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L’orgoglio per un Paese pulito

CRONACA - 11 02 2017 - Méngu

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/pulizia tirano

Ho letto sul giornale on-line “Intorno Tirano” due articoli con fotografie che facevano notare alcuni particolari, di certo non tollerabili, riguardo la pulizia della nostra bella cittadina. Se il giornale on line Intorno Tirano vuole, anzi deve essere “l’ anima parlante “ della nostra cittadina, occorre però vedere e descrivere ambedue i lati della medaglia .

 

Per far ciò e per parlare a ragion veduta ho dedicato mezza giornata a gironzolare per le nostre vie. Dirò subito che Tirano è una bella ed elegante città. Lo dice un anziano che l’ha vista crescere giorno per giorno con i suoi pregi, i suoi difetti , con gli elogi ma anche con le aspre critiche sulle cose fatte dalle Amministrazioni che si sono succedute in questi anni.

 

Per prima cosa incomincerò con il dire che un paese pulito “dipende” anche da noi. Ho detto che “dipende” anche da noi partendo dal presupposto che tutti gli addetti ai lavori di pulizia e di raccolta rifiuti facciano il loro sacrosanto mestiere con coscienza e affezione poiché fare il netturbino, o come si dice oggi “ l’operatore ecologico “ , personalmente lo giudico un lavoro di pari dignità del politico o dell’insegnante o di qualsivoglia mestiere. Ed è anche di responsabilità in quanto lo sporco infesta e porta malattie. Poi dirò che anche la perfezione non esiste. Il “ tutto bene“ non si trova nemmeno in natura, figuriamoci nelle nostre cose e persino in noi stessi. Forse se ci denudiamo e osserviamo con cura il corpo troveremo qualche neo sulla pelle, qualche pelo in più, o qualche filo di cellulite e via dicendo.

 

Orbene, chi di noi non ha cura del proprio corpo, del proprio abito e va in giro con una camicia lercia o con una macchia di grasso sui pantaloni da far ribrezzo ai passanti? Il titolo di “ barbone“ io credo piace a pochi. E nemmeno quello di “sciatta“. Quale signora va in giro scapigliata o con le calze rotte? Se una persona è sporca e puzzolente si cerca di girarle alla larga. La pulizia però non è collegata alla ricchezza personale. Il vestito anche rattoppato ma pulito non è segno di disordine, a volte è segno di povertà, parsimonia e di umiltà.

 

Ho gironzolato, come ho detto, tra le vie di Tirano con la testa bassa, non cercando portafogli smarriti, ma guardandomi a destra e a sinistra con estrema attenzione. Ebbene ho notato, è vero, qualche cartaccia per terra, qualche bottiglia nelle fioriere. Erano cartacce però di volantinaggio che ormai dilagano e traboccano in ogni zona dalle nostre buche delle lettere e che il vento e il tempo disperdono e accartocciano. Ho notato tanti scontrini di parcheggio qua e là per terra . Ho visto alcune bottiglie di birra abbandonate da qualche nottambulo bevone, qualche escremento di cane i cui padroni sono meno educati del loro amico a quattro zampe.

 

Il fatto più deplorevole l’ho veduto nei mozziconi di sigarette che dilagano tra il porfido delle strade, dei viali. Ricordo che il “mozzicone“ di sigaretta inquina il territorio ed è di difficile ricupero quando si insidia e si incastra tra le fughe dei masselli in porfido. Essi vanno raccolti uno per uno a mano! Chi butta la “ cicca “ per terra , fa grande danno alla comunità . Faccia l’atto civile e lo posi negli oppositi contenitori o se lo metta , spento , in tasca per poi smaltirlo a casa. Ma io credo che tutto questo faccia parte di quella “anormalità “ che detestiamo in una qualsiasi cittadina e che, soltanto con buona volontà di tutti si possano mantenere l’ordine e la pulizia, giorno per giorno.

Questo controllo visivo che io ho fatto non costa fatica, anzi fa bene alla salute, e credo che i nostri Vigili Urbani lo facciano, a piedi, giornalmente prendendo nota di tutto e passando le consegne “agli addetti alle pulizie”.

