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Il Morelli e il ritorno alla normalità

CRONACA - 26 07 2021 - Ivan Bormolini

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(Di I. Bormolini) Sinceramente, se solo penso allo scorso anno di questi tempi e non ultimo alla famosa manifestazione di Sondalo di fine agosto che aveva raccolto una massiccia presenza di persone, i dubbi sul futuro dell'ospedale Morelli di Sondalo mi assalivano, gli stessi erano fonte di ampia e anche giusta preoccupazione da parte della nostra gente che ha sempre visto nell'ospedale sondalino una risorsa veramente non di poco conto, direi spesso insostituibile.

 

Personalmente ho sempre apprezzato qualsiasi tipo di intervento propositivo al fine di giungere ad una soluzione che tutelasse l'ospedale nella sua completa operatività.

Certo è che dalla famosa presentazione del Piano del Politecnico di cose ne sono successe ed è perfettamente inutile stare qui ad elencarle una per una. Ritengo e lo già ribadito più volte dalle pagine di questo giornale ed anche dal mio profilo Facebook, che se si parla di sanità di montagna, la riorganizzazione di questa non può non passare dall'ospedale di Sondalo.

Quello che oggi forse con troppa faciloneria lessicale viene chiamato presidio, ha fatto la storia della sanità nella nostra valle ed ha scritto con ampi contributi parte di quella nazionale e anche internazionale, questo è avvenuto nel passato ed anche recentissimamente. E' perfettamente inutile negarlo che con il Covid, il vecchio leone è tornato a ruggire e lo ha fatto in modo egregio grazie a spazi e personale di assoluta eccellenza.

Ci si è chiesti più volte nei mesi passati cosa ne sarebbe stato di questo ospedale dopo il Covid, la preoccupazione più forte tra le persone di un ampio bacino di utenza che va dal tiranese sino a Livigno, era quella il tutto si sarebbe trasformato in una sorta di ospedaletto incapace di dare quelle risposte fornite prima della pandemia.

In alcune occasioni ho cercato di dar voce proprio alle istanze della nostra gente, sino a quando qualche mese fa ho deciso di ascoltare il personaggio politico additato da molti come la causa di tutti i mali del Morelli ovvero l'Assessore regionale Massimo Sertori, ho voluto toccare con mano a che punto eravamo e quali erano le reali intenzioni di Regione Lombardia.

Dopo alcuni colloqui telefonici intercorsi tra me e l'Assessore Sertori, è nata l'idea di mettere nero su bianco le sue opinioni, valutazioni e le sue intenzioni su come procedere in merito alla sanità di montagna, al tema delicato dell'Emergenza-Urgenza e quindi sulla scottante situazione dell'ospedale Morelli.

 

La lunga intervista da lui rilasciata in esclusiva al nostro giornale, di fatto ha aperto le porte ad una serie di fatti non di poco conto che ci hanno condotto allo stato attuale: la famosa mozione del Consiglio Regionale, la visita dell'Assessore regionale al Welfare e Vicepresidente di Regione Lombardia Letizia Moratti, hanno costituito un insieme di fattori che assieme ad altri di fatto hanno portato alla svolta, oggi infatti vi sarà la tanto attesa delibera regionale che riporterà al Morelli la Neurochirurgia, la Chirurgia toracica, quella vascolare ed il Centro trauma di zona.

Tutto questo è stato annunciato dallo stesso Sertori nella giornata di venerdì assieme ad alcune delucidazioni in merito al volo dell' Elisoccorso H24 ed anche non dimentichiamolo, al primo finanziamento pari a 120 milioni di euro per i presidi ospedalieri della nostra provincia, una serie di interventi per i quali sono in fase di esecuzione gli studi di fattibilità.

A questo punto c'è da ben sperare, perchè grazie al ridimensionamento delle ospedalizzazioni da Covid, il tutto, ovvero il ripristino delle funzionalità del Morelli allo stato precedente alla pandemia si rende fattibile e attuabile a breve. Questo, visto il ritorno delle tre specialità al Morelli, dal mio punto di vista deve suggellare anche la piena operatività del Pronto Soccorso inteso come DEA di Secondo Livello.

Sertori, nel comunicato di venerdì ha toccato anche un altro tema che da anni è ampia fonte di problematiche ovvero il personale sanitario e quindi le difficoltà di reclutamento dello stesso. Certo questo è un problema regionale e nazionale, ma che si è acuito in Valtellina.

Rimane fondamentale - ha ribadito Sertori - trovare una soluzione per il reclutamento del personale, coinvolgendo le università, ma anche valutando, con sindaci ed enti locali, possibili soluzioni per alloggi calmierati atti a fungere da incentivo.

 

Per il momento con il prossimo e tanto atteso ritorno della tre alte specialità al Morelli con quello che auspico come un riattivamento delle piene funzionalità del Pronto Soccorso e non dimentichiamo la grande valenza dell'Unità Spinale Unipolare che è un reparto fondamentale e di richiamo nazionale, penso si possa tirare un primo sospiro di sollievo. Certo però nell'intera partita della sanità di montagna ci sono ancora alcuni punti organizzativi che vanno messi sotto la lente, ma di questo o meglio della mia opinione ne parlerò prossimamente. Nel frattempo W il Morelli, un'eccellenza storica tanto nel passato quand'era il Villaggio Sanatoriale tanto in tempi recenti, ma soprattutto nel presente e in un futuro da disegnare con lungimiranza all'interno di una sanità di montagna che come ho spesso ribadito deve calzare a pennello con le esigenze sanitarie di noi valtellinesi e valchiavennaschi. Forse percorrendo una determinata strada si avrà una prima soluzione al problema del reclutamento del personale medico ed anche non scordiamolo al tasso di fuga di molti pazienti locali, un fatto quest'ultimo che implica non poche preoccupazioni agli stessi pazienti ed alle loro famiglie.  

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