MENU
/shopping online

Spesa di domenica e shopping online: come la pensano i tiranesi?

ECONOMIA E POLITICA - 10 10 2018 - Ivan Bormolini

CONDIVIDI

/supermercato

(Di Ivan Bormolini) Fino a qualche anno fa anche a Tirano fare la spesa di domenica, così come nel resto del paese, era impensabile. Durante l'estate, a Madonna di Tirano, da giugno a settembre, i negozi erano aperti, così come avviene attualmente; per il resto dell'anno, per riempire il carrello occorreva organizzarsi durante la settimana oppure il sabato.

 

Essendo questa una testata online, a livello redazionale ci siamo interrogati sul fenomeno della spesa domenicale e sulla ormai moda degli acquisti tramite le varie piattaforme online. La nostra intenzione è quella di capire, tramite i vostri commenti su questo argomento, anche tramite la nostra pagina Facebook, la vostra libera opinione. Vorremmo comprendere qualcosa in più su queste tendenze commerciali.

 

Nel 2011 il Governo guidato da Mario Monti, rimasto in carica sino al 28 aprile 2013, mediante il famoso Decreto Salva Italia, liberalizzava l'apertura dei negozi eliminando qualsiasi vincolo. Dunque, moltissimi italiani hanno approfittato del fatto di potersi recare nei supermercati o negli ipermercati per fare la spesa nei giorni festivi.

In Europa, in sedici paesi membri dell'Unione Europea su ventotto, sono consentite le aperture domenicali senza o con pochissime limitazioni. Nei restanti dodici paesi membri, fra cui Francia e Germania, ci sono restrizioni in materia con vari gradi di severità.

 

Attualmente, il vicepremier e Ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico, Di Maio, ha portato avanti l'idea del Movimento Cinque Stelle che, tradotta in numeri, prevede di non aprire i centri commerciali e altri negozi che hanno aderito alla liberalizzazione per quaranta domeniche sulle cinquantadue di un anno.

Apriti o cielo, si è scatenato un ampio movimento di opinione tra i favorevoli ed i contrari. Stando ad un recentissimo sondaggio realizzato da una nota azienda di sondaggi circa un mese fa, la cosiddetta spesa libera vede favorevoli il 56% degli intervistati, il 33% è contrario, mentre il restante 11% rimane senza opinione.

 

Ma se la proposta di abolire la liberalizzazione dovesse trovare applicazione entro la fine dell'anno, quali saranno le conseguenze?

Le associazioni di categoria, calcolando che il fatturato domenicale rappresenta il 20% di quello settimanale, si dicono preoccupate per i numeri di coloro che, per questa eventuale scelta, perderanno il posto di lavoro. Confimprese parla di 150 mila posti: non mi sembrano numeri da poco, in un periodo dove le certezze lavorative e professionali sono nuovamente tornate a far preoccupare.

Fare la spesa di domenica, frequentare centri commerciali che offrono anche momenti di socializzazione ed aggregazione è divenuto ormai di moda. E' sempre più una caratteristica delle famiglie italiane di prendere l'auto e recarsi in questi colossi della distribuzione, sia per fare acquisti, sia per mangiare qualcosa, magari di insolito, oppure per godere di momenti di svago, spettacolo e altre forme di intrattenimento. Perché dunque limitarne le aperture domenicali?

 

Alcuni autorevoli componenti di questo Governo arrivano a dire: "Questa moda o fenomeno rovina le famiglie". Cosa si intende per rovinare le famiglie? Io personalmente ritengo che siano ben altri i fattori che rovinano le famiglie, non certo lo shopping domenicale, oppure chi lavora nei festivi.

