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Concorso dei formaggi: il Bitto più buono è un affare di famiglia

ECONOMIA E POLITICA - 13 10 2019 - Redazione

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/Vaninetti-Nonini-Del Curto

I casari sono diversi ma il produttore è soltanto uno e ha realizzato una doppietta: Del Curto Farm, l’azienda di Gianmaria Del Curto, 27 anni, con sede a Piuro, ha vinto per il miglior Bitto dell’anno e per quello del 2018, entrambi prodotti a Crotto Val di Lei. Sul gradino più alto del podio per la categoria più prestigiosa del concorso dei formaggi è salito Stefano Nonini, 20 anni, di Novate Mezzola, diplomato all’agrario. Il miglior Bitto del 2018 è stato giudicato quello prodotto da Riccardo Vaninetti, 35 anni, di Cosio Valtellino, diplomato all’agrario: un affare di famiglia, sono tutti cugini. Quest’ultimo si è aggiudicato il premio per il miglior Bitto in assoluto intitolato a Aldo Gusmeroli, indimenticato custode della casera della Mostra del Bitto, consegnato dalle figlie Serena ed Emanuela. Per il Bitto 2019 sono saliti sul podio anche Nicola Bongiolatti della Taiada, alpeggio di Sona, in Valtartano, e Vincenzo Besseghini, alpeggio Valdisacco, nel comune di Grosio. Per il Bitto del 2018, Omar Bertolini, alpeggio Pala, in Valtartano, è giunto secondo e Francesco Gurini di Baita Noa, alpeggio Prei in Valdidentro, terzo. Il formaggio che ha ricevuto il punteggio più alto fra tutte le categorie è il Valtellina Casera di 300 giorni e oltre prodotto dalla Latteria Sociale Valtellina che ha vinto il premio “Roberta Lodi”.

 

Alla Mostra del Bitto ieri sera è stata festa grande per produttori, casari e allevatori, perché alla premiazione del concorso dei formaggi è stata abbinata quella del Festival della razza bruna. Paolo Fognini, di Talamona, 17 anni compiuti ad agosto, iscritto all’istituto agrario, ha vinto il premio intitolato a Battista Nonini per il casaro più giovane. Da tre anni svolge lo stage estivo presso l’azienda di Onorato Bertolini, all’Alpe Lemma, in Val Tartano, e la scorsa stagione gli è stata affidata la produzione.

 

Le due commissioni, coordinate dal Consorzio di tutela dei formaggi Valtellina Casera e Bitto, presiedute da Renato Ciaponi, una per il Bitto e l’altra per Valtellina Casera, Scimudin e Latteria, hanno stilato le classifiche dopo aver assaggiato le forme presentate. In contemporanea con il tradizionale concorso, il Consorzio ha collaborato con Onaf e le Guide de l’Espresso coordinando il panel di valutazione per il progetto editoriale “Guida ai formaggi d’Italia” su Bitto e Valtellina Casera. Una ventina in totale gli esperti assaggiatori, alcuni dei quali provenienti da fuori provincia, per una valutazione che ha offerto importanti indicazioni ai produttori. Il livello medio del Bitto è stato giudicato più alto rispetto agli anni passati, al termine di una stagione estiva partita in ritardo ma favorevole dal punto di vista climatico. Proprio quest’anno il Consorzio ha avviato un piano di rilancio con l’obiettivo di migliorare ulteriormente la qualità del Bitto. Per quanto riguarda le altre categorie è stata riscontrata una buona qualità media con la presenza tra i premiati, oltre alle latterie più importanti, di piccole realtà.

 

Nelle tre categorie del Valtellina Casera, a seconda della stagionatura, si sono imposti rispettivamente la Latteria di Chiuro per il formaggio di 70-179 giorni, casari Antonio Durante e Stefano Franzini, la Fiorida di Mantello per quello di 180-299 giorni, casaro Sergio Angelini, e la Latteria Sociale Valtellina per quello stagionato, casaro Francesco Miotti. Nella prima categoria sono saliti sul podio anche Latteria Sociale Valtellina e Fiorida, nella seconda Latteria di Chiuro e Roberto Santus di Ardenno, nella terza Latteria di Chiuro e Fiorida. Per lo Scimudin la vittoria è andata alla Latteria Sociale Valtellina, casaro Alessandro Invernizzi, al secondo posto la Fiorida e al terzo la Latteria di Chiuro. Nella categoria riservata al Latteria si è imposta la Fiorida, casaro Sergio Angelini, seguita da Latteria di Chiuro e azienda agricola “La vigna” di Chiavenna, casaro Claudio Grassi.

 

La cerimonia di premiazione ha coinvolto anche il Festival della razza bruna, andato in scena nel pomeriggio, organizzato da Aral, l’associazione regionale allevatori della Lombardia. Chicca della Fiorida di Mantello ha vinto il titolo di campionessa assoluta, mentre Kiba Payla dell’azienda Kiba di Dubino è stata giudicata la migliore mammella.

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