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Parolo: Rappresentanza a rischio con il taglio dei Parlamentari

ECONOMIA E POLITICA - 28 01 2020 - Redazione

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/ugo parolo

Oggi il Parlamento ha votato all’unanimità la mozione, a prima firma Parolo, per indirizzare l’azione del Governo sui temi delle politiche per la montagna. “Desidero innanzitutto ringraziare il Ministro Boccia e gli altri colleghi parlamentari che hanno presentato analoghe mozioni, permettendo una discussione in aula sui temi della montagna e delle aree interne. È la prima volta che avviene nella Legislatura e, a prescindere dai contenuti delle mozioni, di per se questo è il vero valore aggiunto dei provvedimenti oggi votati in vista degli Stati generali della montagna, convocati per il prossimo venerdì.”

 

Prosegue Parolo: “Nel mio intervento, a nome del gruppo della Lega, che seguiva quelli fatti in discussione generale dai colleghi Aurelia Bibisutti e Mirco Badole, ho voluto evidenziare tre principi fondamentali che ritengo prioritari ancor prima delle varie misure legislative, amministrative o di natura fiscale che si possano proporre: la rappresentanza, la fiducia e la specificità”.

“Il tema della rappresentanza – specifica meglio il Deputato lombardo - è fondamentale per far sentire la voce delle aree montane e marginali ma viene minato dalle scelte del Legislatore, non da ultima la riduzione del numero dei Parlamentari, che nei fatti, e in assenza di azioni correttive, toglieranno rappresentanza a territori molto ampi ma scarsamente abitati”.

 

“Il secondo aspetto, quello di “fiducia”, è stato completamente dimenticato nel nostro Paese, per colpa della stessa politica che, nell’intento di riacquistare quella dei cittadini, ha dipinto un corpus normativo sempre più burocratico e complesso, fra leggi anticorruzione di ogni genere, autorità, garanti, leggi per prevenire presunti reati ipotizzabili, piuttosto che operare concretamente per far funzionare il paese; nei fatti, così facendo, la Politica si è autodelegittimata perché si è completamente dimenticata che lo stato, innanzitutto, deve avere fiducia nei suoi concittadini. - prosegue ad argomentare il Deputato - Occorre ristabilire un vero patto di fiducia reciproco fra Stato e Cittadino affinché si possano semplificare le regole di convivenza, far crescere la consapevolezza e il senso di appartenenza, ovvero bisogna tornare a fare Comunità. E, in montagna, questo concetto è ancora più necessario perché lo “stato padrone” viene vissuto come una insopportabile imposizione che mortifica ogni iniziativa”.

 

Chiosa Parolo nel suo intervento di fronte al Governo: “Le politiche per la montagna devono essere ispirate al senso di comunità, al reciproco fidarsi perché tanti strumenti, se lasciati esclusivamente in mano alla burocrazia, creano effetti di segno contrario, diventano ostacoli alla permanenza delle popolazioni in montagna, esattamente come sta avvenendo. Per fare degli esempi concreti, la VAS affidata in via esclusiva alle burocrazie, quasi sempre, cancella il lavoro di confronto e di mediazione con i territori nei piani e nei programmi, oppure la strategia nazionale per le aree interne, ottimo strumento, vanificato da regole burocratiche centralizzate e uniformi, o, ancora, il concetto di paesaggio che per il cittadino di montagna è solo sinonimo di vincoli assurdi e irragionevoli mentre per lo Stato lo strumento con cui esercitare la sua forza senza curarsi delle aspettative delle comunità locali. Tutti esempi concreti che raffigurano quanto sia necessaria cambiare il paradigma”.

