"Sul Sicomoro" ha incontrato don Luigi Verdi
CULTURA E SPETTACOLO - 13 06 2019 - Sandra e Bernardo Ferrari
L'ultima conferenza "Sul Sicomoro", l'albero su cui Zaccheo, l'esattore delle tasse, salì per riuscire a vedere Gesù, e sul quale anche noi siamo invitati a salire per allargare i nostri orizzonti e aprire il cuore, ci ha portati a Bormio. Presso la Collegiata S.S. Gervasio e Protasio, abbiamo ritrovato DON LUIGI VERDI della Fraternità di Romena, Arezzo (Casentino) un'OASI DI PACE dove possono convivere Dio e l'uomo. Il suo sogno è che Romena rimanga così, semplice ed aperta a tutti e non diventi una abbazia con ordini gerarchici. Oltre al dott. Giuseppe Valmadre, e al presidente Marino Pozzi della Associazione Insieme per l'Oncologia e l'Ematologia Alta Valtellina Onlus, uno stupendo arcobaleno ha accolto le tantissime persone giunte da tutta la valle, fra le quali ricordiamo Don Gianpiero Franzi Rettore del Santuario B.V. di Tirano e alcune rappresentanti della Associazione CammIKAndo con la presidente Lidia Culanti. Il tema individuato da don Gigi è TORNIAMO UMANI. Una veglia intercalata da musica-parole-immagini iniziando con LA VITA È BELLA di Roberto Benigni, LA PRIMAVERA di Botticelli, dove nelle vesti sono raffigurati ben 132 fiori di campo diversi con musica di Vivaldi LE QUATTRO STAGIONI e tanto altro ancora. Don Gigi ha esordito dicendo che quest'ultimo anno si è dedicato del grande filosofo NIETZSCHE ( pronuncia Nice ) che prima di morire scrisse alcune pagine geniali sulle conseguenze del nichilismo e i 4 effetti da lui individuati, si stanno oggi avverando. Il primo è la stanchezza, siamo tutti più stanchi, stressati, ma non perchè abbiamo camminato troppo. Il motivo della nostra stanchezza è perchè abbiamo smesso di camminare. La seconda è la solitudine. Nonostante i social imperanti a cui siamo costantemente connessi, siamo tutti più soli specialmente i giovani. La terza è sentirci fuori posto, incapaci e inadatti, privati di un luogo dove sentirci a casa. La casa è il luogo degli affetti veri, dove ci ascoltano e se sbagliamo ci perdonano, dove uno sguardo vero ci fa sentire vivi, un bacio ci fa sentire belli. L'ultima cosa che si sta avverando, è che saremo avvelenati dal veleno dell'antico serpente. Siamo tutti più egoisti, prepotenti, egocentrici e meno sensibili. Sempre più spesso sento ripetere nelle famiglie CHISSENEFREGA. Bisogna fare attenzione perchè le parole sono veleno, basta un passo per passare dall'amore all'odio. Il " menefrego " è l'esatto contrario del motto di don Lorenzo Milani "I CARE" ( mi sta a cuore ) cioè nel mio cuore c'è l'altro. Tornare umano non è facile quando hai perso l'umanità, e il veleno di cui parla Nietzche, è la facilità con cui perdiamo di vista i valori. Ermanno Olmi il regista da poco scomparso diceva : " Non si può amare un bosco pensandolo come una fabbrica di ossigeno ; vuoi amare un bosco ? Inginocchiati e guardalo da vicino." Ed ecco allora la risposta a tante nostre domande : vuoi amare tuo figlio? Inginocchiati e guardalo da vicino. Vuoi amare Dio? Inginocchiati e guardalo da vicino. Dio è una luce calda, afferma don Gigi, è una finestra che si apre, è un orizzonte che si allarga. Il cristianesimo che sogno deve avere queste caratteristiche: la prima è la responsabilità, dove ognuno si senta responsabile del cambiamento del mondo. La seconda è l'armonia tra disciplina e leggerezza. L'armonia che abbraccia la leggerezza con disciplina. Le persone leggere non sono mai dure con gli altri, ma sanno essere molto ferme con sè stesse. La terza caratteristica è quella di essere semplice e naturale. Ciò che è naturale racchiude " il divino." Dio quando ama fa gesti molto umani. L'uomo quando ama fa gesti molto divini. La quarta caratteristica che dovrebbe avere un cristianesimo autentico è quella di essere più femminile. Non parlo di donne prete ma di femminilità come misericordia-tenerezza-pazienza-gentilezza-compassione-armonia e come mamma. La prima e la nostra ultima parola. Don Gigi ha voluto salutarci dando l'incarico a 3 donne speciali provate dal dolore e che hanno saputo ricominciare, offrendo ad ognuno di noi una carezza con olio di Nardo, assai prezioso. Di un profumo indescrivibile, usato anche da Maria a Betania per cospargere il corpo di Gesù. (G.V. 12.3) GRAZIE DON GIGI, SEI ENTRATO NEI NOSTRI CUORI. Sandra e Bernardo Ferrari
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