono vietate per la caccia agli ungulati. L’autore del crimine è stato deferito all’autorità giudiziaria e gli sono stati contestati i reati di:
• abbattimento e cattura di esemplari di tipica fauna stanziale alpina (capriolo) della quale è vietato l’abbattimento (art. 30 L. 157/92 ammenda fino a euro 3.098)
• esercizio della caccia con mezzi vietati (abbattimento di ungulati con munizione spezzata. Art. 21 L. 157/92 ammenda fino a euro 1.549)

 

Inoltre l’autore di questo secondo episodio di bracconaggio incorre anche nei provvedimenti disciplinari previsti dal regolamento provinciale per la caccia di selezione agli ungulati, che stabilisce l’esclusione per 10 anni dalle cacce di specializzazione (ungulati – Tipica Alpina – Lepre) e in zona di maggior tutela per i cacciatori che esercitano la caccia agli ungulati senza relativo permesso.

 

Il bracconaggio di per se è una attività ignobile e crudele che oggi non trova più alcuna giustificazione. Lo è ancora di più quando per catturare gli animali si impiegano mezzi, quali i lacci, che provocano lesioni e sofferenze che comportano una lunga e penosa agonia fino a causarne la morte.

 

Il Presidente della Provincia di Sondrio
Elio Moretti

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