 

“L’ultimo concetto che ho toccato – conclude Parolo - è quello che riguarda la specificità: non si deve parlare di “montagna” ma di “montagne”, al plurale, perché non esiste la montagna italiana, così come non esiste la montagna lombarda o sicula, ogni montagna, ogni vallata, ogni territorio è differente dagli altri e le risposte più appropriate non possono che essere diversificate, secondo i vari bisogni. Nei fatti, l’omologazione culturale, il centralismo, la deresponsabilizzazione locale e l’uniformazione delle politiche hanno contribuito, più ancora che le insostenibili politiche fiscali, alla desertificazione dei territori e alla fuga dei giovani. Una politica per la montagna per essere efficace ed accettata deve essere strutturata in maniera specifica su ogni territorio, attraverso un reale autogoverno. Esiste idealmente un triangolo in cui competono tre forze ai vertici: lo Stato, il Mercato e i Territori: in montagna più che altrove il triangolo si è schiacciato comprimendo il lato dei territori fino quasi a cancellarli nelle loro peculiarità e culture. Queste sono le riflessioni che mi sono sentito di affidare all’aula e al Governo, confidando che possano concretizzarsi  sin dai prossimi provvedimenti.”

 

IL TESTO DELLA MOZIONE

La Camera,

   premesso che:

    lo Stato italiano è caratterizzato da una significativa presenza di territori montani, le cui specificità geomorfologiche, climatiche e ambientali si riflettono ampiamente negli aspetti culturali e socioeconomici: nonostante questo, tali aree vengono gestite perlopiù senza distinzione dal resto del territorio, secondo criteri uniformi e improntati alle esigenze delle zone a maggior densità di popolazione e ai principali centri urbani, localizzati nelle pianure;

    la presenza delle popolazioni nei territori montani è conseguentemente resa difficile non solo dalle note criticità naturali, ma soprattutto da un inadeguato impianto normativo e da una complessa e incomprensibile gestione burocratica che incide su ogni tipo di attività svolta;

    il territorio di montagna è un patrimonio collettivo la cui salvaguardia impone scelte onerose che generano costi ecosistemici che ad oggi gravano esclusivamente sulle comunità che lì vivono; tali costi vanno puntualmente determinati e condivisi, in un'ottica di sussidiarietà, in modo equo nella fiscalità generale;

    ciò ha determinato negli anni, salvo casi limitati, una progressiva insostenibilità economica e l'abbandono delle attività svolte in zona montana e delle risorse che, in essa presenti, possono costituire nuova ricchezza, se opportunamente gestite;

    lo spopolamento oggi affligge soprattutto le località più periferiche e i nuclei abitati più piccoli che, da sempre, sono anche presidi imprescindibili per la gestione del territorio, prevenendo i danni e i costi, anche in termini di vite umane, generati dall'abbandono;

    anche le conseguenze derivanti dai «cambiamenti climatici» obbligano ad avviare una seria riflessione sia sui modelli di sviluppo sinora praticati che sulle risorse naturali, a iniziare da quelle idriche, nell'interesse della collettività;

    sulla montagna oggi si deve ritrovare una nuova consapevolezza, oltre che dei suoi limiti, anche delle potenzialità, attraverso progetti sfidanti, sostenibili e concreti e una crescita culturale che non può che passare attraverso la consapevolezza e la responsabilità diretta di chi la abita e vive;

    occorre pervenire ad uno sviluppo sostenibile, fondato su un rapporto equilibrato tra i bisogni sociali, l'attività economica e l'ambiente, constatando che il paesaggio svolge importanti funzioni di interesse generale, sul piano culturale, ecologico, ambientale e sociale e costituisce una risorsa favorevole all'attività economica, e che, se salvaguardato, gestito e pianificato in modo adeguato, può contribuire alla creazione di posti di lavoro, consapevoli che coopera all'elaborazione delle culture locali e rappresenta una componente fondamentale del patrimonio, culturale e naturale, contribuendo così al benessere e alla soddisfazione dei cittadini;

    il 31 gennaio 2020, il Ministro per gli affari regionali e le autonomie ha convocato una seduta plenaria degli «Stati generali della montagna» e si ritiene opportuno che il Parlamento, tramite la presente mozione, segni alcuni punti di visione strategica sul tema, anche al fine di orientare l'azione del Governo in materia,

impegna il Governo:

