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Gli aceri dalla “brutta cera”

CRONACA - 27 08 2019 - Méngu

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/aceri tirano

Coloro che amano passeggiare sui viali che portano alla Basilica di Madonna di Tirano e al Campone avranno notato che molti aceri hanno una brutta cera, le loro foglie sono rinsecchite ,vischiose e fuligginose. Alcuni aceri sono ormai secchi e da togliere per la sicurezza dei passanti e del traffico veicolare.

 

L’anno scorso, qualcuno ricorderà, che su alcuni tronchi di aceri dalle foglie rinsecchite c’era infisso un tronchetto metallico tondo con un tubicino collegato ad una sacca simile a quella d’una flebo. Quelle piante erano malate e l’Amministrazione comunale si è preso cura di risanarle. Quel tronchetto metallico infisso all’albero non era altro che il terminale contenente un lungo e resistente ago che spinto con forza a battiti era penetrato sino al midollo della pianta. La sacca di “ flebo “ posta sopra e allacciata con una bretella conteneva la medicina che penetrando nella linfa della pianta l’avrebbe poi guarita. Il meccanismo mi era apparso chiaro ma non mi era chiaro il perché della malattia della pianta. Poco più avanti avevo notato un foglio appeso ad un tronco di un acero che dava la spiegazione.

 

Gli aceri malati erano stati “ attaccati “ dagli afidi, parassiti che provocano danni alla pianta succhiando la linfa sino a farli morire. Ora, vedendo molti alberi ancora in tale situazione di malanno, mi sono chiesto se quella cura è stata appropriata e gli alberi trattati si sono risanati o perlomeno sono in via di guarigione. Ho anche notato che alcuni aceri che costeggiano i viali dalla piazza Marinoni fin alla prima curva del Campone, sono colpiti dalla malattia. Non sono in grado di dire se il trattamento fatto agli aceri l’anno scorso abbia migliorato la situazione. Spetta a chi compete valutare lo stato di fatto allo scopo di procedere al risanamento del nostro “ verde “ pubblico. Il cittadino può solo constatare e udire la “voce di popolo “su tale problema...

 

Alcuni, nel vedere lo “scempio“  dicono: “Andrà bene anche quel trattamento di risanamento effettuato l’anno scorso ma quei poveri aceri sono inquinati da mille e mille scarichi di gas di macchine e camion”. Gli aceri presso lo stradone si alimentano d’acqua impregnata con una miscela oleosa e biancastra pregna di idrocarburi depositati sull’asfalto e che penetra nel terreno. Gli aceri sono tosati continuamente dai teloni dei camion e continuamente sono martoriati dalle vibrazioni del suolo. Come possono avere una “ bella cera “ se posti in tal posto? Si vede chiaramente che quelli presso lo stradone sono i più colpiti. Alcuni aggiungono con fare speranzoso: “ E’ probabile che si risaneranno quando ci sarà la tangenziale e il traffico sarà decimato“. Ma, per me e ogni giorno è una amara visione vedere morire lentamente e rinsecchire aceri che hanno fatto ombra fin dalla mia gioventù.

 

Méngu

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