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La solitudine dei preti

CRONACA - 30 03 2023 - Guido Monti

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'Ci sono uomini soli perché hanno studiato da prete. Dio delle città e dell'immensità magari tu ci sei e problemi non ne hai, ma quaggiù non siamo in cielo e se un uomo perde il filo è soltanto un uomo solo'. Così cantavano i Pooh col brano dal titolo 'Uomini soli' che vinse il Festival di Sanremo nel 1990. Già, anche i preti sono uomini e a volte avvertono la solitudine che si crea attorno a loro nello svolgimento delle delicate funzioni pastorali. Non mancano esempi a noi vicini e recenti che devono indurre a una doverosa e attenta riflessione ogni fedele.

 

La vita dei sacerdoti è un servizio a favore della comunità che rispecchia lo spirito cristiano del sacrificio per il bene di tutti, e chi è osservante lo interpreta in una logica umana che però non dovrebbe discostarsi da quella evangelica. Ognuno nella propria vita quotidiana è chiamato a dedicarsi al prossimo in qualche misura, anche solo con piccoli ma significativi gesti di altruismo. Troppo facile demandare l'incarico a qualcun altro e restarsene in disparte senza curarsi di nulla e, anzi, lasciandosi andare di frequente alla critica e al pregiudizio. L'attenzione, l'interesse e la partecipazione al bene comune dovrebbero essere patrimonio comune dei compaesani, ma troppo spesso non è così e l'inazione e l'indifferenza finiscono per prevalere a dispetto della solidarietà. E i primi a rimetterci sono i giovani, lasciati allo sbando e alla ricerca di punti di riferimento. Le nostre generazioni sono cresciute all'oratorio, dove c'era un coadiutore che si prendeva cura delle sue pecorelle in via di formazione e trasmetteva principi e valori rimasti indelebili nel corso dell'esistenza. 

 

Ma oggi i ragazzi cos'hanno? Il bar, la discoteca e qualche ritrovo con i coetanei riempiono il vuoto di luoghi di aggregazione e di condivisione dei propri bisogni. Spesso i teenager non trovano adeguate risposte alle loro esigenze né in famiglia né a scuola e vagano alla ricerca di un appiglio sicuro. Ma gli stessi adulti non sono esenti da malesseri esistenziali e da costanti insoddisfazioni personali, e i preti medesimi - uomini pure loro, non va dimenticato - si trovano spiazzati in una società che ha perso il senso di appartenenza ad una realtà da condividere e si chiude in se stessa anziché aprirsi all'esterno. I diversi e i non conformisti ne fanno le spese, anche se vestono un abito talare, e soffrono in un silenzio che tuttavia diventa assordante per chi ha la sensibilità adatta a  comprendere i loro problemi.

 

I laici sono pertanto chiamati a scuotere le coscienze assopite e ad assolvere delle responsabilità di cui non possono e non devono farsi carico sempre e soltanto i religiosi abbandonati a se stessi. Che sia la buona volontà a prevalere e non il menefreghismo o, peggio ancora, la più o meno consapevole ignavia.    

 

Guido Monti

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1 COMMENTI

30 03 2023 11:03

Méngu

Gentile Guido, il tuo pensiero è anche il mio, e mi permetto di aggiungere qualche cosa, non certamente di intensità profonda come hai espresso nell’articolo. Il mondo riserba ogni giorno e per ognuno di noi un piatto amaro. Questo piatto amaro ce lo condiamo ogni giorno noi con le nostre stesse mani. L’egoismo prevale, il pensiero è debole in molti di noi. I Potenti, quelli che veramente comandano, hanno capito che bastava dare ai giovani un telefonino in mano, una pizza serale, due ore al bar, magari una macchina e sarebbero stati accontentati e resi “neutri e neutrali” in ogni cosa. Così hanno fatto! I Sacerdoti, certo sono a volte uomini soli, e questa solitudine la si sente e la si vede in chiesa. Spesso i fedeli, quando sentono le lunghe e solite prediche sonnecchiano e sbadigliano, fortunatamente con rispetto e cercando di non farsi notare. Certa gente la vedo annoiata quando esce di chiesa. I preti anziani, nei loro sermoni, dicono quasi sempre le stesse cose con aggettivi altisonanti mentre i giovani vorrebbero sentire esporre problemi attuali di Vita. Ma il “ bel tacere non fu mai scritto” e non guasta mai per non esporsi alle critiche. Meglio seguire l’onda accomodante del Mondo. Certi preti che ho conosciuto io, non erano soli, ma sempre in lotta con la società non giusta e con sermoni che lasciavano il segno anche fuori della chiesa. Insomma, ognuno sta o cerca di ritirarsi nel proprio buco e se a volte fa capolino ecco che vi sono Politici, Amministratori che stoppano, magari non degnandoti di un colloquio o rispondere alla tue domande o ai tuoi interrogativi. Furbetti ! Hanno capito che il confronto è difficile e magari non sono preparati a risolvere i problemi reali di ogni giorno. Insomma, caro Guido, come diceva Bartali: “ è tutto da rifare ! “. Rifare non sarà facile, in un Mondo dove ormai si pensa che ognuno deve farsi gli affari suoi (per non dire la parolaccia…. ) e appena un individuo si è preso, o forse strappato una scranno per comandare, quello non lo riconosci più , cambia spesso colore e odore politico, diventa camaleonte a secondo come “ mettere la giornata “ . Non sono solo i preti che si sentono soli, ma è, a mio parere, spesse volte anche il comune cittadino e quello che si fa sentire, o alza la mano a ragione veduta, se non appartiene al giro “ del fumo” , quello rimane solo e soletto come un Cucù e gli tolgono persino il saluto. E’ un Mondo bizzarro ma l’abbiamo plasmato noi. I vecchi, con un piede nella fossa, potrebbero dire sconsolati ai giovani “come avete fatto la minestra, ora mangiatela. “ Io aggiungo: purtroppo sarà così! La vita è una lotta continua, per aver qualcosa occorre sudare e guadagnarsela. Nessuno ti dà niente per niente, se non i tuoi cari.