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Lockdown, lettera dell’Unione al Prefetto perché le regole vengano rispettate da tutti

ECONOMIA E POLITICA - 13 11 2020 - Unione Cts

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La recrudescenza della pandemia pone oggi più che mai la necessità di misure il più possibile idonee a prevenire l’ulteriore diffusione del contagio e fa dunque leva sul senso di responsabilità di ciascuno. Un messaggio che la stragrande maggioranza dei cittadini e, tra di essi, pubblici esercenti, ristoratori e piccolo commercio al dettaglio hanno recepito adeguandosi, seppure dolorosamente, alle ulteriori restrizioni. Ci troviamo dunque di fronte a nuove regole, purtroppo spesso confuse e di difficile interpretazione, rispetto alle quali l’Unione del Commercio e del Turismo ha già avuto modo di evidenziare la propria contrarietà. 

 

Purtroppo c’è qualcuno che, in questo scenario di disorientamento tra i cittadini e talvolta anche tra le stesse istituzioni, non esita a ‘cavalcare’ la confusione, con un’interpretazione per così dire ‘originale’ delle regole. E se a parlare fosse Alessandro Manzoni con tutta probabilità non esiterebbe a paragonare questa situazione a quella descritta nel suo celebre romanzo storico, in cui Don Rodrigo dettava legge, imponendosi. Se confrontata al capolavoro dell’illustre scrittore, la vicenda odierna ha un sapore meno articolato e senza alcun risvolto romantico, non è ambientata nel Seicento e sulle sponde lariane, ma purtroppo riguarda la provincia di Sondrio ai giorni nostri.

 

Il riferimento è, in particolare, al rispetto delle disposizioni governative e regionali secondo le quali, come in tutti i negozi, anche negli esercizi della grande distribuzione possono essere venduti esclusivamente i prodotti alimentari e di prima necessità, di cui all’allegato 23 dell’ultimo Dpcm (l’elenco è disponibile anche sul sito dell’Unione all’indirizzo www.unione.sondrio.it).

 

Sempre per evitare assembramenti di persone, nei giorni festivi e prefestivi è stabilita la chiusura di tutti i centri commerciali, con la sola eccezione degli esercizi di farmacia, parafarmacia, tabaccai, edicole e punti vendita di generi alimentari.

Un altro tema sensibile concerne gli spostamenti. Anche a tale riguardo vi è qualcuno che ha dato un’interpretazione ‘disinvolta’ delle limitazioni in atto, sostenendo che ci si possa spostare liberamente da un Comune all’altro. Eppure, al riguardo, le disposizioni normative in vigore non danno adito a dubbi, come ribadito del resto da una recente Faq della Presidenza del Consiglio dei Ministri, che, alla domanda: «È possibile fare la spesa in un comune diverso da quello in cui si abita?», risponde che «È possibile spostarsi in altri comuni solo ed esclusivamente per comprovate esigenze lavorative, di necessità o per motivi di salute. Laddove quindi il comune non disponga di punti vendita, o sia necessario acquistare con urgenza generi di prima necessità non reperibili nel comune di residenza o domicilio, lo spostamento è consentito solo entro tali stretti limiti, che dovranno essere autocertificati». 

 

In questi momenti così difficili e delicati, anche improvvide e irragionevoli disparità come quella sopra illustrata toccano nel vivo e feriscono nel profondo i piccoli commercianti della nostra provincia, che, a ragione, si sentono beffati per l’ennesima volta. Per questo motivo, l’Unione del Commercio e del Turismo ha scritto al Prefetto, consapevole che Sua Eccellenza si è da sempre dimostrata sensibile al rispetto delle regole da parte di tutti, senza distinzione tra piccoli e grandi. 
 

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