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Un Natale con le palle di colore giallo, arancione e rosso

CULTURA E SPETTACOLO - 15 12 2020 - Ezio (Méngu)

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I quarantenanti nella baita del Mortirolo, seppur isolati a causa della spessa coltre di neve che copriva la natura, strade comprese, con i loto smartphone non cessarono, nei giorni della pandemia di coronavirus, di tenersi aggiornati di cosa stesse succedendo in Valle e nel milanese.

Laggiù nel fondo valle sentivano ogni tanto l’acuto suono delle sirene delle autoambulanze, forse quelle autoambulanze trasportavano del loro amici , dei loro conoscenti e il loro animo era turbato. Per quei ragazzi in baita, circondati da un mondo primitivo e stupendo, privi dei mille suoni non naturali, quel suono delle sirene attutito dalla neve sembrava un grido, un lamento di dannati. Durante il loro isolamento quei giovani erano riusciti a disinserire il “ turbo “ del loro modo di vivere in città. A Milano dove risiedevano, ogni minuto per loro era contato. La società aveva loro insegnato che perdere un minuto di tempo significava partire in seconda , in terza o in ultima fila nella corsa del successo. I loro genitori, sin da piccoli, li avevano obbligati a mille attività rendendoli talvolta bambini schizzati, nevrotici. La loro giornata era stata programmata nei minimi particolari. Dopo una frettolosa colazione, dovevano andare subito a scuola con pesanti sacche di libri. Un breve pasto a mezzogiorno con le calorie contate, poi a lezione di musica, di danza, in palestra, qualche volta a catechismo, poi la sera il film visto in silenzio sul divano con i genitori inebetiti per lo stress lavorativo, oppure soli innanzi al proprio televisore o tablet, fin che sonno li coglieva. Di nuovo al mattino era la solita solfa per quasi l’intero anno. Era una vita sfrenata ma libera. Ora a causa della pandemia di coronavirus e delle innumerevoli restrizioni personali imposte per evitare il contagio, tantissimi giovani e non più giovani si erano sentiti chiusi in gabbia con gravi disagi personali, economici e psicologici. La grande restrizione durò quasi tre mesi. Fu un grande sacrificio per tutti , ma il sacrificio ripagò e il contagio si ridusse quasi a scomparire. Arrivò l’estate, ed ecco che ognuno fu uccel di bosco, ognuno andò per la propria tangente. Subito il contagio si ravvivò furibondo. Si riempirono ospedali e morì molta gente, per giunta la pandemia ora continuava la sua corsa imperterrita. E ecco nuove regole per correre ai ripari. Per non chiudere l’Italia intera come nella prima fase della pandemia, ogni regione assunse un colore per così dire “ pandemico “. Per le Regioni si stabilirono tre colori: giallo, arancione e rosso a secondo della intensità del contagio. Il resto è ormai noto a tutti.

Filippo, il più giovane dei quarantenanti e forse il più ironico, prese la parola e disse: “Secondo me, noi tutti per distinguerci riguardo la pericolosità della pandemia, dovremmo portare appeso al collo un ciondolo con una palla colorata di colore giallo, o di arancione oppure rosso con il logo del coronavirus e della Regione di cui apparteniamo. Così potremmo vedere chiaramente il pericolo cui andiamo incontro e capire se la persona circola in zone che è a lei permessa. Multa feroce a chi sgarra!” Rispose Gianna ghignando: “ Ma come è bravo il nostro Filippo! Il nostro tempo è il tempo delle palle. Palle e sempre di palle parliamo e con le palle ragioniamo. Ora tu mi parli di palle colorate. Ma sì, dai ! Appendiamo pure la palla colorata al collo, una più una meno non fa differenza! Ma per favore, Filippo! Siamo già pieni di palle. Personalmente non ne posso più di sentire immunologhi e virologi in convegni che parlano con linguaggi diametralmente opposti, politici e ministri che dimostrano, innanzi alle difficolta pandemiche , socio economiche e psicologiche una sconcertante incompetenza. A chi possiamo credere ? A che palla possiamo credere ? E’ certo che verrà il giorno di Natale e sarà il giorno venerdì 25 di Dicembre. Questa non è una palla ! Non è certo però di quale sarà il colore della palla della nostra Regione ! Sarà gialla, arancione o rossa ? Lo stabiliranno con certezza “ i nostri governanti” . Qui intervenne Giacomo il prammatico dicendo: “ Siate sicuri che quelli individueranno di quale colore pitturare le palle di Filippo, sono professionisti nel campo, e ci regaleranno a Natale la relativa normativa da seguire. Ma una cosa è certa ! Palla o non palla appesa al collo, ogni persona si deve sentire responsabile per evitare di nuovo la diffusione del coronavirus con le tre regole note e essenziali: portare la mascherina sul viso, lavarsi le mani spesso, il distanziamento sociale. Non lo faremo ? Allora ci sarà la terza ondata di pandemia con innumerevoli infezioni e morti. Rivolgo una domanda bruciante a tutti noi e all’Italia intera. Quante infezioni e morti nella seconda ondata di pandemia si potevano evitare se tanti di noi non avessero detto “ ognun per sé e Dio per tutti “ durante l’estate scorsa con la trasgressione delle più elementari regole? Chi è stato fuorilegge ora dovrebbe pensare al “ delitto “ commesso e rimordergli la coscienza. Tutti i quarantenanti tacquero e si sentì, nel bosco di larici, bramire per tre volte un cervo.

 

Ezio (Méngu)

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