1) ad utilizzare, nella definizione delle politiche per la montagna, un approccio improntato alla fiducia e alla responsabilizzazione delle popolazioni residenti nelle terre alte, adottando le iniziative di competenza per avviare conseguentemente una concreta semplificazione e diversificazione delle regolamentazioni rispettosa delle specificità territoriali;

2) ad indirizzare le azioni delle politiche per la montagna, secondo i seguenti principi strategici, adottando iniziative, per quanto di competenza, in maniera coordinata con le regioni e le province autonome, volte a:

   a) ripensare al governo del territorio montano partendo dalle caratteristiche e dalle risorse e vocazioni intrinseche, cercando così di riformulare i rapporti tra le «montagne» e il resto del territorio, con l'obiettivo di favorire la permanenza e il ritorno dell'uomo, nonché la gestione appropriata delle risorse, finalizzata alla generazione di servizi sostenibili e di «qualità» per la collettività;

   b) definire delle idonee modalità di riconoscimento, nei processi decisionali collettivi, delle istanze di chi popola le aree montane e le presidia affinché i provvedimenti adottati non si declinino in mere elargizioni per le aree «marginali», ma facciano parte di un piano strategico di valorizzazione e di sviluppo;

   c) promuovere una reale sinergia tra Governo e istituzioni territoriali, locali, regionali finalizzata ad incrementare la competitività nella progettazione e nell'acquisizione di fondi europei, anche tramite le strategie macroregionali;

   d) attuare un reale riconoscimento della specificità montana e assumere iniziative normative dedicate, affinché gli interessi delle popolazioni montane siano efficaci, valutando forme di rappresentanza derivanti, oltre che dalla consistenza numerica, anche dall'estensione del territorio;

   e) valutare la definizione di compensazioni e di strumenti perequativi atti a ricompensare la funzione di salvaguardia degli equilibri e di gestione territoriale, anche per la prevenzione del dissesto idrogeologico, svolta da chi abita la montagna, poiché la manutenzione del patrimonio, il suo presidio e la tutela devono essere considerati servizi erogati a vantaggio dell'intera collettività;

   f) riconoscere che il paesaggio, elemento importante della qualità della vita delle popolazioni, rappresenta un processo di trasformazione derivante dalle interazioni tra l'ambiente naturale e le attività antropiche e, quindi, per la sua tutela e manutenzione devono essere garantite condizioni di sostenibilità economica per le attività con esso compatibili, nonché che lo stesso costituisce un fattore chiave del benessere individuale e sociale, la cui salvaguardia, gestione e pianificazione disegnano una determinata parte di territorio, così come è percepita dalle popolazioni insediate;

   g) promuovere interventi preventivi per evitare o mitigare dissesti idrogeologici, intensificando il monitoraggio, la sistemazione di corsi d'acqua e di versanti instabili;

   h) promuovere provvedimenti atti a favorire il «restare in montagna» e l'insediamento di attività imprenditoriali di giovani nei settori di massima vocazione territoriale, quali l'agricoltura, il turismo, l'utilizzo delle risorse forestali, le produzioni artigianali e agroalimentari tradizionali e altro, in maniera tale che il modello di impresa in montagna possa beneficiare di uno snellimento burocratico e di procedure specifiche e semplificate, valutando anche azioni di agevolazione del prelievo fiscale, tenuto anche conto dei disagi spesso cagionati ai sistemi informatici da condizioni climatiche avverse e da carenze infrastrutturali legate all'impervietà di alcune aree montane;

   i) rivedere i parametri quantitativi minimi che, ad oggi, in maniera uniforme su tutto il territorio nazionale, determinano la composizione delle classi presso i livelli di istruzione dell'infanzia, primaria e secondaria di primo grado, non considerando i limiti demografici che affliggono le aree montane, posto che la presenza nei centri di montagna delle scuole è elemento essenziale per la loro vita, stimolo indispensabile a non abbandonarli;

