MENU

Non solo carnevale: In Aprica il weekend della tradizione

CULTURA E SPETTACOLO - 15 02 2020 - Redazione

CONDIVIDI

/scarpu uecc

Complice il calendario che fa cadere a fine febbraio il carnevale (ambrosiano), Aprica quest’anno dedica un intero fine settimana alla tradizione con 3 eventi alla riscoperta di tradizioni, usi e costumi di un tempo lontano ed alla propria storia legata indissolubilmente allo sci.

 

Si parte infatti con Vivi la storia dello sci giovedì 27 febbraio. Nell’area dei campi scuola direttamente in paese, i Campetti, con il supporto dei maestri delle scuole sci e di tanti appassionati, il museo “Scarpù uècc ed il suo istrionico ideatore Elio Negri “Picia” cura una serata dedicata alla storia di questo sport dalla fine del 1800 ai giorni nostri. L’evoluzione dell’attrezzatura e dell’abbigliamento, ma anche dello stile, in oltre un secolo di questa disciplina, quintessenza degli sport invernali.

 

Si prosegue il venerdì, sempre all’insegna della storia di Aprica con la Festa par i sciori. Sciori, signori, era il modo in cui erano chiamati i turisti un tempo e sono loro gli ospiti della festa in cui la contrada S. Pietro, aprendo vecchie case, cantine e stalle, offre un tuffo nel passato. I contradaioli mettono in mostra i mestieri e gli attrezzi di un tempo, la preparazione di prodotti artigianali e offrono la degustazione di alcuni piatti e prodotti tipici (dal panvì ai chisciöi, dalla polenta taragna al formaggio locale). Chicca della contrada è il vecchio forno di una storica famiglia, con annessa cantina per stagionatura e ghiacciaia, dove si assaggia uno speciale violino di capra. Grazie ai canti negli angoli più pittoreschi, grandi e piccoli in costume tipico a spasso per le viuzze e artigiani al lavoro anche la serata più fredda è riscaldata da una splendida atmosfera di festa.

 

Infine, il sabato torna il Sunà da Mars, una delle più antiche e sentite tradizioni del paese. Il risveglio della natura e della primavera non è certo più una priorità del paese, al contrario il protrarsi della stagione invernale è auspicata da tutti ma, nonostante questo, l’usanza di chiamare l’erba a suon di campanacci non si è mai perduta. E tutti gli anni, l'ultimo giorno di febbraio, gli abitanti delle diverse contrade, ma anche tanti gruppi folkloristici dalla Valtellina e dalle vicine Valcamonica e Valposchiavo, percorrono le vie del paese con pesanti bronze e sampogn (campanacci, appunto, di diverse fogge e materiali) affinché il suono risvegli l'erba e la natura riprenda il suo corso, con una sottaciuta gara a chi “fa più rumore”. La manifestazione si conclude in Piazza delle sei contrade per gustare tutti assieme vin brûlé ed il mach, piatto tipico di questa giornata.

LASCIA UN COMMENTO:

DEVI ESSERE REGISTRATO PER POTER COMMENTARE LA NOTIZIA! EFFETTUA IL LOGIN O REGISTRATI.

0 COMMENTI