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Riflessione sul 2 giugno, festa della Repubblica

CULTURA E SPETTACOLO - 02 06 2020 - Ercole Ricci

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Oggi si fa presto a dire Repubblica. E si fa presto anche a dire democrazia e poi libertà, popolo e Costituzione., Tutti questi termini appaiono scontati alle nuove generazioni. Abitudini quotidiane il cui vero significato è, di fatto, sconosciuto. A essi ci si è fatta l’abitudine. Eppure, un tempo dopotutto non lontano, su questi stessi termini si sono spese forze e lotte che hanno appassionato davvero le masse, fatto fare sacrifici a molti, caratterizzato numerose vite, molte addirittura spezzate per la loro difesa.

 

Tanti libri ci raccontano di un passaggio che ha segnato l'affermazione di un nuovo protagonismo, uomini e donne della società italiana che con diversi talenti, in vari campi, hanno contribuito alla nascita della Repubblica e a cambiare l'immagine del nostro paese. Settantacinque anni di storia: un percorso intenso e tormentato, intriso di speranze e di delusioni, di traumi profondi e di mutamenti.

 

La svolta istituzionale e politica del 1946 ha rinnovato profondamente l'Italia, nel costume, nella cultura e nel linguaggio. Le città erano piene di cumuli di macerie, ma nella pace ritrovata le speranze prevalevano. In quel bisogno di esprimersi, la lingua comune fu chiamata a rispondere a una moltitudine di impieghi e registri prima sconosciuta.

 

Il 2 giugno 1946 Dopo dopo 85 anni di regno dei Savoia, dopo 22 anni di regime fascista e la Seconda guerra mondiale fu un momento di svolta per il nostro paese. Per la prima volta votarono anche le donne. Fu la prima volta nella storia italiana in cui si svolsero delle votazioni a suffragio universale ( il diritto di voto concesso a tutti i cittadini che abbiano raggiunto la maggiore età, all’epoca superiore a 21 anni, senza alcuna discriminazione di sesso, di razza, di fede politica o religiosa e senza alcuna subordinazione a requisiti di natura economica o culturale). Il 54% degli elettori scelse la repubblica dando vita all’Italia che conosciamo oggi.

 

I risultati ufficiali del referendum furono annunciati il 18 giugno 1946 e fu quel giorno che la Corte di Cassazione proclamò ufficialmente la nascita della Repubblica Italiana: 12.718.641 italiani avevano votato a favore della repubblica, 10.718.502 a favore della monarchia e 1.498.136 avevano votato scheda bianca o nulla. A seguire, il 1º luglio Enrico De Nicola venne nominato primo presidente della Repubblica Italiana; e il 1º gennaio 1948 entrò in vigore la nuova Costituzione della Repubblica Italiana. Il primo presidente del consiglio fu invece Alcide De Gasperi, che ottenne l'incarico proprio da De Nicola.

 

Il 2 giugno è una delle giornate in cui è più facile ascoltare l’inno nazionale detto Inno di Mameli ma che in realtà si chiama Canto degli italiani. Una giornata importante per la nostra storia ricca di grandi iniziative e cerimonie ufficiali. La cerimonia attuale prevede la deposizione di una corona d'alloro al Milite Ignoto, simbolo di tutti i caduti in guerra che non sono mai stati riconosciuti, presso l'Altare della Patria.

 

Uno dei momenti più suggestivi della Festa della Repubblica è la parata militare che si svolge in via dei Fori Imperiali. Vi partecipano tutte le forze armate italiane, tutte le forze di polizia della Repubblica. La prima ci fu nel 1948 e nel 1950 venne inserita ufficialmente nel cerimoniale della giornata. La Festa della Repubblica rappresenta un momento di coesione e di responsabilità' di tutti, dal quale trarre quella spinta di cui il nostro Paese ha bisogno. Occorre proteggere e valorizzare quei pilastri, quei valori che dal 2 giugno 1946 ci hanno accompagnato fino ad oggi. Occorre far conoscere alle nuove generazioni tutto questo ancora di più a scuola, ricordando le migliaia di ragazzi che hanno perso la vita affinché' noi oggi potessimo avere tutto quello spesso non ci accorgiamo di avere.

 

Considerata l’emergenza sanitaria in corso e la straordinarietà del momento che stiamo vivendo, i divieti di assembramento e le norme sul distanziamento che rendono impossibile la manifestazione tradizionale, con la parata e la folla ai Fori Imperiali, la ricorrenza istituzionale del 2 giugno, giunta quest’anno al 75° anniversario, assume un particolare significato: il documento su cui si fondano i principi della democrazia, frutto del lavoro delle madri e dei padri costituenti, diventa uno strumento vitale, etico, morale e per il rispetto di quei valori di libertà e dignità umana che fa grande un Paese anche nei momenti di difficoltà e che ci protegge, tra i tanti, dai virus dell’odio. Io penso che possiamo chiamarci società solo se mettiamo al primo posto solidarietà e cooperazione tra le persone.

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