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Le baite: luoghi di pace e di salute

CULTURA E SPETTACOLO - 28 10 2020 - Ezio (Méngu)

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/La conca di cielo di Trivigno
La conca di cielo di Trivigno (foto di Mèngu)

Andate sulla frazione di Roncaiola, presso il belvedere della Chiesa e guardate in Valle. Dovesse tornare in vita mio padre, classe 1911, rimarrebbe strabiliato guardando la conca di Tirano. Se poi ritornasse in vita mio nonno Méngu, classe 1862, rimarrebbe senza parole: ai suoi tempi si potevano vedere i campi di sorgo al di là della piazza Marinoni. La conca di Tirano è piena come un uovo di case e capannoni. Ricordo negli anni ’50 quando costruirono le due palazzine condominiali, o come si diceva allora le case popolari, site tra l’angolo di via Calcagno e la rotonda che porta alla stazione ferroviaria, la gente  diceva : “chèli cà ilò iè giù par i camp “ . Tutto questo stupore perché erano situate lontano dal centro della Tirano vecchia  Ora quella case sono in una comodissima posizione e  fanno parte del centro della nuova città di Tirano. Questo per dire che Tirano ha avuto in questi ultimi 70 anni uno sviluppo straordinario. E va bene così! O forse no, poiché in Tirano costruendo in modo forsennato non si è tenuto in considerazione la valorizzazione della Tirano vecchia  e delle esigenze fondamentali per una città moderna quali parchi e parcheggi. Parallelamente a questo sviluppo vorticoso di Tirano, ma più a rilento, sono state costruite molte belle case in montagna e alcune sono state ristrutturate con ingegno e grazia nel pieno rispetto della natura e del paesaggio.

 

Ne è di esempio la zona di Cabrèla, Trivigno, Canali, Piscina e il Forte, per non parlare della zona assai gradevole e assolata del monte Masuccio. Chi amava la montagna ha messo grande impegno per costruire adorabili baite da competere in comodità con quelle di Tirano; viceversa per ciò che riguarda la viabilità di montagna non è stato tenuto il passo con i tempi. Le strade che conducono ai nostri alpeggi spesso sono strette e maltenute, rappezzate da asfaltature di emergenza, tanti muri di contenimento sono da rifare. Se possiamo, anzi dobbiamo lodare le Amministrazioni di questi ultimi anni per l’impegno d’aver reso Tirano una cittadina accogliente, possiamo scuotere la testa pensando al poco progresso fatto per la viabilità di montagna. Pensate ! Appare quasi inverosimile non aver una strada larga e transitabile anche d’inverno con mezzi normali per raggiungere la magnifica Trivigno e altri bei siti montani senza dovere fare un lungo tragitto  stradale, uscendo addirittura dalla nostra Provincia.

 

Io credo che ogni casa di montagna ha il suo valore massimo quando è agibile con comodità sia d’estate che d’inverno in modo sicuro e rapido. Siate sinceri. In questi tempi di pandemia, chi non ha pensato di abitare la propria casa di montagna per l’intero anno ? Quale migliore distanziamento personale o sociale, in questo periodo di pandemia, ci sarebbe facendo questa scelta ? Le comunicazioni moderne non lasciano più in ansia chi abita la propria baita e nemmeno ha difficoltà per procurarsi ciò che occorre per vivere, naturalmente se le strade sono sempre transitabili, gli acquedotti sempre efficienti e la corrente elettrica presente. Difficoltà di gestione ? Per carità, impariamo dagli  svizzeri e anche dai Trentini nella gestione dei loro masi. Sono certo che le nostre case di montagna offrono un sicuro approdo per ogni difficoltà nella vita. E se ognuno ha diritto di pensare e di agire, nel pieno rispetto degli altri e di se stesso  come meglio crede, rammenti che avere la fortuna di potere risiedere o di avere una abitazione in montagna o nelle piccole frazioni è una fortuna. Spesso essi sono luogo di rifugio da guerre, rivoluzioni, pandemie e catastrofi naturali. La storia lo insegna e i corsi e ricorsi di avvenimenti catastrofici saranno sempre presenti, specie in questo mondo bislacco e incerto dove spesso si pensa più alla borsa che alla Vita.   

 

Lode alla baita di montagna.

Mia bella baita, mi sei sorella dolce e quieta,

ogni notte ti sogno come  una deliziosa meta.

Meglio fuggire da questo bailamme di voci,

su questa pandemia che porta dolore e croci.

 

Sei preziosa perla  nascosta  tra prati e boschi,

nei miei pensieri sei ristoro in questi tempi foschi

dove il Coronavirus  è sulla bocca d’ogni persona

togliendo la serenità che il quieto vivere dona.

 

Sono stanco di brutte notizie , di conti di morti ,

di visioni di guerriglia  e di fatti  ad arte distorti.

Sono stanco di questa ansiosa vita che nuoce

ai giovani e per i vecchi è pena lenta e atroce.

 

Meglio portare una vacca, una pecora al pascolo ,

meglio mangiare barbabietole e un pasto solo

al giorno che far l’aperitivo in allegra compagnia

avendo timore di essere preda della pandemia.

 

Ezio (Méngu)  

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