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Petrolio ai massimi, Coldiretti Sondrio in allarme

ECONOMIA E POLITICA - 27 10 2021 - Redazione

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Salgono ancora i prezzi dei carburanti che schizzano anche in modalità self service a 1,746 euro al litro per la benzina, a 1,608 euro per il gasolio e a 0,826 euro per il Gpl, quando l’85% dei trasporti commerciali avviene per strada, con un effetto valanga sulla spesa e un aumento dei costi di trasporto oltre che di quelli energetici. E’ quanto afferma la Coldiretti Sondrio, sulla base dei dati settimanali del ministero della Transizione Ecologica sugli effetti del record dei prezzi di gasolio e benzina. L’aumento è destinato a contagiare l’intera economia perché se salgono i prezzi del carburante si riduce – sottolinea l’organizzazione agricola – il potere di acquisto degli italiani che hanno meno risorse da destinare ai consumi, mentre aumentano i costi dell’energia per imprese e famiglie, che si fanno ancor più pesanti nella nostra provincia montana, dove il clima è ovviamente più rigido nel periodo autunnale e invernale.

 

L’aumento è destinato a contagiare l’intera economia perché riduce il potere di acquisto dei cittadini e delle famiglie, ma aumentano anche i costi che gravano sulle  imprese agricole.

 

“Gli effetti sono a valanga anche in provincia di Sondrio, in particolare per le attrezzature a supporto del funzionamento delle stalle – carri miscelatori, ma non solo – e, più in generale, i mezzi di lavorazione agricola impegnati anche nelle fasi di trasporto e lavorazione.  Con l’avvicinarsi dell’inverno, costerà molto di più anche mantenere a temperatura l’acqua necessaria per abbeverare i nostri animali”  rimarca il presidente di Coldiretti Sondrio Silvia Marchesini.

 

Il rincaro dei costi energetici non risparmia neppure i costi di produzione nella filiera agroalimentare come quello per gli imballaggi, dalla plastica per i vasetti dei fiori all’acciaio per i barattoli, dal vetro per i vasetti fino al legno per i pallet da trasporti e alla carta per le etichette dei prodotti che incidono su diverse filiere, dalle confezioni di latte, alle bottiglie per olio, succhi e conserve.

 

“Il risultato è che, in molti casi, si paga più per il costo della confezione rispetto che per il contenuto. In questo contesto – continua Marchesini – servono interventi strutturali per dotare il paese di una riserva energetica sostenibile puntando sulla filiera del biometano nel quale l’agricoltura italiana è all’avanguardia e che può contribuire al raggiungimento dell’obiettivo europeo del contenimento delle emissioni”.

 

Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) rappresenta in questo senso un’opportunità importantissima per il pieno sviluppo del potenziale offerto del settore del biometano agricolo con l’obiettivo di arrivare alla produzione del 10% di gas rinnovabili nella rete del gas nazionale.

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