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Speciale storia - 1586-1629: Un quarantennio di difficili rapporti religiosi tra Villa e Tirano

CULTURA E SPETTACOLO - 08 10 2018 - Ivan Bormolini

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/La parrocchiale di San Martino
La parrocchiale di San Martino, foto di Aurora Bormolini

Cari lettori e appassionati di vicende storiche locali, è con piacere che il nostro giornale vi presenta una vicenda molto intricata che aveva coinvolto l'Arcipretura di Villa di Tirano e la chiesa di San Martino in Tirano.

Da oggi e per alcuni giorni vi proporremo una serie di puntate o appuntamenti sulle storiche diatribe avvenute tra le due comunità nel corso di più di in quarantennio di storia.

 

Molti i protagonisti di questo lungo periodo, partendo dal curato e poi primo parroco di San Martino Simone Cabasso, all'arciprete di Villa Giovanni Pietro Landriani, sino ai vescovi di Como Feliciano Ninguarda e Lazzaro Carafino. Da notare che in quell'epoca ad essere coinvolti nei fatti c'erano poi i successori del Cabasso (curato dal 1586 e primo parroco di San Martino dal 1589 al 1600), Martino Manfredotti (secondo parroco di San Martino dal 1602 al 1620) e Andrea Lanfranchi (terzo parroco dal 1621 al 1630). Dall'inizio di questa storia, invece ben sei sono stati i vescovi di Como che si sono occupati della diocesi: Gian Antonio Volpi (dal 1559 al 1588), Feliciano Ninguarda (dal 1588 al 1595), Filippo Archinti (dal 1595 al 1621), Aurelio Archinti (dal 1621 al 1622), Desiderio Scaglia (dal 1622 al 1625) e Lazzaro Carafino (dal 1626 al 1665).

Nell'augurare a tutti una buona lettura vi proponiamo la prima parte di questo quarantennale periodo.

 

Ivan Bormolini

 

I RAPPORTI TRA LA PIEVE DI VILLA E LA CHIESA DI SAN MARTINO IN TIRANO

L'arcipretura di Villa di Tirano, chiesa, collegiata e plebana di San Lorenzo Martire è antichissima.

Non è risultato possibile ad alcuni studiosi locali, stabilirne con precisione la data della sua fondazione, vista la mancanza di documenti.

Si evince comunque che la Pieve di Villa di Tirano, potrebbe avere origini nel periodo pre-longobardo (500). Qualche documento però la annovera in un epoca che si colloca tra il 700 e l'800.

 

In merito alla chiesa di San Martino, si sa che della primitiva costruzione non vi è alcuna traccia in quando, sin dal tardo Medioevo vi erano stati dei radicali interventi strutturali.

Una chiesa a Tirano, dedicata a San Vittore, viene citata in un documento del 774, ma si è poi appurato che a questo Santo era subentrato San Martino, ovvero il nostro patrono, festeggiato solennemente ogni anno l'11 novembre.

Sta di fatto che la chiesa di Tirano era assoggettata all'arcipretura di Villa, la quale aveva sul nostro territorio un'ampia giurisdizione ecclesiastica che si spingeva sino alla vicina Valposchiavo.

L'arciprete di Villa, in merito a Tirano ed alla sua chiesa, decideva chi doveva essere il sacerdote che si doveva occupare delle anime dei tiranesi. Quest'ultimo inoltre, insieme agli abitanti del borgo, doveva versare annualmente una quota in denaro all'arciprete.

 

Risulta evidente che questa supremazia ecclesiastica da parte di Villa di Tirano, calzava stretta ai nostri antichi concittadini, anche in virtù del fatto che Tirano nel tempo andava assumendo sempre più un ruolo chiave nella vita politica, economica e commerciale, dopo la conquista delle nostre valli da parte dei Grigioni ( 1512 ).

La prima domanda che mi sono posto è stata questa: quando si era verificata la svolta che aveva portato alla nomina della chiesa di San Martino a parrocchia?

 

Partiamo da un dato certo dal 1505 al 1586 i curati presenti nella nostra chiesa tiranese sono stati: prete Gregorio Omodei, prete Giacomo Della Pergola e prete Pietro da Vallano contemporaneamente. Seguivano poi, prete Giacomo Pergola, frate Evangelista Parravicino da Caspano, e poi due tiranesi, Silvestro Ferrari della Rasica, e il dottor prete Simone Cabasso dè Molinari, sempre della Rasica.

Ecco qui che entra in gioco una figura chiave nell'intricata vicenda, ovvero Simone Cabasso. Siamo nel 1586, ed appunto questo illustre sacerdote e storico, reggeva San Martino senza essere nominato dall'arciprete e senza versare a lui l'annuo contributo in denaro.

 

Per alcuni decenni, prima del 1577, l'arcipretura villasca non aveva il legittimo pastore, e quindi stando alle regole, anche San Martino doveva essere vacante della figura di un curato. Tuttavia la nostra comunità, che ovviamente vegliava sui suoi vantaggi, aveva approfittato dell'occasione propizia per nominare un proprio curato nella persona di frate Evangelista e poi, come già citato, il Ferrari ed il Cabasso.

L'arciprete Giovanni Pietro Landriani, veniva nominato il 29 agosto del 1577.

Si evince, leggendo le fonti consultate che lo stesso arciprete, forse essendo forestiero e non del tutto a conoscenza delle competenze della sua pieve, non si era opposto allo status quo di quel periodo particolare.

Evidentemente però, col tempo anche l'accomodante arciprete, si era messo a studiare con attenzione le carte dell'arcipretura e quando il Cabasso si era rifiutato di versagli il famoso contributo, il Landriani aveva agito per vie legali, rilevando che la nostra comunità non aveva adempiuto al suo dovere.

La tensione dunque tra i due vicini borghi andava assumendo toni e fatti concreti, gli animi già surriscaldati da una parte e dell'altra, si andavano ad infuocare, ma non dobbiamo scordare che allora si era dominati dalle Tre Leghe....

 

(Fine prima parte)

 

FONTE: La Chiesa di San Martino in Tirano. Autori Gianluigi Garbellini e William Marconi. Stampa Tipografia Bonazzi Sondrio.

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