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Sindone a Tirano, intervista ad Ada Grossi

CULTURA E SPETTACOLO - 03 05 2019 - Redazione

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/sindone, incredulità

Dal 13 aprile al 10 maggio, la Sala del Beato Mario a Madonna di Tirano ospita una mostra dedicata alla sindone. Venerdì 10 maggio, la storica Ada Grossi sarà presente per incontrare i lettori della sua ultima opera, dalle 17.30 alle 18.30. Alle 21, poi, ci sarà la sua conferenza “ L’Uomo della Sindone una prospettiva storica”. Proponiamo di seguito l'intervista alla dottoressa Ada Grossi, di Milano, curatrice dei contenuti della mostra sulla sacra Sindone esposta a Tirano.

 

Da quanto tempo di occupa della Sindone di Torino?

È un argomento che mi appassiona da molto tempo, ma posso dire di occuparmene seriamente da una decina d'anni: questo, tra l'altro, è il sesto anno consecutivo che tengo un seminario di Sindone, Storia e Archeologia presso l'Ateneo Regina Apostolorum di Roma, dove è attivo il Diploma di Studi Sindonici.

 

Come è nato il suo interesse per questo reperto così affascinante e controverso ?

All'inizio fu la curiosità, come sempre. Poi si comincia a studiare e si scoprono interi mondi. Per un ricercatore è un'opportunità enorme.

 

Non possiamo certo anticipare in una breve intervista quello che ci racconterà durante la conferenza di venerdì 10 maggio, che, lo ricordiamo ai nostri lettori, si terrà alle ore 21 presso la Sala Conferenze del Credito Valtellinese in piazza Marinoni. Ci può dire quali saranno i temi principali di cui parlerà?

Parleremo della Sindone e dell'Uomo della Sindone in una prospettiva soprattutto storica. È vero che della Sindone negli ultimi 650 anni sappiamo praticamente tutto, ma vi garantisco che non si finisce mai di imparare e di scoprire cose nuove. Racconterò anche di una mia scoperta, fatta in Ambrosiana a Milano, relativa ad alcuni manoscritti inediti che riguardano la Sindone, san Carlo e la rocambolesca vicenda di una sventurata calvinista, per giunta indemoniata. E poi parleremo delle torture subite dall'Uomo della Sindone, che coincidono in modo impressionante con quelle che subì Gesù di Nazareth secondo i racconti evangelici.

 

Senta, visto che lei è una storica: si fa un gran parlare di dove fosse custodita la Sindone prima che venisse esposta in Francia a metà Trecento e diversi autori hanno proposto varie piste, dai crociati ai Templari... Altri sostengono che sia un falso. Lei farà qualche rivelazione su chi ha portato la Sindone in Europa?

No, nessuna rivelazione. Proprio perché sono una storica di mestiere, in mancanza di documentazione solida e certa evito di proporre ricostruzioni magari verosimili ma comunque indimostrabili. Una sola cosa, mi preme dire: come lei ricordava, alcuni affermano che la Sindone sia un falso medievale solo perché per i secoli precedenti mancano notizie assolutamente certe: ma queste obiezioni cadono sotto la scure sempre più affilata della ricerca scientifica. Insomma, se non si riesce a riprodurre la Sindone di Torino oggi, con la tecnologia di cui disponiamo, è quantomeno curioso sostenere che ci sia riuscito qualcuno nel Medioevo.

 

A proposito di ricostruzioni storiche, lei ha scritto un romanzo che coinvolge la Sindone, intitolato Centoquarantanove anni, una storia coinvolgente, che tiene davvero con il fiato sospeso sino all’ultima riga. Le faccio una domanda un po' cattiva: è solo un romanzo o è un modo per dire come la pensa su come la Sindone è arrivata in Europa?

È solo un romanzo, ci mancherebbe. Ho immaginato una grande avventura corale che ha sullo sfondo il viaggio compiuto dalla Sindone per giungere in Europa, dall'Oriente crociato all'Occidente cristiano, tra amore e guerra, incursioni di pirati saraceni, intrighi e colpi di scena ad Aleppo, avventure per terra e per mare e perfino un segreto templare celato in una misteriosa pergamena.

 

I Templari non possono mancare in un romanzo medievale. Vuole spiegare ai nostri lettori perché l'ha intitolato Centoquarantanove anni?

Perché quello è il lasso di tempo, più o meno, che trascorre da quando la Sindone sparì da Costantinopoli, dove era presumibilmente conservata, e il momento in cui il nobile de Charny ne rende possibili le prime ostensioni in Francia.

 

Ricordiamo che venerdì 10 maggio la storica Ada Grossi sarà presente per incontrare i lettori a un firmacopie allestito presso la sala del Beato Mario dove è esposta la mostra dalle 17.30 e le 18.30. Alle 21, poi, ci sarà la conferenza “ L’Uomo della Sindone una prospettiva storica”.

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