 

Altro tasto su cui vorremmo indagare sono gli acquisti online. Sembra che anche molti di noi, a Tirano, facciano compere su internet. Parlando con diversi interlocutori ho capito che questa forma di commercio elettronico, tutto fatto in casa, piace. Poi arriva il corriere e il nostro acquisto è a domicilio. Abbiamo risparmiato tempo, abbiamo confrontato diverse offerte su un determinato prodotto, si è scelto il migliore, con il miglior rapporto qualità prezzo. Con la carta di credito abbiamo pagato, ed ecco che ci siamo abituati all' e-commerce. Ovvero una miriade di transazioni generate da una compravendita di beni, oppure servizi, realizzate su internet.

 

Un frontiera ormai avviata: da una parte il così detto commercio fisico e dall'altra quello elettronico. In Italia con l' e-commerce si fanno acquisti per 26,6 miliardi, stando ai dati della fine del 2017, con un incremento del 17% in più rispetto al 2016.

Vi chiediamo dunque di esprimere il vostro parere, su due punti: siete favorevoli o no alla chiusure domenicali dei centri commerciali ed altri negozi?

Ed ancora come la pensate degli acquisti su internet?

A voi la parola.

 

Ivan Bormolini

LASCIA UN COMMENTO:

DEVI ESSERE REGISTRATO PER POTER COMMENTARE LA NOTIZIA! EFFETTUA IL LOGIN O REGISTRATI.

1 COMMENTI

10 10 2018 13:10

Méngu

Caro Ivan, sicuro d’ essere in contraddizione con molti, ti dirò quel che penso. Non mi piace questo sistema di “intrappolare” le persone la domenica e persino nelle ore notturne nei “ moderni arsenali “ dove il consumismo predomina. Non mi piace vedere famiglie intere vagare tra beni quasi inutili e persino dannosi del consumismo sfrenato, dove la roba che si compera è guidata da chi ti vuol far comperare. Mi piace vedere, la domenica o nei momenti liberi, le persone, le famiglie passeggiare con i bimbi nella natura. Mi piace far capire che noi tutti, malgrado la nostra buona volontà, ci stiamo distruggendo. Distruggiamo l’acqua, l’aria , la terra, la nostra casa per un consumismo inutile e dannoso. I nostri bimbi non conoscono più la natura e nemmeno i loro genitori , conoscono a perfezione il bambolotto o la macchina di plastica, il telefonino. Mariti e mogli si riconoscono nei buoni profumi, nei cibi, nell’abbigliamento, nelle macchine dai mille gadget, ma non conoscono se stessi , e non sanno trasmettere cultura, educazione civica, non sanno trasmettere la grandiosità di una Fede, ma solo il calcolo di ciò che costa e ciò che si può comperare con i soldi. C’è poca comunione nei supermarket , se non per parlar di cibo, di cose da comperare, o sentir musica che ti propongono come oche in un pollaio. Non condivido questo modo d’essere e di vivere dove i ragazzi, purtroppo sono più ignoranti di un tempo nel pensiero “ forte “ e si sciacquano i panni nel pensiero “debole” voluto magari artificiosamente da altri, concedendo a prezzo conveniente e a suon di spot ciò che a lungo andare si rivela un danno. Perciò io dico: passiamo meno tempo in questi “ paradisi “ di cose quasi inutili e più tempo conoscendo la natura, relazionandosi l’un l’altro con la calma e la dolcezza che la natura ci offre . Lasciamo un mondo non di platica e artificiale , lasciamo invece un mondo di cultura dove la cultura e la fede servono alla propria anima e al proprio spirito. Difficilmente troverete queste cose nel bailamme del consumismo frenato. Questo è quello che penso io, sicuro però che le nuove generazioni, purtroppo non condivideranno. Ma ricordiamoci bene : noi padri e noi nonni ,se lasciamo un mondo disastrato ai nostri figli o nipoti moriremo angosciati da un peso terribile sulla coscienza. In ultima analisi : mi fanno grande pena vedere carrelli pieni di cibi, dove la gran parte andrà nella spazzatura e donne e uomini con la pancia talmente grossa da passare con sforzo nelle transenne dove c’è la cassiera che fa di conto !!! Il danno è doppio, sia per la salute delle persone che per la Sanità che deve poi curare le malattie dovute all’obesità.