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Sto con le vittime. Non sto con Asia Argento (e compagnia)

CULTURA E SPETTACOLO - 17 11 2017 - Alessandro Cantoni

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E' ripresa la «caccia alle streghe» e, come ha detto Bruno Vespa da Lilli Gruber a Otto e mezzo, stiamo riscoprendo il mondo. Verrebbe da dire: che cosa strana è il mondo, parafrasando Jean d’Ormesson. Eppure di questo si tratta, della naturale ed insostenibile leggerezza dell’essere di cui ci fa monito il buon Milan Kundera. Dobbiamo rimproverarci di essere leggeri? Può darsi, ma pretendere il regno di Dio in Terra è forse pane per i denti degli idealisti, fra cui il sottoscritto.

 

In questo abisso che è il mondo rientrano non solamente i più alti ingegni, le più nobili invenzioni, pensieri aulici, creazioni artistiche, ma anche le più misere nonché infime bassezze: mercenari, puttane, ruffiani.

È forse immorale che un uomo o una donna siano disposti a concedersi sessualmente a personaggi di rilievo nel mondo del cinema, dello spettacolo, della politica?

Beh, in tal caso dovremmo gridare allo scandalo per un numero consistente di politici, attori, attrici, cacciandoli dai nostri set, palcoscenici e poltrone!

 

In queste ultime settimane, è esplosa la polemica mediatica. Dal caso Weinstein a Fausto Brizzi, è un intercalare di accuse e di ricatti.

Tutti a cavalcare l’onda delle molestie sessuali. Sorprende tuttavia che accanto a questo sputtan tour – mi si passi il francesismo - non vi siano stati riscontri legali. Ed eccole apparire, dall’alto del loro trono ideale, la televisione, scandalizzate, indignate, in preda all’isterismo. Sono le nuove femministe del nostro millennio!

 

Amano fare le vittime e mostrarsi con un bel seno a balconcino, esibendo le loro forme con estrema disinvoltura. Lo stesso dicasi di certi uomini, paladini del pensiero politicamente corretto, spesso ipocrita, intriso di buonismo e vuota retorica: roba da sofisti.

 

Il dubbio che ci sia una storia non proprio a lieto fine, di speculazione, mi sorge spontaneo. A preoccuparmi non sono i vari Jon Berntha o Asia Argento della situazione, ma le miglia di vittime che, ogni giorno, vengono abusate sul posto di lavoro e nella quotidianità media.

 

Una donna o un uomo, nella politica come nel mondo dello spettacolo, possono dire di no, e se decidono di concedersi fisicamente a personaggi più in alto di loro, non è prostituzione. È furbizia, scaltrezza, brama di ottenere cariche, ruoli. Nessuno obbliga ad accettare oppure rifiutare. Ecco perché non sto con le “sante” ed i “santi” di Hollywood, ma con le vere vittime, spesso anonime e senza voce.

 

Alessandro Cantoni

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1 COMMENTI

17 11 2017 12:11

Méngu

Ha scritto: “Una donna o un uomo, nella politica come nel mondo dello spettacolo, possono dire di no, e se decidono di concedersi fisicamente a personaggi più in alto di loro, non è prostituzione. È furbizia” Cantoni, io non so se lei è sposato o no. Nel caso che lei sia sposato o abbia una compagna e dei figli e sua moglie è segretaria di un potente personaggio e “ si concede fisicamente al quel personaggio “ per far carriera come la giudica ? Una furba ? Ma mi faccia il piacere !!!