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La morte di monsignor Tullio Viviani: il ricordo di un grande prevosto

CRONACA - 07 02 2020 - Ivan Bormolini

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/monsignor Tullio Viviani
@ Le campane di San Martino

(Di I. Bormolini) Domani, sabato, non sarà una data qualsiasi per la storia recente di Tirano. In tanti certo non si ricorderanno dell'anniversario della morte di don Tullio. Egli ci lasciava l'8 febbraio 2006, dopo una malattia che lo aveva provato nel fisico, ma mai sino all'ultimo, nella sua vicinanza ai parrocchiani ed ai tiranesi.

 

Ricordo bene, come se fosse ieri, la camera ardente nella Sala di San Martino e Biblioteca Storica: vi era un semplice registro, che definisco diario. Alla fine di quelle giornate di veglia, di ricordi, quello scritto, conteneva una vastità di messaggi che sconfinavano tra preghiera, gratitudine e stima, verso un buon uomo e uno zelante prevosto.

Come scordare i solenni funerali celebrati in quella che era la sua casa, ovvero la nostra parrocchia. Era venerdì 10 febbraio 2006. Tutta la comunità tiranese era lì ed anche molti giunti da altri luoghi, dove don Tullio, aveva seminato del bene. Tutti erano stretti attorno a quella bara assieme ai sacerdoti che avevano concelebrato quell'ultimo saluto.

Vibrante e densa, era sta l'omelia del Vicario Generale della Diocesi di Como Monsignor Bedetti, don Tullio, partiva poi per quell'ultima destinazione terrena il nostro Campo Santo, dove oggi riposa assieme ad altri sacerdoti nella tomba che la comunità parrocchiale ha riservato loro.

 

Voglio qui soffermarmi su alcuni ricordi che ho di don Tullio.

Tornava a Tirano agli inizi dell'estate del 1997, lasciando il precedente incarico di parroco a Rebbio, anni prima era stato vicario presso il nostro oratorio.

Da subito si era capito che don Tullio aveva molti progetti da realizzare: da buon pastore in primo luogo, mai aveva fatto mancare la sua forte presenza e la sua preghiera a tutti noi, famiglie, ragazzi, malati ed anziani. Ovunque fosse richiesta la figura del prevosto lui c'era senza indugio alcuno, non si tirava mai indietro, la sua forte volontà cristiana, la sua voglia di stare tra le persone era contagiosa, ne condivideva momenti lieti e difficili. Il tutto lo aveva portato ad essere un amico fraterno dei tiranesi.

Sacerdote dalle grandi doti, era stato chiamato dal Vescovo a guidare le tante attività della nostra zona pastorale nelle vesti di vicario foraneo.

Grande era stata la sua attenzione verso il nostro santuario Mariano e notevoli le decisioni prese anche su questo fronte.

 

Nel 1988, per citare un esempio, Papa Giovanni Paolo II aveva indetto l'anno Mariano, in quell'occasione don Tullio promuoveva una processione per il trasporto del simulacro della Madonna di Tirano dal santuario alla parrocchia, dove sul sagrato di piazza San Martino veniva concelebrata una Santa Messa dai sacerdoti parrocchiali, dai religiosi Guanelliani e dai frati Servi di Maria. Era stato quello un segnale forte che don Tullio aveva impresso per l'unità della parrocchia.

In tale ambito, oltre ad altri eventi e celebrazioni, sono certo che in moltissimi ricorderanno la storica processione del 29 settembre 2004 che chiudeva quella giornata inaugurale del Cinquecentenario dell'Apparizione.

Aveva espresso il desiderio che su tutti i balconi e finestre della nostra comunità vi fossero dei lumini accesi ad indicare in ogni luogo quella processione. Così era stato, durante il percorso processionale, la nostra città, la frazione di Madonna erano un brulicare di lucine, piccoli fuochi tenui nel loro piccolo ma che assieme rappresentavano degnamente non solo il grande evento del Cinquecentenario, ma il forte messaggio di don Tullio e di una comunità unita nella devozione.

 

Al termine di quella processione, un don Tullio già provato dalla malattia, pronunciava davanti ad un'enorme folla convenuta un discorso capace di entrare, parola dopo parola, nell'animo di tutti, ve ne riporto una parte:

Grazie Maria di questa giornata. Guarda cosa stiamo combinando nel luogo dove hai posto i piedi. Stiamo facendo una grande cosa: sentiamo dentro l'animo lo stesso messaggio che Mario ha sentito 500 anni fa. Porta una luce di fede dentro, Mario non ha trattenuto quel momento straordinario, l'ha comunicato subito perchè tutti lo potessero condividere. Oggi Maria ci dice le stesse cose di allora.

Grazie Maria che hai permesso ai nostri avi di costruire questo bellissimo santuario che visto in questo momento al chiarore di luna è fin troppo bello. Ti chiediamo ora un altro miracolo, che tu ci dia la possibilità di erigere un'altra Chiesa fondata sull'unità dei cristiani”.

Eccolo… il vero significato di quei lumini... Porta una luce di fede dentro.

 

Ora, vi voglio parlare di un don Tullio “edificatore” se mi si vuole perdonare il termine. Oltre alla fede ed alla devozione, egli aveva ritenuto consono investire per conservare e valorizzare il patrimonio storico ed artistico della parrocchia.

Tra le opere sotto la sua guida, non va scordato l'oratorio parrocchiale e il cinema Mignon, i tanti interventi nella parrocchiale di San Martino, presso la chiesa di San Rocco a Madonna di Tirano, nella chiesa del Sacro Cuore vicina all'oratorio ed ancora, nell'oratorio di San Pietro, posto di fronte alla chiesa parrocchiale, nelle chiese dell' Angelo Custode e di Sant' Agostino, sino alla bella chiesa di Trivigno, non scordo nemmeno le opere presso la parrocchiale di San Pietro Martire a Baruffini di cui era parroco.

Questi frangenti, che ho citato quasi frettolosamente, comunque vanno classificati come importantissimi e onerosi dal punto di vista economico, grazie anche ad altri associazioni ed enti, con i quali don Tullio ha collaborato, consentono oggi di godere di un ampio patrimonio ben conservato e tutelato. Mi piace ricordare anche due altre opere che don Tullio ha voluto con fermezza e determinazione. Li considero due grandi regali, oltre agli altri, che questo grande sacerdote ci ha voluto lasciare.

Sto parlando della biblioteca Storica Parrocchiale di San Martino, il suo ultimo dono ai tiranesi e della pubblicazione del volume sulla storia della collegiata tiranese. Un testo quest'ultimo, scritto da Gianluigi Garbellini e William Marconi, impreziosito dalle fotografie di Ivan Previsdomini, che anche ai giorni nostri, non deve essere considerato come un semplice libro, ma a mio pare come una ricca fonte di ricerca e conoscenza straordianariamente condotta. Un evento editoriale che si colloca tra i più profondi e ricchi nella lunghissima storia e vicende della chiesa locale.

 

 

FONTE: LE CAMPANE DI SAN MARTINO. SPECIALE PER DON TULLIO PARROCO DI TIRANO 1987-2006. EDIZIONE SPECIALE APRILE 2006. FOTOCOMPOSIZIONE E STAMPA TIPOGRAFIA PETRUZIO SRL TIRANO.

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