MENU

Concessioni, considerazioni sulla proposta di legge regionale

ECONOMIA E POLITICA - 17 03 2020 - Comitato per la razionalizzazione delle linee ad alta tensione

CONDIVIDI

/diga

Come comitato di cittadini ci siamo interessati alla Legge 12/2019 sul rinnovo delle concessioni idroelettriche perché il tema è di fondamentale importanza per il Paese e per i nostri territori. Abbiamo auspicato un percorso di coinvolgimento dei vari attori e delle linee guida, delle richieste per avere in tempo utile una legge chiara, condivisa, ben fatta.

 

Il rinnovo deve diventare un’occasione di sviluppo con elementi innovativi rispetto al passato, con ritorni importanti su ambiente, investimenti, occupazione per non tornare allo schema dello scambio con la sola compensazione economica.

Nell’incontro con la Regione (novembre 2019) abbiamo ribadito le necessità del territorio e richiesto un percorso trasparente nella formulazione della legge.Come vengono coinvolti gli enti locali, in particolare la Provincia di Sondrio con le competenze amministrative dettate dalla LR 19/2015 ed i comuni interessati dalle concessioni? Queste le premesse.

 

Quale il risultato? Una proposta messa sul tavolo all’ultimo momento, non ricevibile.

La giunta regionale il 4 febbraio, a soli 27 giorni dalla scadenza, approva una proposta di legge senza averla discussa in commissione, con le province ed i comuni. Non ci sarà il tempo materiale per un confronto, per recepire le indicazioni, figuriamoci per fare degli approfondimenti sui dubbi che possono nascere. Andrà votata di fretta, sempre che ce ne sia il tempo.

 

Una scelta voluta e meditata della giunta regionale che non è comprensibile, è autoreferenziale, e poco rispettosa degli altri organi del consiglio regionale.

La Regione si avvia ad approvare una legge a maglie molto larghe (si può fare di tutto) che rimanda molte decisioni importanti alla discrezione della giunta e che non dettaglia aspetti importanti. Non vengono nemmeno approfonditi e confutati i dubbi sollevati in varie sedi sulla validità/costituzionalità della legge 12/2019.

Con queste premesse è quasi inutile entrare nel merito e dire, secondo il comitato, quali sarebbero le integrazioni necessarie alla legge per renderla un po’ meno confusa. Desideriamo comunque elencare le nostre idee, quelle già espresse nei documenti e nel decalogo reso pubblico in più occasioni.

 

Siamo interessati ad una legge fatta bene ed immediatamente applicabile che permetta di riassegnare le concessioni con procedure chiare, di garantire un uso rispettoso della risorsa e che contenga tutti gli elementi di miglioramento e compensazione/indennizzo territoriale necessari.

Nella proposta della Regione tutte le opzioni sulla gestione sono aperte e la possibilità di una società pubblico-privato è indagata ma in modo confuso. Come partecipano gli enti locali? Come entrano le risorse dei canoni nel capitale (il 60% almeno è delle province?).

Alla provincia di Sondrio vengono riconosciute le deleghe amministrative? Cioè sarà la provincia ad istruire le pratiche ed assegnare la concessione secondo il bando di Regione Lombardia?

 

Che ruolo hanno i comuni ? Non sono citati.

I criteri di assegnazione poi sono troppo generici e non è apprezzabile il metro dell’offerta economicamente più vantaggiosa. Meglio definire un meccanismo a punteggio con la parte relativa a lavoro, investimenti sulle manutenzioni e compensazioni territoriale ed ambientali con un peso significativo (almeno 40%) rispetto a tutto il resto (aumento di potenza, efficientamento, canoni, etc..).

Carente la parte relativa agli organi di controllo ed alle prescrizioni. Riteniamo che i nuovi concessionari debbano almeno installare i misuratori e fornire in tempo reale sia i dati di prelievo dell’acqua che di produzione.

Su rispetto ambientale, “opere di presa, canali di derivazione, canali di convogliamento, canali in pressione, pozzi piezometrici, vasche di carico e condotte si dice poco”. Chi controlla con quali tempistiche, strumenti e quali le sanzioni?

E’ necessario dettagliare e definire gli organi competenti.

Sulla manutenzione del territorio e sul tema del lavoro riteniamo indispensabile inserire criteri e obblighi molto più restrittivi, magari seguendo le necessità riportate nel documento del comitato:

  • Le soluzioni normative dovranno prevedere per i futuri concessionari non solo il mantenimento dei trattamenti contrattuali attualmente in essere per tutto il personale alle dirette dipendenze, ma anche per tutte le attività rientranti nel perimetro oggetto di concessione, dovranno essere garantiti gli stessi trattamenti economici e normativi. Promuovere un processo virtuoso che partendo dalla formazione (scuola) alla produzione sia in grado di creare anche in Valtellina delle aziende che siano in grado di intercettare le attività terziarizzate dal comparto idroelettrico. Si dovranno inoltre inserire clausole che prevedano progetti pluriennali di interventi a salvaguardia e manutenzione del territorio, offrendo così vere opportunità di lavoro e reddito per aziende locali. Con le sole norme riprese dalla proposta di legge, è del tutto evidente che il tema occupazione corre seriamente il rischio di essere ancora una volta la parte più debole.

  • Quando nel decreto si parla di risanamento ambientale del bacino idrografico e di misure di compensazione territoriale è necessario prevedere dei meccanismi premianti per la manutenzione diffusa. Le Proposte di manutenzione territoriale devono essere allegate al progetto per il rinnovo delle concessioni, poi da condividere col territorio ed eventualmente successivamente modificabili, e contribuire alla valutazione complessiva della proposta assegnando un punteggio maggiore a chi si impegna a garantire maggiori risorse finanziarie, competenze tecniche ed organizzative su progetti concreti.

 

Comitato per la razionalizzazione delle linee ad alta tensione 

Valtellina-Valchiavenna-Valcamonica

LASCIA UN COMMENTO:

DEVI ESSERE REGISTRATO PER POTER COMMENTARE LA NOTIZIA! EFFETTUA IL LOGIN O REGISTRATI.

0 COMMENTI