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“Bene lo stop a "nutriscore", è fuorviante e rischia di penalizzare i nostri prodotti”

ECONOMIA E POLITICA - 26 11 2021 - Redazione

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“L’istruttoria avviata dall’Antitrust sul Nutriscore è importante per fare chiarezza su un sistema di etichettatura che boccia ingiustamente l’85% del Made in Italy a tavola”. Così il presidente di Coldiretti Sondrio Silvia Marchesini commenta l’intervento dell’Autorità Garante della concorrenza che ha promosso 5 istruttorie sull'uso del sistema di bollinatura fronte pacco denominato NutriScore da parte di alcune società in diversi Paesi europei, Italia compresa.

                                                                                                                                                                                                              

Secondo l’Antitrust il sistema a colori dell'etichetta NutriScore – evidenzia Coldiretti - potrebbe indurre in valutazioni errate sulla salubrità di un determinato prodotto, prescindendo dalle esigenze complessive di un individuo (dieta e stile di vita), dalla quantità e dalla frequenza di assunzione all'interno di un regime alimentare variegato ed equilibrato.   

 

“Le etichette a colori, infatti, – sottolinea il presidente di Coldiretti Sondrio – si concentrano esclusivamente su un numero molto limitato di sostanze nutritive (ad esempio zucchero, grassi e sale) e sull’assunzione di energia senza tenere conto delle porzioni escludendo paradossalmente dalla dieta alimenti sani e naturali che da secoli sono presenti sulle tavole per favorire prodotti artificiali di cui in alcuni casi non è nota neanche la ricetta”. 

 

L’equilibrio nutrizionale non va ricercato nel singolo prodotto “ma nell’equilibrio tra i diversi cibi consumati nella dieta giornaliera e per questo non sono accettabili etichette semplicistiche che allarmano o scoraggiano il consumo di uno specifico prodotto. In questo modo si finisce paradossalmente per escludere eccellenze della Dieta mediterranea, tra cui i formaggi prodotti con il latte munto nelle nostre stalle”.  

                                                                                                                                     

L’Italia si sta muovendo con intelligenza per rafforzare ulteriormente una coalizione a supporto di un sistema armonizzato, che sia diverso dal Nutriscore e che vada a rivedere alcuni dei principi e idee alla base del sistema francese, supportata anche formalmente al momento da Repubblica Ceca, Romania, Cipro, Grecia e Ungheria.

 

Ora la battaglia si sposta in Europa “per evitare un grave danno per il sistema agroalimentare italiano, ma anche valtellinese e chiavennasco proprio in un momento in cui potrebbe essere l’elemento di traino di un piano strategico di internazionalizzazione per far crescere la presenza dei nostri prodotti sui mercati stranieri”.

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