
Sinfonie di colori del tiranese
CULTURA E SPETTACOLO - 23 10 2018 - Méngu
Non occorre pagare il biglietto. Occorre solo alzare un poco lo sguardo intorno a noi e osservare uno scenario di colori meravigliosi. Il monte Masuccio con il borgo di Roncaiola arroccato sopra il “ cràp del dùch “, la quieta Baruffini adagiata nel dolce pendio, la foresta della montagna di Trivigno sono una tavolozza di colori. Si dirà: nulla di eccezionale. E’ autunno, è la festa dei colori. E’ normale; è la natura, finora rigogliosa e produttiva, che innalza il canto del cigno per poi addormentarsi. E’ vero, ma quest’evento è meraviglioso e non può lasciarci indifferenti. Questa natura, ricca di colori, affascina e stupisce e, se molte volte l’abbiamo maltrattata e trascurata, essa ci mostra sempre nuova vitalità e freschezza. E’ un’ amante mai delusa. Un’amante spesso violentata nella sua bellezza ma , come per miracolo, essa risorge dalle sue ceneri e si difende dall’uomo che l’infesta. Essa appare come il “soffio” di un Dio che tutto perdona, una forza che rinasce ogni volta senza nulla chiedere. Apriamo dunque questo sipario e addentriamoci nel teatro d’autunno delle selve di Tirano; sentirete un fascino misterioso che vi porterà gioia e pace nell’animo. Perché andar lontano alla ricerca di bellezze esotiche quando durante una semplice passeggiata tra i secolari castani di Vulpera o di Cà dei Gatèi la natura ci offre in abbondanza ciò che cerchiamo? Ascoltiamo “ le sinfonie di colori” nel tiepido sole. Inseguiamo con lo sguardo la foglia che volteggia nell’aria. E’ un po’ come ripensare alla nostra vita. La foglia in primavera nasce dall’albero; da piccola gemma diventa grande e compie il suo lavoro; poi giunge l’ autunno. Si addormenta in un incanto di colori quasi a voler rendere grazie, per essere nata. Questo splendido teatro della natura autunnale ci fa desiderare d’essere come le foglie. Verdi e rigogliose come per la nostra stagione giovanile e sinfonia di colori per la nostra vecchiaia piena di sentimenti e affetti. L’autunno è pace. Il sole debole, le cime scintillanti delle montagne, l’aria sottile , i colori dorati dei boschi mi sono dolci e mi ricordano le carezze della nonna prima di addormentarmi. E’ finita la baldoria estiva, persino le cavallette sono stanche e spiccano piccoli salti nei prati falciati per l’ultima raccolta di fieno. Nel cielo di cristallo sembra di toccare le cime dei monti, il soffio del vento va e viene, scuote le foglie d’albera che suonano come l’acqua che scorre. A frotte le foglie prendono il volo leggere, leggere, si alzano, si abbassano e poi a mulinello cadono sempre più veloci, silenziose colmano il fogliame del bosco. e più non si vedono. La montagna è pace. Nel tappeto del sottobosco mi sdraio per essere sommerso dalla foglia che cade per essere accarezzato dal vento leggero che mi ricorda le carezze della nonna prima di addormentarmi. Méngu
L’autunno e le montagne
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