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RILANCIO TURISMO: "OFFRIRE IN CHIAVE MODERNA UNA STORIA ALPINA"

ECONOMIA E POLITICA - 17 01 2015 -

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Prosegue il nostro approfondimento sul settore turistico locale a tu per tu con gli opinion leader valtellinesi e valchiavennaschi. Siamo andati a trovare Mirko Dolzadelli, segretario dal 2012 della CISL di Sondrio, che rappresenta, con 30.000 soci, la maggiore organizzazione sociale operante in provincia di Sondrio, fondata nel 1950. Che momento sta attraversando il nostro turismo? I problemi sono legati soprattutto alla difficoltà che il territorio incontra nel rimodulare l’offerta turistica in base alle mutate esigenze e bisogni dei turisti rispetto a quello che offrono Valtellina e Valchiavenna, nel trovare nuove ricette per valorizzare le risorse. Si fatica ad uscire dalla logica del turismo di massa, legato al monopolio della neve. Chi viaggia oggi cerca cambiamenti delle proposte anche all’interno del segmento neve, come trekking e ciaspolate ad esempio, ma chiede la disponibilità anche di altre attività in questo senso. La viabilità viene spesso addebitata come causa principale dei problemi, condivide? Il problema è sotto gli occhi di tutti, ma non è l’ostacolo principale, prima a mio parere viene l’offerta limitata, sia temporalmente, che per la mancanza di diversificazione della stessa, senza dimenticare l’incapacità di fare rete del territorio. Siamo la montagna più vicina a Milano, ma nelle aree metropolitane scelgono sempre più spesso altre zone più lontane. Bisogna iniziare a chiedersi il perché. La viabilità è comunque anche di transito, non solo di arrivo. Nello specifico quali sono pregi e difetti della nostra offerta turistica? Dentro le grandi potenzialità del territorio non vedo pregi acquisiti. Valtellina e Valchiavenna si trovano tra il Lago di Como e l’Engadina, due luoghi conosciuti in tutto il mondo, quindi basterebbe identificarsi come la loro terra di mezzo. Il grosso pregio lo vedo nella ricchezza che offriamo dal punto di vista paesaggistico e culturale, con particolare riferimento alla nostra storia. Dal punto di vista ambientale c’è davvero di tutto, si passa dalla zona umida del Pian di Spagna ai 4.000 metri del Bernina, in mezzo due splendidi parchi naturali come quello delle Orobie e dello Stelvio. Passando ai difetti vedo purtroppo incapacità nel valorizzare la cultura alpina, negli ultimi 50 anni ci siamo spogliati della nostra identità, finendo troppo spesso per essere percepiti come periferia di un’area metropolitana. Tutto questo a causa del depauperamento delle risorse ambientali, attraverso la cementificazione del fondo valle, ma anche per la mancanza di un’animazione di carattere culturale a valorizzazione del patrimonio storico della provincia. Manca ancora il passaggio dal turismo di massa a quello di qualità. Non si riesce ad andare oltre i 78 campanili comunali, non si fa rete, manca una promozione turistica culturale con strategia di condivisione. Fondamentale sarebbe formulare un calendario eventi unico e non, come ora, di infinite sovrapposizioni. Bisognerebbe chiedersi prima di tutto la valenza di ogni singolo evento organizzato, perché non tutto fa turismo. L’enogastronomia deve essere alla base di una valle alpina che vuole riscoprire la propria identità in chiave moderna, ma la perdita di tipicità l’ha depotenziata. Per leggere l'intervista completa visita www.valtellinamobile.it/dolzadelli-cisl-sondrio-offrire-chiave-moderna-una-storia-alpina/.

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