 

Ora permettetemi un ricordo di gioventù, sempre collegato all’ordine della cittadina. Negli anni ‘ 50 Tirano era più piccola. Si abitava in maggior parte nelle contrade vecchie e la parte residenziale era minima. I viali di Madonna di Tirano non erano in porfido e non ricordo aiuole. E non ricordo nemmeno tante cartacce tra i ciottoli delle strade. Ricordo invece due o tre netturbini che chiamavamo “spazzini” ( ma non con disprezzo) con il loro carretto con ruote da bicicletta e con bidone in lamiera e scopa fatta di ramaglie che pulivano le strade. Cartacce per terra? Poche. Bottiglie di birra e lattine per le strade? Inesistenti. Mozziconi di sigarette tra il selciato? Mah, mi sbaglierò, ma ne ho visti pochi. Cacche di cane nelle strade ? Ma va là, che non racconto storie! Semmai vedevo qualche “ sciota” e “ bagulùn “ di cavallo che qualcuno si affrettava a raccogliere per portare nell’orto.

 

I cani allora erano guardiani di case, vacche e pecore e i gatti mangiatori di topi e i più robusti e affamati anche di pantegane. MI rendo conto che la mia opinione può essere opinabile da alcuni, ma sono certo che tante persone sono orgogliose se il loro paese è pulito. Dunque, a mio parere, Tirano è un Paese alquanto pulito e gradevole con frazioni graziose e ben tenute. Proprio così! Tirano è affollato da molti turisti d’ogni nazione. E’ un bel paese “miracolato” turisticamente dalla stupenda Basilica di Tirano, dal Trenino Rosso del Bernina, dai bei palazzi storici, dalle corti antiche e da un Castello costruito ai tempi di Ludovico il Moro che domina sulla città al pari d’un balcone posto al decimo piano. Non da ultimo dal bel fiume Adda che attraversa al pari d’una freccia la cittadina, una cittadina posta come nel concavo d’una mano tra alti monti, gradevole, accogliente e con dei vini e una gastronomia di altissima qualità.

 

Ecco allora che le osservazioni fatte sul giornale di cui mi riferivo all’inizio sono fatte per amore della nostra cittadina. Si dice che “l’appetito vien mangiando” e questo appetito, nel nostro caso sono la miglioria e l’ordine. Si può fare di più? Sì, e qui entra in ballo il Cittadino. Come? Cose semplicissime e di poco lavoro. In Tirano ci sono bei negozi con stupende vetrine, bar e alberghi accoglienti, case di prestigio con bei giardini, stupendi terrazzamenti di vigneti, belle selve di castagno, frazioni antiche con ristoranti che propongono cibi autoctoni e da sogno. Ma, se a volte, come ho citato poc’anzi, per qualche sventura, ci si può imbattere in qualche cacca per terra, qualche carta di promozione e di pubblicità trascinata dal vento, arrotolata e sgualcita dal tempo, o nei mozziconi di sigaretta buttato per terra da chi ha bevuto un bicchiere di troppo, noi benpensanti possiamo con buona volontà (guanti e paletta) raccogliere e buttare nell’apposito bidone di raccolta. Una seccatura ? Può darsi, ma facendo così abbelliamo ciò che è nostro e il nostro contorno di attività.

 

Però non vorrei essere frainteso. I patti devono essere chiari tra cittadino e chi si occupa del servizio ecologico e del mantenimento dell’ordine della città. Questo “servizi “ fatto dal cittadino può essere fatto quando l’operatore ecologico non può intervenire per i più svariati motivi, per esempio, i giorni di festa o di riposo concordati o quando “l’oscenità e la lordura“ offende la dignità del paese o deteriora l’immagine di una attività commerciale. Quante volte ho visto in Tirano proprietari di negozi pulirsi il pezzetto di territorio innanzi alla loro attività. Quanti volontari (alpini, studenti ,associazioni ecc.. ecc.) ho visto intraprendere queste iniziative. Personalmente stimo più questi volontari che l’uomo e la donna seduti nella panchina pulita magari d’altri, con il telefonino e l’auricolare nelle orecchie per sentir musica. Certo, si può fare l’uno e l’altro, ma chi tiene pulito il proprio territorio tiene ordinato molte volte anche se stesso.

 

E se il nostro giardino di casa è sporco, ancorché sia proprietà privata, chi transita fuori e nei pressi penserà che il proprietario è all’estero forse malato e forse morto. Si può anche pensare: tale giardino e tale casa sono in disordine forse come le persone che vi abitano. Tutto sommato, quello che voglio dire, è che l’ordine della nostra città , al giorno d’oggi, è pane quotidiano, poiché Tirano vive anche di turismo. Grazie per aver letto questa mia opinione.

 

Méngu

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