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5+1 = 6 minuti di silenzio

CRONACA - 01 01 2020 - Ezio (Méngu)

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/basilica madonna di tirano

L’anno scorso erano stati 5, quest’anno sono stati 6 . Un minuto di silenzio in più ogni fine anno. Così ha “tuonato “ il signor Rettore del Santuario nella S. Messa delle ore 18.00 di fine anno.

 

Eravamo in duecento. Duecento teste pensanti, non dormienti. Pochi i giovani, forse loro erano in preparazione per il grande fracasso e baldoria di mezzanotte. In quei sei minuti di silenzio, “ regalati “ dal Rettore, mi è sembrato, che ognuno di noi fosse partito, con il pensiero , per la propria tangente.

 

Incredibile ! E’ stato un miracolo, forse di secondo o di terzo grado, ma nessun squillo di telefonino ha turbato quello spazio vuoto. Il buonsenso ha spento quell’arsenale elettronico postmoderno. Quel silenzio, quel vuoto, per me, non è mai stato così pieno. Pieno di pensieri che si sono innalzati come bolle in 200 universi paralleli, ognuno diverso dall’altro, ma così uguali nello sguardo dei fedeli verso l’altare dell’unico Dio. Quel silenzio era pieno di preghiera, più d’un sermone a braccia alzate e a suon di “megafono” come spesso sento. Quel silenzio, pieno di teste chine, di respiri sottili, lasciava spazio a mille pensieri, a mille pentimenti, a mille propositi forse sinceri, forse di circostanza ma che in quel momento erano pregni di impegno comune, cioè quello di far silenzio assoluto e ascoltare la propria coscienza. Passati i 5+1=6 minuti , l’ultimo secondo è stato inchiodato al suono della campanella. “Chi si è addormentato ora si svegli”, ha di nuovo “ tuonato “ il Rettore. Poi ha aggiunto “siete stati contenti?”. Nessuno ha scosso la testa e il Rettore mi è parso soddisfatto. Di sicuro ha scodellato quel silenzio per la nostra salute spirituale ed è stato come un trapano nel cuore della gente. E’ stato come una punta al widia di meditazione che è entrata nelle ossa. Balle, mi par di sentir dire da chi legge e che non era presente. Non credo proprio! Credo proprio che la vera fede sia piena di momenti di silenzio personale e assomigli al tormento di Sisifo. E’ un macigno che spinto in cima alla montagna con fatica poi ricade in valle e di nuovo va spinto in su con sudore e patimenti. Forse sarebbe meglio dire “ Padre mio non ti comprendo , ma spero in Te “ che dire “ Signore sei come un libro aperto, per me”. La fede personale mai è certa, solo il silenzio dà la forza di capire questo e aiuta a sentire la propria coscienza.

 

La pace con se stessi è pregna di silenzio.

Bene! Uomo avvisato, mezzo salvato! Nell’anno prossimo i minuti di silenzio in questa S. Messa di fine anno saranno: 5+1+1 = 7. Il timore però (l’ha detto il Rettore) è che lui non si inchiodi in quel servizio per molti anni, poiché sembra sua ferma intenzione aggiungere ad ogni anno di permanenza un minuto in più. Raggiunto il 30° minuto, mi sembra di poter dire che uscendo dalla chiesa, almeno in quel caso, ognuno ricordi nel proprio animo, quel momento di pace. E se qualcuno si sarà addormentato, poco male poiché un vecchio proverbio recita: chi dorme non pecca.

 

Ezio (Méngu)

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