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Peace and Love

CRONACA - 20 07 2018 - Mauro Cusini

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Una ventina di anni fa, è stata costruita una strada, sulla montagna dove ho la fortuna di avere una piccola baita. Molti sapranno della presenza, in un lavoro ad appalto pubblico, del "contrario". Questa figura aveva il compito di vigilare sull'esecuzione a regola d'arte dei lavori che l'ente dava in esecuzione alle ditte. Nel nostro caso era un capomastro in pensione che, come parecchi se ne conoscono, oltre ad essere un bravo operaio aveva una grande stima di se stesso.  

 

I lavori avevano come principale attore un ragazzo giovane e determinato, socio della ditta aggiudicataria, il quale, a testa bassa portava avanti il tracciato della strada agrosilvopastorale. I due personaggi, che vi ho appena accennato, collaboravano, visto che l'anziano capomastro viveva sulle pendici della montagna e dunque aveva tutto l'interesse che il lavoro fosse portato avanti nel migliore dei modi, e il ragazzo aveva un operaio a costi ridotti.

 

Qualche cosa deve essere andato storto. Il rapporto tra le due persone si è deteriorato per questioni logistiche, di cui non saprei riferire. Però  ho avuto modo di assistitere ad un episodio che mi ha fatto riflettere e che tutt'ora ritengo valido su più fronti. "Non è Tua la montagna, non è Tua. Te l'ho già detto più di una volta". Questa frase, proferita con tono risentito dal giovane operaio all'indirizzo dell'anziano collaboratore, raccoglie l'essenza (parere personale e del tutto opinabile) del rapporto che alcune persone hanno con "le Cose" che ereditatiamo dal passato.

 

La presunzione di essere i custodi inoppugnabili della Storia, i fermi sostenitori di una tradizione, che non ha bisogno alcuno di essere difesa, perchè le cose nascono, crescono e inesorabilmente muoiono. Si aggrappano a precetti atavici senza saper discernere il vecchio dal nuovo che avanza, lentamente ma avanza.

 

Se la Basilica della Madonna di Tirano è anche un museo e il viaggiatore che entra ad ammirarla non necessariamente si deve genuflettere. non necessariamente si deve togliere il cappello. Non necessariamente deve avanzare per linee rette ortogonali. Le lamentele per il turista che cammina a testa all'insù nel tempio del Signore suonano come il brontolio del vecchio capomastro montanaro, e io mi sento di dire: non è Tua la Chiesa! Se la Storia si fosse fermata a Carlo Borromeo ci sarebbero meno teste e meno cappelli. E questo si che sarebbe stato un dramma. 

 

Mauro Cusini

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