   j) difendere i presidi commerciali e artigianali dei territori più piccoli, attraverso l'incentivazione e la valutazione di iniziative normative volte a introdurre misure fiscali di vantaggio per favorire le microattività nei piccoli centri;

   k) garantire l'erogazione di servizi essenziali alla popolazione residente (a partire da sanità, trasporti, istruzione, poste e telecomunicazioni) per contrastare il fenomeno dello spopolamento e dare vita a un percorso di nuova attrattività, tenuto conto che tali servizi devono essere organizzati, pensati, finanziati, strutturati per un territorio difficile, poco popolato e vasto, anche attraverso scelte coraggiose e innovative, evitando di applicare modelli di territori urbanizzati, ma sfruttando anche innovazioni tecnologiche che, abbattendo le distanze, consentano di comunicare, formarsi ed informarsi a basso costo, limitando gli spostamenti o anche favorendo la riconversione di strumenti esistenti e forme innovative di trasporto pubblico;

   l) individuare modalità di gestione dei proventi derivanti dallo sfruttamento delle risorse naturali presenti a vantaggio prioritario e diretto della popolazione residente, in forma di sgravi e/o compensazioni fiscali, attraverso una reale attuazione dei servizi ecosistemici;

   m) porre una particolare attenzione ai temi forestali e agrosilvopastorali, con riferimento alla gestione del bosco e del territorio, mediante strumenti di valorizzazione della filiera bosco-legno e del valore aggiunto dell'agricoltura di montagna, tramite il superamento della frammentazione fondiaria, del problema dei terreni incolti ed abbandonati, in particolare quelli di proprietà privata, e il sostegno alle nuove realtà associative di valorizzazione del territorio;

   n) riconoscere la tutela alla sentieristica, anche valutando modalità di semplificazione delle responsabilità per i fruitori della montagna e per i gestori di rifugi, tramite la valorizzazione della loro funzione di pubblico servizio;

   o) sostenere che le professioni della montagna siano legate sia alla fruizione invernale che estiva della stessa.
(1-00316) «Parolo, Molinari, Andreuzza, Badole, Basini, Bazzaro, Bellachioma, Belotti, Benvenuto, Bianchi, Billi, Binelli, Bisa, Bitonci, Boldi, Boniardi, Bordonali, Claudio Borghi, Bubisutti, Caffaratto, Cantalamessa, Caparvi, Capitanio, Castiello, Vanessa Cattoi, Cavandoli, Cecchetti, Centemero, Cestari, Coin, Colla, Colmellere, Comaroli, Comencini, Covolo, Andrea Crippa, Dara, De Angelis, De Martini, D'Eramo, Di Muro, Di San Martino Lorenzato Di Ivrea, Donina, Durigon, Fantuz, Ferrari, Fogliani, Lorenzo Fontana, Formentini, Foscolo, Frassini, Furgiuele, Galli, Garavaglia, Gastaldi, Gava, Gerardi, Giaccone, Giacometti, Giglio Vigna, Giorgetti, Gobbato, Golinelli, Grimoldi, Guidesi, Gusmeroli, Iezzi, Invernizzi, Latini, Lazzarini, Legnaioli, Liuni, Locatelli, Lolini, Eva Lorenzoni, Loss, Lucchini, Maccanti, Maggioni, Manzato, Marchetti, Maturi, Minardo, Molteni, Morelli, Morrone, Moschioni, Murelli, Alessandro Pagano, Panizzut, Paolini, Patassini, Patelli, Paternoster, Pettazzi, Piastra, Picchi, Piccolo, Potenti, Pretto, Racchella, Raffaelli, Ribolla, Rixi, Saltamartini, Sasso, Stefani, Sutto, Tarantino, Tateo, Tiramani, Toccalini, Tomasi, Tombolato, Tonelli, Turri, Valbusa, Vallotto, Vinci, Viviani, Raffaele Volpi, Zicchieri, Ziello, Zoffili, Zordan».

(20 gennaio 2020)

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